Sport

Una vita per lo sport: intervista a Stefania Bellarte

Spesso accade che lo sport entri nelle nostre vite rivoluzionandole, stravolgendo i nostri equilibri, occupando un ruolo centrale. Più rari sono i casi in cui lo sport diventa un’autentica ragione di vita. Per Stefania Bellarte –classe ’75 e sorella di Mister Max Bellarte– lo sport, il movimento, il benessere del fisico e dell’animo assumono le sembianze di una vera e propria missione. L’obiettivo? Trasformare il movimento fisico in sorrisi. Nella giornata internazionale della donna non potevamo che intervistare un simile punto di riferimento per lo sport ruvese. Sin da piccola, Stefania cresce provando ogni disciplina, dall’atletica al nuoto, dalla pallavolo al basket. E’ proprio la pallacanestro lo sport che la cattura: Stefania diventa una giocatrice professionista. Disputa numerose stagioni nelle massime serie italiane con le maglie di Bari e Monopoli, senza tralasciare lo studio: dopo il diploma al liceo linguistico consegue anche il diploma ISEF a Foggia con la brillante votazione di 110 e lode. La sua carriera nell’ iper-competitivo campionato nazionale, che ai tempi era il miglior campionato al mondo (non era ancora nata la WNBA) , le permette di giocare anche al fianco di una leggenda senza tempo del basket mondiale come Lataunya -detta Tanya- Pollard, atleta da lei stessa definita come la migliore con cui abbia mai giocatoQuando è giunto il momento di appendere le scarpe al chiodo, Stefania non ha perso un attimo, inserendosi immediatamente nell’ambito dell’insegnamento ricreativo e sportivo e prendendo parte a progetti di attività motoria al Secondo Circolo Didattico “G. Bosco”, a corsi di insegnamento di basket, calcio, nuoto e zumba e collaborando in palestra con Vivo Latino e G & G.
Ecco di seguito le sue dichiarazioni:

Come è avvenuto il tuo passaggio ad altre esperienze sportive e ricreative dopo la fine della tua carriera?

Dopo la fine della mia carriera sportiva lavoravo già in palestra e insegnavo minibasket,dunque è stato facile inserirmi in altre discipline.

Dunque sei completamente immersa in attività di insegnamento e iniziazione allo sport dei giovani ruvesi. Come ti poni in relazione a questo ruolo e alle responsabilità che ne derivano?

Io adoro questo lavoro. È come se fosse la mia missione. Non mi sentirai mai dire “sono stanca” o “oggi non voglio andare a lavorare”. Al contrario mi sentirai dire che odio la domenica o i giorni in cui non lavoro.

Se dovessi comparare le due fasi della tua vita, ovverosia la tua carriera professionistica e quella da insegnante, sapresti dire quale fase preferisci?

Beh, sono due cose diverse. Entrambe mi hanno regalato emozioni e soprattutto mi hanno permesso di circondarmi di tante persone che mi adorano.

Allora ti va di raccontarci un aneddoto divertente derivante da una delle tue vite lavorative?

E’stato divertente quanto successo una volta in piscina. Io ho i capelli viola e le mie allieve si sono presentate tutte con un ciuffo finto viola. Allo stesso modo, in palestra si sono presentate tutte con i codini, esattamente come me.

Dalle parole di Stefania traspare tanto amore per il proprio lavoro e tutto l’affetto che i suoi allievi sviluppano nei suoi confronti. Le auguriamo di continuare a svolgere il proprio lavoro con lo stesso entusiasmo e di confermarsi come un punto di riferimento della comunità sportiva ruvese!

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