VACCINI, L’INIZIO DELLA SCUOLA SI AVVICINA MA MANCA ANCORA IL 40%
Le lezioni in presenza riprenderanno tra poco più di un mese e, se si è pensato a proteggere per prima la fascia più debole degli anziani, ora si deve pensare ai ragazzi, i più colpiti dai contagi in questa fase della pandemia che non ha rallentato la sua corsa con le temperature elevate ma, al contrario, sta colpendo chi si pensava potesse reggere meglio l’attacco del virus. Se l’obiettivo è vaccinare, e quindi immunizzare, almeno il 60% dei ragazzi prima che riaprano le scuole, bisogna fare in fretta.
“Le difficoltà più grandi arrivano dalle famiglie no-vax che formano un ostacolo a procedere in modo da salvaguardare sia la salute fisica che la crescita psicologica, cognitiva e relazionale degli adolescenti, è necessario far comprendere loro quanto sia importante la vaccinazione di tutti per garantire la riprese della normalità quanto prima”. A parlare è la vice presidente dell’Ordine degli Psicologi di Puglia, Giovanna Pontiggia. La psicologa sottolinea “Riprendere le lezioni in presenza significa attivare una serie di attività penalizzate da quasi due anni, ma soprattutto dare nuovo impulso allo sviluppo globale dei ragazzi. Certamente l’estate ha contribuito a farlo, ma la possibilità di dover nuovamente chiudere tutto non è poi così remota, e costringere i ragazzi ad altri lunghi periodi di lezioni on line, con una ricaduta sulla qualità della didattica e le problematiche psicologiche che ne conseguono, e che abbiamo ampiamente analizzato, è un rischio che bisogna scongiurare a tutti i costi con la responsabilità e consapevolezza di tutti”.
“Le esperienze di interazione sono una risorsa, un arricchimento, diventano fonte di conoscenza e vederle sostituite con uno scambio virtuale non è incoraggiante. Non vogliamo entrare nel merito delle logiche politiche” sottolinea la dottoressa Pontiggia, e conclude dicendo: “Ma ci auguriamo che si possa trovare un punto d’incontro tra decisori politici, famiglie e ragazzi per salvaguardare la salute di tutti. Più che mai questa pandemia ha consolidato il pensiero dell’impossibilità di scindere la salute fisica da quella mentale. Hanno una influenza reciproca indissolubile, pertanto devono essere tutelate entrambe”.