Una Matematica spettacolare: Sandra Lucente al Liceo Tedone per le Giornate della Cultura Scientifica
Cosa hanno in comune Giacomo Leopardi, James Joyce, Italo Calvino e Raymond Queneau?
Non il fatto che siano stati grandi scrittori, bensì l’aver inserito ciascuno nella propria poetica e visione del mondo un’astrazione matematica come l’infinito. Raymond Queneau con “Cent mille milliards de poèmes” dichiarava di poter includere in 100 pagine 100.000.000.000.000 (10^14) di sonetti, tutti regolari, solo grazie a un sistema di fogli suddivisi in bande e all’interattività con il lettore che avrebbe potuto combinare i versi a piacimento fino a comporre centobilioni di poesie diverse. Un numero persino più grande del cosiddetto numero di Joyce (10^3, su cui si interroga Mr Bloom in uno degli iperbolici passi dell’”Ulisse”, noto come “Itaca”, mentre riflette sugli ordini di grandezza), così grande da richiedere una lettura di 200 milioni di anni forse (a leggere h24), ma pur sempre limitato rispetto a quell’infinito di leopardiana memoria, “ove per poco il cor non si spaura”.
Lo rac-conta alle classi seconde del Liceo Tedone Sandra Lucente, Professoressa Associata di Analisi Matematica presso il Dipartimento Interateneo di Fisica dell’Università degli Studi di Bari, durante la sua lectio “Infinitesimo, piccolo, grande, infinito. Le grandezze facciano ordine!”
Non esiste conto senza rac-conto, dice la professoressa Lucente. Una matematica non raccontata implode. Viceversa, una letteratura che non sappia far da conto non serve o, meglio, non aiuta a capire quali potenti strumenti di libertà e di democrazia siano il saper contare e rac-contare con precisione. “Prendete articoli in cui siano inserite delle percentuali e vedrete errori enormi”. Invece, comprendere la differenza fra milione e miliardo in una manovra economica fa la differenza, perché significa prevedere se sarà incluso il Sud o no. Anche per quel paradosso che sono le grandezze infinitamente piccole è importante comprendere che il batterio può essere programmato per immagazzinare quantità enormi di dati e che un millesimo è un ordine di rilievo, perché per un millisecondo si vince o si perde.
E così, spaziando da Archimede a Pitagora, dall’aleph a Marco Polo, da Eulero a Dante al teorema delle città di Italo Calvino, la professoressa Lucente guida studentesse e studenti nell’impero della matematica con alti voli affabulatori dove il racconto letterario spicca per il suo essere “un’operazione sulla durata, un incantesimo che agisce sullo scorrere del tempo, contraendolo o dilatandolo” (Calvino). Dall’Auditorium echeggia la suggestione di un alunno: “Le Mille e Una Notte!”. Ma quanto è grande 1000? E 100, è un numero grande o piccolo? Dipende. Se devo imparare a memoria i 100 Canti della “Divina Commedia” o solo 100 versi. Gli ordini di grandezza esistono nel confronto, eppure, nonostante il confronto, se dentro al pi greco ciascuno di noi può trovare la propria data di nascita, non è segno di quanto ogni vita umana sia da sempre per sempre incommensurabilmente inestimabile, nonostante l’ordine della propria data tra le cifre decimali possa variare?
E come ragionare per risolvere problemi di stima con variabili chiave rispondendo a domande alla Enrico Fermi tipo “quanti accordatori di pianoforte ci sono a New York?” O, riuscirebbero tutti i cittadini di Ruvo a stare nella piazza principale del paese?
Già, la piazza. “1 milione di manifestanti in piazza San Giovanni a Roma” e magari c’ero anch’io: quando i numeri diventano importanti, conoscerli con precisione è potere, essere in quei numeri appartenenza, contare è democrazia.
Grazie INFINITE, Professoressa Lucente!