VAGLIA POSTALE CIRCOLARE NON TRASFERIBILE INCASSATO DA UN TERZO. LA VICENDA CAPITATA A UN RUVESE
Una storia molto particolare e per certi versi paradossale. A viverla è un nostro concittadino, ufficiale dell’Aeronautica e residente a Roma, che davvero non si capacita per l’accaduto.
Il 16 dicembre 2016 si reca presso l’Ufficio Postale centrale di Ruvo di Puglia, sita in via Cesare Battisti, richiedendo l’emissione di un vaglia postale circolare non trasferibile a suo nome, per un importo di 10.000,00 €, pari al denaro depositato sullo stesso libretto. Per alcuni mesi conserva in un posto sicuro il vaglia e la triste scoperta la fa quando, il 15 settembre 2017, si presenta presso uno sportello ATM della sua banca per il versamento del titolo.
Passa qualche giorno e da un controllo del suo conto, si accorge che il vaglia era stato stornato. Risulta impagato. Sì, avete compreso bene: un vaglia postale intestato a sé stesso, pari all’importo del denaro esistente sul libretto, non trova la necessaria copertura economica.
Scopre che il vaglia era stato negoziato il 23 maggio 2017 a San Giuliano in Campania, presso la filiale del Banco Popolare di Bari, malgrado il titolo fosse stato sempre in suo possesso.
A distanza di quattro mesi, Poste Italiane non fornisce alcun riscontro. “Sono sbalordito – racconta a ruvesi.it – per quanto è successo. Tutto questo era davvero impensabile fino a qualche mese fa. Sono molto preoccupato e vorrei sapere se riuscirò a ricevere quanto mi spetta al netto della frode che probabilmente è stata compiuta ai miei danni senza averne colpa”.
Il protagonista della vicenda attende la decisione dell’arbitro bancario finanziario a cui si è rivolto tramite il suo avvocato.