“Vedere”, “toccare” e “sentire” la Passione di Cristo
E’ affidata alle parole dello storico dell’arte Francesco Di Palo l’introduzione al progetto fotografico-sensoriale “Il senso del Santo”, a cura dell’Associazione “Màdö” e dell’Associazione Sociale e Culturale “Ruvo 2.0 – Salvatore Barile”, inauguratasi ieri, in Corso Gramsci 26.
Un breve racconto sensoriale, da leggere sul pieghevole della mostra, che parte dal buio primordiale dove si percepiscono suoni e profumi per giungere alla Luce, alla rinascita attraversando un percorso che si arricchisce di sensazioni, suggestioni e dialogo con il Divino.
Tale è anche la mostra, con le “drammatiche” fotografie in bianco e nero di Donato Anselmi, Domenico Mastandrea e Marco Volpe, i manichini che indossano i paramenti delle quattro Confraternite cittadine, i simboli della Passione di Cristo e la Quarantana, uno dei simboli “pagani” della Settimana Santa rubastina, la quale esploderà al passaggio del “Cristo Risorto” il giorno di Pasqua.
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«E’ un progetto che avevamo in mente di fare da tempo – spiega Mastandrea – ma non c’erano le condizioni favorevoli per attuarlo. Questa volta tutto si è concretizzato». Fortuna vuole che i cromatismi del locale che ospita la mostra, appartengano alla tavolozza di colori propri della Passione di Cristo, il bianco e il rosso. Colori che danno risalto alle cornici dorate e alle fotografie illuminate da candele, mentre l’aria è pervasa dal profumo dell’incenso, che brucia da un turibolo di foggia antica. Nelle stanze, le solenni marce funebri dei grandi Maestri ruvesi accompagnano in questo viaggio esperienziale della “Passione di Cristo”.
«La Confraternita “Opera Pia San Rocco” è stata molto gentile nel metterci a disposizione una mozzetta antica (il mantello, ndr) e un camice di cinquant’anni fa» continua Volpe. Non solo quindi un viaggio sensoriale, ma anche un cammino tra passato e futuro.
Le foto sono state realizzate tra il 2016 e il 2017 e colgono sguardi di devoti e di statue, rituali e riti, “vestizioni”, merletti, luci, preghiere e drammatizzazioni della Settimana Santa ruvese. La loro disposizione parte dal buio di una chiesa, illuminata dal timido chiarore di uno spiraglio o dalla luce di un cero per terminare col fragore dello scoppio delle Quarantane. Guardando le foto si va oltre le immagini e si ricostruisce il passato e il futuro dei soggetti ritratti, si creano storie.
La mostra, realizzata in collaborazione con la Confraternita Opera Pia San Rocco, l’Arciconfraternita del Carmine, la Confraternita di Maria Santissima del Suffragio – Purgatorio, la Confraternita della Purificazione di Maria Santissima Addolorata e della Pro Loco di Ruvo di Puglia, è visitabile tutti i giorni, sino a domenica 1° aprile, dalle 19.00 alle 21.00, in Corso Gramsci 26. Ingresso gratuito.