Via Francigena del Sud: un progetto ambizioso di cui Ruvo di Puglia sarà protagonista
Il recupero delle proprie radici, della propria identità attraverso lo studio della storia, dell’arte del territorio non contrasta affatto con lo sviluppo economico se questo avviene secondo i principi della sostenibilità.
E’ quanto emerso dalla presentazione del libro di Alfonso Casale, “La Via Francigena nel Sud – l’Appia Traiana come il Cammino di Santiago”(Schena Editore), durante la Conferenza Interclub dei Lions Club International, a Palazzo Avitaja, organizzata dal Lions Club Ruvo di Puglia Talos, col patrocinio del Comune di Ruvo di Puglia, il 10 giugno 2016 .
Ruvo di Puglia è una tappa della via Francigena del Sud, che parte da Roma per giungere a Brindisi e coincide con la via Appia – Traiana, variante della via Appia, che collegava Beneventum (Benevento) a Brundisium (Brindisi), attraverso Aecae (Troia), Herdonia (Ordona), Canusium (Canosa di Puglia), Rubi (Ruvo di Puglia), Butontum (Bitonto) per proseguire lungo la costa, toccando Barium (Bari) ed Egnatia, presso Fasano.
La città, poi, è stata citata da un ragazzo di ventotto anni che, 2050 anni fa, in missione diplomatica con amici dell’imperatore Augusto, ha percorso proprio questa via. Si tratta del poeta lucano Orazio che nella V Satira del Primo Libro dei “Sermones” scrive “Giungemmo quindi a Ruvo, stanchi morti per esserci sorbiti un tratto interminabile di strada, reso in piú difficile dalla pioggia”.
E proprio nel segno della tutela della storia e delle proprie radici che sarà collocato in Piazza Matteotti, a cura del Lions Club di Ruvo di Puglia, un cippo miliare in corrispondenza del 110° miglio della via Appia – Traiana che attraversa la città dalla Piazza fino a Piazza Bovio e di cui si potrà ammirare un tratto, una volta rimossa l’asola archeologica, come annunciato dalla vicesindaca Caterina Montaruli.
Storia, arte, poesia. La via Francigena del Sud ha molto da raccontare e da offrire ma è necessaria la creazione di un sistema di relazioni tra istituzioni e cittadini se si vuole che essa diventi un fulcro di aggregazione e al contempo una notevole risorsa economica, sul modello del Cammino di Santiago di Compostela, come sottolineato da Alfonso Casale.
L’autore de “La Via Francigena nel Sud – l’Appia Traiana come il Cammino di Santiago” ha elaborato un’analisi SWOT di questo importante percorso. E i punti di forza sono il notevole patrimonio artistico, storico, letterario, naturalistico; la tradizione enogastronomica mentre i fondi strutturali europei sono una delle opportunità. I punti di debolezza sono, invece, la scarsa vocazione a “creare rete”, l’emigrazione dei giovani verso il Nord Italia e i Paesi Europei e, a volte, anche la scarsa conoscenza della storia del proprio territorio.
Eppure la via Francigena del Sud può costituire un importante volano per l’economia territoriale oltre che favorire l’occupazione. Come sottolineato anche da Aldo Patruno, Direttore Generale Dipartimento Turismo – Cultura Valorizzazione dei Beni Regione Puglia, è possibile recuperare molti beni demaniali in stato di abbandono, che punteggiano questa via, come ex case cantoniere, caselli ferroviari non più in funzione, case ANAS dismesse, per riconvertirli in strutture ricettive atte ad accogliere i camminatori, i pellegrini o semplici escursionisti. Strutture che possono essere affidate a giovani in cerca di occupazione.
Ma i passi da fare sono ancora tanti. Intanto la buona notizia è che, proprio nel 2016 “Anno dei Cammini”, il riconoscimento ufficiale di questo percorso sarà suggellato dall’accordo che le Regioni interessate dal tratto francigeno meridionale sottoscriveranno prima dell’estate. Inoltre saranno stanziati 40 milioni di euro dal MIBACT per l’attuazione di questo progetto e qui è importante che tali finanziamenti siano spesi secondo un criterio logico e qualitativamente coerente.
Infatti dovrà essere delineato un tracciato georeferenziato dei percorsi francigeni, che non possono essere, tranne in pochi casi, asfaltati ma devono essere sterrati; lungo il percorso, poi, devono essere create infrastrutture ricettive e devono essere messe in connessione le città interessate dallo stesso valorizzandone i monumenti, le chiese, i castelli e le piazze; sarà necessario, infine, creare la cartellonistica che tracci in maniera sensibile il percorso.
Ma Aldo Patruno rivela un progetto ambizioso: la via Francigena del Sud potrebbe anche estendersi fino a Santa Maria di Leuca, nell’ambito del progetto South Cultural Roads, e inserirsi nella Macro Regione Jonico-Adriatica, diventando un ponte con i Paesi dell’Est e trasformandosi, così, in un percorso universale.
Altro elemento da non sottovalutare è che, implementando lo sviluppo della via Francigena del Sud, si darebbe grande impulso al turismo religioso e culturale anche nei periodi autunnali e invernali. In questo modo il turismo in Puglia non sarebbe solo sinonimo di “sole e mare”.
Rete, abbandono di interessi particolari, tecnologia, storia, arte, cultura e ampia visione sono, pertanto, i tasselli importanti del bellissimo mosaico della Via Francigena del Sud di cui Ruvo di Puglia, come tutti le città coinvolte, sarà protagonista.