UNIVERSITA’ DELLA TERZA ETA’: AL VIA L’ANNO ACCADEMICO
Mimma Summo presenta l’anno accademico dell’Università della Terza Età.
L’anno accademico 2017/18 si apre con i suoi 165 iscritti e le tante difficoltà organizzative che la sede provvisoria, fissata quest’anno presso le Suore di Don Bosco, comporta. Il Presidente don Vincenzo Speranza ha salutato gli iscritti, riuniti in assemblea, e li ha informati sulle modalità da adottare e sui condizionamenti a cui si va incontro per il cambio di sede. Le parole del Presidente hanno suscitato un coro di proteste per il “ problema sede “ mai risolto. Il sig. Pinuccio Altamura ha espresso in modo energico il suo pensiero, condiviso da molti: “Ogni inizio di anno accademico è vissuto da noi con molta apprensione a causa della sede. La nostra Università della Terza Età è una istituzione vera e propria e come tale deve essere rispettata da tutti, soprattutto dagli organismi locali, senza alcun pregiudizio nei nostri riguardi. Quest’anno abbiamo corso il rischio di chiudere i battenti e solo grazie alla disponibilità delle Suore di Don Bosco ci è consentito di svolgere le attività. In queste condizioni la situazione è diventata insostenibile. E’ ora che tutti insieme, a cominciare dai soci iscritti, facciamo sentire la nostra voce con pacatezza, ma con determinazione, perché l’Università della Terza Età di Ruvo è per noi l’unico polo di aggregazione,un riferimento ormai consolidato, oltre che uno stimolante centro culturale di tutto rispetto.”
Sulla necessità di difendere questa istituzione per gli stimoli culturali che offre si è soffermata la prof.ssa Rita Leone, docente di Letteratura Italiana, in occasione della presentazione del libro “L’alba del giorno dopo… Riuscì a splendere il sole per me” scritto e pubblicato da uno dei suoi corsisti, Aurelio Bruno.
In età adulta, ha detto la docente, tornare sui banchi di scuola riserva piacevoli sorprese. Non è raro il caso di corsisti che, frequentando i laboratori, scoprano di avere attitudini nascoste. Emergono insospettabili eccellenze in ambito artistico, musicale, teatrale che rendono più che dignitosi gli spettacoli di fine anno. Una piacevole sorpresa è stata la pubblicazione del testo di Aurelio Bruno, un giovane ottantenne che conserva l’energia dei suoi anni migliori e non smette di coltivare passioni, di soddisfare la sua sete di conoscenza.
E’ la “curiositas” dei latini su cui si basa il progresso, ha continuato la prof.ssa Leone, e ha richiamato alla memoria il folle volo di Ulisse e i noti versi danteschi:
“Fatti non foste a viver come bruti, ma per seguir virtute e canoscenza.”
Ha poi spiegato il titolo del libro che ruota intorno alla semantica della luce ed esprime la fatica e la caparbietà di chi vuole superare la notte. Il testo è costituito da un filone autobiografico, corredato da foto tratte da un album di famiglia, e da pillole di saggezza che rivelano la forma mentis dell’autore, la piena adesione a quei valori che oggi spesso perdiamo di vista: l’amicizia, la pace, l’amore per la vita, la vera felicità…
“Non sono né uno scrittore né un poeta, non ho pretese e non sono una persona di cultura – scrive l’autore – ma voglio ringraziare chi mi ha invogliato a scrivere e a mettere fuori quell’entusiasmo nascosto.”
Nella Prefazione la motivazione a scrivere:
“ Scrivo per far conoscere ai miei nipoti come si viveva in tempi molto diversi da quelli attuali; far conoscere la gioia che si ricava dal compiere con impegno e spirito di sacrificio la missione che Dio assegna a ciascuno di noi. I nostri migliori progetti, per realizzarsi, devono passare attraverso il buio e il gelo dell’inverno.”
La scelta della scrittura, ha commentato la docente, è coraggiosa, perché controcorrente. Oggi preferiamo affidare alle immagini le emozioni, manchiamo di creatività. La scrittura invece è terapia dell’anima, espressione di verità e di libertà. Abbiamo bisogno di scrivere, di parlare, ma spesso manca l’interlocutore perché non c’è tempo per l’ascolto.
Lodevole la sensibilità di Aurelio Bruno nel finalizzare la pubblicazione del libro ad una giusta causa: una raccolta di fondi a favore del piccolo Felice.