Un’onda e una chitarra incantano i ruvesi
Prende il nome da un valzer di Pasquale Taraffo “L’onda. Storie di uomini e chitarre”, concerto-narrazione per la voce e la chitarra di Antonio Stragapede, tenuto lo scorso mercoledì sul piazzale antistante l’Infopoint a Ruvo di Puglia.
“L’onda” è l’omaggio che Taraffo, El dios de la guitarra come lo chiamavano gli argentini od O Reua- La Ruota, appellativo affettuoso dato dai suoi concittadini genovesi per il modo in cui muoveva la mano quando toccava le corde, ha fatto al mare su cui la sua città ha dominato all’epoca delle Repubbliche marinare e sul quale lui, con la sua chitarra a quattordici corde che si manteneva su un piedistallo, ha viaggiato per raggiungere terre in cui appagare la sua fame di notorietà, insieme agli italiani che partivano alla ricerca di fortuna.
Di Taraffo, degli altri suonatori di chitarra e dei maestri liutai si narra ne “L’onda, storie italiane di uomini e chitarre”, libro-cd di Marco Vinicio Bazzotti scritto in collaborazione con lo stesso Stragapede e al quale ha dato un prezioso contributo Francesco Guccini.
Stragapede, nello spettacolo prodotto da Alex Savelli e dall’Associazione le Nuvole di Sasso Marconi, accarezzando la sua chitarra (copia di una Maccaferri), ha donato a un pubblico attento e folto, dagli occhi lucidi e avido di storie e musica, un repertorio di fine ‘800 e primi del ‘900 composto da polke, mazurke, serenate e marce e valzer suonati e ballati sì nei saloni aristocratici e altoborghesi ma poi trascritti e adattati, per un pubblico popolare, dai maestri chitarristi che li incisero sui 78 giri e li portarono in tournée per l’ Europa, gli Stati Uniti e l’America Latina. Musiche ora un po’ neglette ma che all’epoca hanno accompagnato storie d’amore, di convivialità e spensieratezza ritagliate tra le fatiche e i dolori della quotidianità.
La voce profonda di Stragapede ha reso vivide le figure di Italo Meschi, The Last Troubadour come lo definì la stampa britannica negli anni Venti, il quale con la sua barba e chioma fluenti, con lavoce baritonale e la chitarpa (chitarra-arpa) incantò sovrani, intellettuali e gente umile senza chiedere alcun compenso se non il minimo indispensabile per condurre una vita ascetica e nel nome del pacifismo; di Manlio Biagini, tanto corpulento quanto buono, di cui ha riproposto “Gentile serenata”. E poi si è narrato di Luigi Mozzani, del celebre Mario Maccaferri e di tutti gli altri chitarristi e liutai a cui gli americani devono molta gratitudine.
Le serenate, le mazurke sono fluite talora con dolcezza malinconica talaltra con vivacità, come nella “Tarantella moresca di Ruvo di Puglia” (“Tarantielle de Funde Marasche”), dalla chitarra del musicista ruvese che ha ricordato, affettuosamente, un barbiere ruvese – e le barberie come tutte le altre botteghe artigiane e le osterie erano luoghi in cui si “produceva” musica – amasse disporre alle pareti del locale gli strumenti che lui stesso suonava.
Il libro-cd è disponibile presso l’Infopoint di Ruvo di Puglia: il concerto, infatti, fa parte degli interventi di sostegno alla qualificazione e potenziamento del servizio di informazione degli Info-Point turistici dei comuni aderenti alla rete regionale. Inoltre, ha avuto il patrocinio dell’Assessorato alla Cultura del Comune di Ruvo di Puglia in collaborazione con la Pro Loco di Ruvo di Puglia.