UNA TURISTA INGLESE: "LA DOMANDA NON E' PERCHE' TORNI A RUVO, MA COME PUOI LASCIARLO"
Maria Ursi Amesbury è una ruvese che abita in Inghilterra, precisamente a Bristol, da molti anni. Durante uno dei corsi intensivi d’italiano da lei organizzati a Ruvo di Puglia, uno dei partecipanti, la signora Pippa Pal, ha scritto un articolo che condividiamo. E’ in inglese, seguita dalla traduzione effettuata da Maria Ursi Amesbury che salutiamo e ringraziamo.
Return to Ruvo di Puglia
How do you return to Ruvo? How do you return when your first visit was so perfect? How do you return when you are worried that the town may have changed, that the Italian friends you made may be too busy, that perhaps they were just being polite when they said that you must come back?
How do you begin? You contact a dear ruvese friend who suggests that you stay at a B and B in the Centro Storico which is run by a friend of hers and you bring a very dear English friend whom you met in Ruvo the last time you came and who loves Ruvo and its people as much as you do.
You spend the a week reaquainting yourself with the town’s narrow stone streets, revisiting the Cathedral, the Museo di Jatta, the baker’s (coming out laden with taralli and a fresh dish for your lunch), the book shops (buying new books from each) and the bar where you find yourself returning most days for a cappuccino or gelato.
As you walk through town there always seems to be someone who greets you as a friend, possibly having met you the night before in the Piazza le Monache at the brilliant narration of the extraordinary story of a man called Novecento. Later you buy the book to read the story for yourself, making sense of the parts that you didn’t quite understand with your faltering (but growing!) understanding of Italian.
You find with your friend that people respond kindly to your efforts to speak the language which makes you try even harder. You write down local sayings and local dialect words. So when you are full you can say that you feel as if you have eaten San Rocco and his dog, and you check when you comb your hair whether it is straighter than the roads to Bisceglie! You try the delicious the scupatizzi and percorche neither of which are words or foods that you have heard of, or eaten before. And you regret that you will not be able to taste them again until you return to Ruvo.
You go to Bitonto to visit the cathedral and the excavations and beautiful mosaics in the crypt and you go to Barletta to see once again the Exhibition of Nittis’s paintings, and to wonder once again why he is not known widely outside Italy.
And you realise that the friendships you made on your first visit are even more precious than you had thought, your Italian friends are never too busy to spend time with you, to bring you gifts of home-made pesto and zucchini ripieni, to cook you fresh cozze and cavatelli with piselli, to share their friends and family with you and to make sure that you feel you are at home.
So the question is not how do you return to Ruvo, it is, like the first time, how can you possibly leave it?
Pippa Pal
Traduzione
Ritorno a Ruvo di Puglia
Come si ritorna a Ruvo? Come si ritorna quando la tua prima visita è stata così perfetta? Come si ritorna quando ci si preoccupa che il paese possa esser cambiato, che gli amici italiani possano non aver tempo o esser troppo impegnati, o forse che ci invitavano a ritornare solo per essere cortesi?
Come si comincia? Scrivendo a un’amica ruvese che ti suggerisce di stare in un B&B nel centro storico di una sua amica e invitando a venire con te una tua carissima amica inglese, che hai conosciuto a… Ruvo, l’ultima volt ache sei venuta e che ama Ruvo e la sua gente con la tua stessa intensità.
Passi la tua settimana riabituandoti alle strette strade di pietra, rivisitando la Cattedrale, il museo Jatta, il panificio Cascione, (dove Ettore, il proprietario, ti riempie di taralli e di delizioso cibo per il tuo pranzo), ritornando nelle librerie e comprando libri, ritornando ogni giorno al solito bar a bere il cappuccino e a mangiare il gelato.
Mentre cammini per le strade sembra esserci sempre qualcuno che ti saluta, proprio come fanno gli amici di sempre, forse l’avevi incontrato il giorno prima in Piazza le Monache, alla brillante narrazione della straordinaria storia di un uomo chiamato Novecento. Più tardi vai a comprarti il libro per leggertelo da sola, per capire quelle parti che ti sono sfuggite per colpa del tuo italiano lacunoso, ma che sta migliorando di giorno in giorno.
Con la tua amica inglese vi trovate d’accordo che la gente risponde con gentilezza ai vostri sforzi di parlare italiano, il che ti incoraggia ad insistere e a riprovarci. Scrivi sul tuo quaderno i modi di dire locali e le parole dialettali. E quando sei piena dopo un ricchissimo pranzo ti sembra di aver mangiato San Rocco e tutto il suo cane, quando ti pettini stai attenta che la riga sia più dritta della strada di Bisceglie! Assaggi i deliziosi “scupatizzi” e i “percochi”, parole di cibo che non hai mai sentito prima. E ti dispiace che non potrai più mangiarne , o almeno non prima del tuo ritorno a Ruvo.
Vai a Bitonto a visitare la Cattedrale, gli scavi e i bellissimi mosaici della cripta, e poi a Barletta a vedere di nuovo la mostra dei quadri di De Nittis e a chiederti, ancora una volta, perché questo grande artista non è conosciuto fuori dall’Italia.
Ti accorgi che le amicizie che avevi fatto durante la prima visita sono ancora più preziose di quanto pensassi, che i tuoi amici non sono mai tanto impegnati da passare un po’ di tempo con te o da portarti regali di pesto fatto in casa, zucchine ripiene, da preparare per te le cozze fresche o piselli e cavatelli, da condividere con te i loro amici e parenti, da farti davvero sentire a casa.
La domanda, quindi, non è come torni a Ruvo ma, come la prima volta, come puoi lasciarlo?
Pippa Pal
Traduzione di Maria Ursi Amesbury