Virus Ebola: la diagnosi clinica precoce è ancora difficile
Nonostante il progresso della medicina e della ricerca clinica e sanitaria, esistono malattie ancora difficili da diagnosticare, soprattutto in una fase prematura. É il caso del virus Ebola, la cui diagnosi precoce continua a rappresentare una sfida significativa a causa della natura dei sintomi iniziali, ma anche delle scarse risorse disponibili nelle aree solitamente colpite.
In questo articolo vogliamo fornire delle indicazioni utili sull’Ebola, tra cui i sintomi della malattia, come si trasmette il virus, le possibili cure e la vaccinazione.
Virus Ebola: sintomi della malattia e diagnosi
L’Ebola (EVD) è un virus a trasmissione diretta che si manifesta nell’uomo e nei primati non umani tramite febbre emorragica spesso grave e fatale. Rispetto ad altre malattie, non è facilmente diagnosticabile nelle prime fasi dell’infezione, in quanto i sintomi iniziali sono aspecifici e simili a molte altre malattie.
Si sta parlando di febbre, mal di testa, dolori muscolari, mal di gola e affaticamento, a cui seguono vomito, diarrea, eruzioni cutanee e funzione renale ed epatica compromesse. Solo in alcuni casi l’Ebola provoca anche emorragie interne ed esterne.
Tutti questi sintomi si manifestano da 2 a 21 giorni dopo il contatto, con un picco tra il settimo e il quattordicesimo giorno dal contatto e spesso vengono confusi con malattie che provocano le stesse conseguenze fisiche. Solo tramite test diagnostici specifici è possibile individuare da subito la presenza del virus Ebola.
Virus Ebola: trasmissione della malattia
Il virus Ebola si trasmette con i fluidi corporei di animali e persone infette: il contagio può avvenire tramite contatto con sangue, secrezioni, organi o altri fluidi biologici come saliva e urina o quando i fluidi infetti entrano in contatto con le membrane mucose o la pelle danneggiata. Inoltre, la trasmissione può avvenire anche solo sfiorando oggetti e superfici contaminate da tali fluidi.
Il virus Ebola si trasmette tra persone e dagli animali all’uomo (pipistrelli della frutta, che sono i principali serbatoi naturali, ma anche scimmie, gorilla e antilopi) sia per contatto diretto che per manipolazione e consumo di carne infetta.
Virus Ebola: cura della malattia
Attualmente non esistono trattamenti specifici per la cura della febbre emorragica dell’Ebola. C’è una terapia, ma consiste semplicemente in cure ospedaliere di supporto sintomatico, più destinate ad alleviare i sintomi che a far guarire dal virus. Queste terapie consistono nell’idratazione, ossigenazione e alimentazione del paziente in modo ottimale e in antibiotici e antimalarici per prevenire ulteriori infezioni.
Molto importante è quindi la prevenzione tramite un alto livello di igiene personale e il massimo rispetto delle misure igienico-sanitarie, l’uso di dispositivi di protezione per chi assiste i malati, l’isolamento dei pazienti infetti, la disinfezione costante e l’educazione e la sensibilizzazione delle comunità.
In tempi recenti è stato però sviluppato un vaccino, che riduce significativamente il tasso di mortalità.
Virus Ebola: il vaccino rVSVΔG-ZEBOV-GP
Nel 2015 è iniziata una sperimentazione di un vaccino contro il virus Ebola. Si chiama rVSVΔG-ZEBOV-GP e dopo i primi test ha già dimostrato la sua efficacia nel dimezzare la mortalità: 56% tra i pazienti non vaccinati contro il 25% di coloro che avevano ricevuto il vaccino (anche quando viene somministrato dopo l’esposizione al virus).
Sviluppato per essere somministrato in singola dose, questo vaccino è raccomandato principalmente per la vaccinazione ad anello delle persone ad alto rischio di esposizione durante le epidemie, come gli operatori sanitari che lavorano in prima linea, in quanto protegge notevolmente dall’infezione del virus. Inoltre, non esiste nessun effetto antagonista tra la vaccinazione e il trattamento contro l’Ebola.
Ad oggi rVSVΔG-ZEBOV-GP è considerato l’unico vaccino contro l’Ebola raccomandato durante le epidemie ed è in fase di approvazione definitiva. Inoltre, sono in corso nuove sperimentazioni per fornire dati sulla sicurezza del vaccino nei bambini o in quelle fasce di popolazione più vulnerabili.