Cultura

Una tomba peuceta intatta scoperta in via Alberto Mario

I ritrovamenti archeologici della scorsa settimana, avvenuti tra via Mameli e via Alberto Mario, hanno portato alla luce due sepolture, di cui una completa del corredo funerario.

Gli interventi da parte della Soprintendenza Archeologica con il funzionario Pino De Santis e le attenzioni dell’archeologa incaricata Alessia Amato hanno riportato tracce concrete della Ruvo peuceta. Sul posto presente anche l’assessora alla cultura Monica Filograno che ha espresso la volontà di avviare un’intesa istituzionale che rilanci l’importanza archeologica della città integrando un progetto già in cantiere.

Le tombe risalirebbero a 2400 anni fa, una delle quali completamente depredata. L’altra è una tipica tomba peuceta con lastroni che rivestono i lati e il fondo. All’interno è stata rinvenuta una sepoltura completa con uno scheletro rannicchiato sul fianco sinistro e un corredo funerario composto da un cratere di media grandezza e una lucerna.

«Non abbiamo elementi al momento per dire se si tratti di un uomo o di una donna, visto che nel corredo non sono stati ritrovati elementi come armi o monili, riconducibili a un soldato oppure a una dama» dichiara alla Gazzetta del Mezzogiorno Marisa Corrente, funzionario archeologo della Soprintendenza. Particolare, spiega l’archeologo, è la presenza di altre ossa nello stesso sarcofago. Tra le spoglie all’interno della tomba, appaiono due crani tra piccoli oggetti in ceramica. Al di fuori, altri crani e numerose ossa non ancora riconducibili a persone di sesso maschile o femminile, giovani o adulte.

L’area oggi interessata non è nuova a scoperte archeologiche. Già nella primavera del 1997, nei pressi della nuova chiesa di Santa Lucia, furono individuate due sepolture quasi intatte con importanti corredi vascolari.

Gli studi da parte della Soprintendenza, per il ritrovamento attuale, proseguiranno nei prossimi giorni con test sulle ossa e perizie da parte di un antropologo. Quel che per ora è certo è il valore straordinario che i ritrovamenti hanno consegnato alla città, confermandola ancora una volta culla di storia e cultura.

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