USCA, DAMASCELLI (FI): “ENNESIMO FALLIMENTO DI EMILIANO. PAZIENTI COVID IN ISOLAMENTO DOMICILIARE ABBANDONATI DALLA REGIONE”
Nota del consigliere regionale di Forza Italia, Domenico Damascelli.
“Sull’attivazione delle Unità speciali di continuità assistenziale, Emiliano sta portando a casa l’ennesimo fallimento gestionale. Il decreto legge che stabilisce l’istituzione di queste equipe sanitarie da parte delle Regioni è del 9 marzo. Siamo al 6 maggio e in Puglia sta accadendo qualcosa di davvero incredibile, siamo ancora in altissimo mare sebbene l’importanza delle Usca sia ormai evidente a tutti: sono uno strumento organizzativo che consente di assicurare le dovute e preziose cure domiciliari ai pazienti affetti da Covid-19, in modo da non lasciarli soli in una situazione di tale delicatezza. Non solo: avere un sistema di cura domiciliare efficace concorre anche a decongestionare gli ospedali e a scongiurare il peggioramento delle condizioni del paziente. Non c’è da sorprendersi, poi, dell’elevato tasso di mortalità in Puglia: un paziente in isolamento domiciliare che non riceve cure adeguate, può peggiorare e arrivare in ospedale con un quadro clinico troppo critico. Andiamo per gradi, avendo seguito passo passo la vicenda, con più interventi e interrogazioni urgenti dirette alla Giunta regionale. La Regione Puglia si è ricordata il 19 marzo di pubblicare il bando per reclutare medici e infermieri. Dopo di che, è caduta in un immobilismo incomprensibile nonostante i nostri numerosi ed insistenti appelli ad accelerare i tempi. Poi è arrivato finalmente l’annuncio che le Usca sarebbero state attivate il 24 aprile… ma di quale anno? Domanda che sorge spontanea. Oggi siamo al 6 maggio e si brancola ancora nel buio, nella più totale disorganizzazione, e in barba alla necessità di fare tutto il prima possibile. Tanto vero che alcuni medici che avevano dato la loro disponibilità a far parte delle Usca, hanno lasciato la Puglia e hanno preso servizio nelle Unità della Basilicata! Voci sempre più pressanti iniziano a sostenere che molti medici non abbiano aderito perché mancano, ancora oggi, i dispositivi di protezione individuale completi (e i 32 milioni spesi in Cina per i dpi che fino hanno fatto?). Operatori sanitari e sociosanitari non si sentono, a ragione, sufficientemente protetti per penuria dei dispositivi. Da ciò emerge con chiarezza la sfiducia della classe medica nei confronti della gestione Emiliano, sonoramente bocciato e ritenuto incapace di garantire sicurezza a chi è in prima linea contro il coronavirus. Continuiamo, perciò, a richiedere l’attivazione immediata delle Usca, ma in totale sicurezza per gli operatori. A questo punto, però, vogliamo anche sapere, nel dettaglio, cosa stia succedendo in ogni Asl: a che punto siano e quali siano gli impedimenti. Sono morti 150 medici e non servono altre chiacchiere: servono dispositivi di protezione completi per proteggere coloro che faranno parte delle Unità speciali, ma anche per tutti i professionisti della sanità che continuano a svolgere il loro lavoro negli ospedali e sul territorio”.