Volti e periferie ruvesi nella mostra fotografica “Genesi del vuoto” alla Pinacoteca
“Genesi del vuoto” è la mostra fotografica con installazioni ospitata, dal 9 giugno sino al 2 luglio, presso la Pinacoteca Comunale di Arte Contemporanea di Ruvo di Puglia, in via Madonna delle Grazie 2.
Curata dal fotografo Francesco Faraci, è realizzata dall’associazione “Cacciatori d’Ombra”, che ha dato vita al progetto fotografico, e da “La Capagrossa Coworking” la quale, nella sua sede di via Martiri delle Foibe 23, ha ospitato il workshop “Genesi del vuoto -Un’infinita compressione precede lo scoppio. Esercizi di nutrimento dello sguardo”, dal 19 al 20 maggio, quale naturale seguito della presentazione del libro fotografico “Malacarne – kids come first” dello stesso Faraci per i tipi di Crowdbooks.
L’esposizione occupa entrambe le pareti di una sola ala della Pinacoteca ma abbatte i confini fisici perché si è trasportati altrove. Non ci sono effetti speciali particolari, ma un vecchio televisore su pedane di legno grezzo all’inizio del percorso, un tavolo di compensato adornato da nastri segnaletici da cantiere e un’altra pedana con la gigantografia di un selciato brulicante di erba e cartacce, sono le pietre miliari di un percorso nelle periferie della città di Ruvo di Puglia.
I nove partecipanti al workshop Alessio Deluca, Domenico Messa, Francesco Faraci, Gianni Cataldi, Mauro Ieva, Pasquale Amendolagine, Roberta Giordano, Tea Primiterra e Tiziana Rizzi donano ai visitatori la propria visione di periferia che, in alcune foto, non sempre si identifica con le zone lontane dal centro abitato. Per esempio, osservando alcune fotografie, che ritraggono uomini, ragazzini nella centralissima Piazza Matteotti, si percepisce un senso di solitudine, di incomunicabilità. Mentre da altre fotografie ritraenti diverse periferie affiora l’energia della natura che invade strade, spunta dai marciapiedi, cela tubazioni nei pressi di edifici in costruzione che accoglieranno nuove famiglie e, quindi, la vita. In altre foto emerge prepotente la gioia di vivere dei ragazzini alla parata inaugurale del “Maggio Sportivo”, in altre la periferia sembra reclamare attenzione.
Le periferie, in realtà, possono divenire centri e anche i centri possono trasformarsi in periferie: questo dipende dalla presenza o meno della vita, dal senso di appartenenza a una comunità. Una periferia può essere vitale, brulicante di attività cariche di bellezza e generatrici di benessere e ricchezza, materiale e spirituale; in una periferia si possono creare connessioni tra gli abitanti tanto da farla divenire un cuore pulsante. E questo può avvenire anche nel centro storico, con i suoi millenni incisi sulle pietre. Non è un caso che il vernissage della mostra abbia coinciso con il primo appuntamento di “Nove Nove Nove – Rigenera la città”, il ciclo di incontri curato da “La Capagrossa Coworking” e dedicato alla rigenerazione urbana sostenibile alla quale tutti coloro che abitano in città dovrebbero partecipare. Le periferie di Ruvo di Puglia, con alcuni immobili carichi di storia, abbandonati a sé stessi e ville curate, con i campi invasi da erbe selvatiche e con spazi verdi amati, possono divenire centro, esattamente come il nucleo antico della città che ritornerà, se lo si vuole, a essere vitale come un tempo perché tutti lo amano e si sa che a chi si ama si dona tutto il meglio possibile.
Con questa mostra si è partiti alla «ricerca di quello che è mancato e ha generato il vuoto», si legge nella brochure messa a disposizione dei visitatori. E’ stato trovato? Lo troveremo tutti noi? Se lo dovessimo trovare, la città tutta rifiorirà.
La mostra, patrocinata dal Comune di Ruvo di Puglia e dalla Regione Puglia in collaborazione con F-Project, Mediateca Regionale Pugliese, Apulia Film Commission, la Capagrossa Coworking e Free State Ristopub, è a ingresso gratuito ed è visitabile tutti i giorni dal lunedì al venerdì dalle 9.00 alle 13.00; dal martedì al venerdì dalle 18.00 alle 20.00; sabato e domenica dalle 10.00 alle 13.00 e dalle 18.00 alle 20.00.