Attualità

UN’ANZIANA RUVESE NON PRESENTA LA DICHIARAZIONE DEI REDDITI E L’INPS LE RIDUCE LA PENSIONE

Siamo alle solite!
Quella di cui vi do conto qui di seguito, è l’ennesima storia assurda, una di quelle “all’italiana” come si suol dire, che vede come protagonisti un’anziana ruvese e l’INPS.
Una falsa cieca? Una falsa sorda?
Niente di tutto questo!
La signora Mastrorillo Angela, 86 anni il prossimo aprile, non è assolutamente una “malata immaginaria”. La donna, infatti, dalla morte del marito avvenuta nel 2001, percepisce dall’INPS una regolarissima pensione di reversibilità.
Le cose filano lisce fino al febbraio 2016.
Con una raccomandata, l’istituto previdenziale di Bari comunica all’anziana dell’esistenza di un debito maturato nei confronti dell’ente di 13.886 euro per la cui soddisfazione le verranno decurtati dalla pensione 200 euro mensili.
La storia, descritta nei minimi dettagli pure sulla Gazzetta del Mezzogiorno che qualche giorno fa si è occupata della vicenda, la raccolgo dalla diretta voce del figlio della donna, Donato Castagna, musicista, che, abbastanza adirato, mi racconta la bizzarria di questa pretesa.

Questo debito, infatti, relativo agli anni 2011 e 2012, nasce per la mancata presentazione all’ente della dichiarazione dei redditi diversi da quelli pensionistici eventualmente percepiti dalla Mastrorillo. L’anziana, però, fatta eccezione per la pensione, non produce alcun reddito. È un’indigente. Non ha una abitazione di proprietà e vive in fitto, motivo per cui il figlio ha omesso, sbagliando evidentemente, la dichiarazione.
Con domanda di ricostituzione reddituale, l’interessata comunica all’INPS che la sua posizione reddituale relativa agli anni contestati è pari a zero e quindi si rende necessario l’annullamento del debito.
L’ente previdenziale, preso atto della domanda, annulla il debito del 2011, ma, sorpresa delle sorprese, le contesta 6.840 euro relativi all’anno 2012.
Una nuova domanda di ricostituzione reddituale non serve a cambiare il quadro già delineato: la donna deve saldare il suo debito poco alla volta, mensilmente. Fino ad oggi ha pagato la metà.
Mia madre – mi racconta preoccupato il signor Castagna – non fa altro che piangere. Questa vicenda è diventata per lei una malattia che non fa che pesare sulle sue già precarie condizioni di salute“.
L’incoerenza della situazione è palese alla luce della circolare n. 195 del 30/11/2015 con cui la stessa INPS comunica che i soggetti che non beneficiano oltre alla pensione di altri redditi, sono esonerati dal presentare la dichiarazione.
Tanto più, poi, la situazione si palesa assurda se si considera che nell’era telematica in cui viviamo, piccoli accertamenti sarebbero bastati all’ente previdenziale per accertare gli eventuali redditi ulteriori goduti dalla pensionata.
La risposta dell’INPS all’anziana è stata categorica. “Abbiamo solo applicato la legge, ora c’è solo spazio per un’azione legale“.

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