Attualità

Un sogno chiamato New York: la nuova vita di Giorgia Riccardi

New York può farti sentire un alieno. A dirlo era Sting nella sua “Englishman in New York”, famosissima canzone del cantautore britannico, diventata con gli anni il pezzo di riferimento per i ragazzi provenienti da tutto il mondo che cercavano fortuna nella Grande Mela. Tra i milioni di adolescenti che sono cresciuti sognando di sentirsi degli alieni tra quei grattacieli c’è una ruvese, Giorgia Riccardi, ballerina classe ’96 diplomata al Liceo Linguistico O.Tedone. Questa giovane ruvese ora è negli States, all’inseguimento del suo sogno: la danza. Giorgia ha sempre voluto ballare. Sin dall’età di tre anni frequenta corsi di danza presso la scuola “Dance World” di Sabrina Scioscia, donna alla quale Giorgia riconoscerà sempre un ruolo fondamentale nella propria vita. Crescendo si trasferisce alla “The Company” di Angela Maria e Antonella Sparapano, perfezionando le proprie capacità e lasciandosi cullare da quel sogno chiamato New York. A nulla son valse le preghiere dei suoi genitori che volevano trattenerla in Italia: Roma, Firenze e Milano non erano compromessi accettabili. Ispirata dalle storie dei grandi ballerini che hanno sacrificato la propria vita pur di coronare il proprio sogno (lei stessa cita come riferimento Michaela DePrince, prima ballerina del Dutch National Ballet), Giorgia vuol dare tutto per la danza. Si sacrifica, vivendo per anni con la testa negli States, finché il sogno non prende forma. Quando l’abbiamo raggiunta per chiederle qualche dichiarazione sulla sua nuova vita, Giorgia ha lasciato che il flusso di emozioni e ricordi sgorgasse, come se fosse il resconto di un viaggio iniziato quando era ancora bambina. Sarebbe stato crudele tagliarne anche solo una parte. Ve lo riproponiamo per intero qui, augurando a Giorgia di non smettere di sognare, dando forma alla vita che sogna di vivere e rendendo orgogliose le persone che hanno creduto in lei, oltre che un’intera città.
Ecco a voi lo “stream of consciusness” di Giorgia:

“Incrocio milioni e milioni di vite ogni giorno per le vie di questa metropoli. Siamo tutti qui. Chi per lavoro, chi per visitarla, chi perché ci è semplicemente nato e chi -come me- per inseguire un sogno. È da quando avevo 11 anni che viaggio da sola oltreoceano per restare incantata,ogni volta, da questi grattacieli illuminati e dai teatri sempre pieni zeppi di gente. È da allora che ho iniziato a ripetere <<mamma, a New York ci andrò a vivere>> e lei mi ha sempre lasciata sognare:<<Aah,Giorgia,che bei sogni che hai>> . Pensava, forse, si trattasse di sogni fanciulleschi, destinati a svanire dopo la maturità. Non aveva capito che stavo facendo sul serio . È dal quarto anno di liceo che sono stata ammessa alla scuola che mi sta accogliendo. Ero pronta a partire ma…<<diplomati prima e poi si pensa>>. Quest’ultima frase è stata per due anni il mio buongiorno. Ogni giorno sognavo di volare via, ogni giorno quella realtà mi stava sempre più stretta. Erano troppo grandi le mie ambizioni per la realtà così chiusa e stretta in cui ero costretta a restare. Qualche mese prima della maturità pensavo che il mio momento di fuga fosse alle porte , ma non fu così. Durante gli esami di maturità raggiunsi New York per uno stage estivo di danza, durante il quale continuai a studiare per la prova orale . Il caso volle che gli orali coincidessero col giorno in cui si svolgeva l’audizione che attendevo ormai da anni .Tornai per un giorno in Italia e -tra inglesismi vari e jet-lag- portai a termine quegli esami, che tanto insignificanti mi apparivano. Non avendo potuto portare a termine quell’audizione ero moralmente distrutta. Il mio futuro, a quel punto della mia vita ,risultava essere un buco nero. Tornai a New York il giorno dopo: non potevo far altro che ballare e sperare in qualcosa di cui neppur io avevo contezza. Feci un’altra audizione e fui ammessa ad una delle migliori accademie di musical mondiali, ma anche in questo caso il destino ha voluto che non ci andassi. Dovevo tornare in patria. Avevo perso il lume della ragione: iniziai a frequentare lingue a Bari ed eliminai dalla mia vita la danza . L’infelicità governava i miei giorni. Mi nascondevo dietro un monologo intriso di finta felicità che mi trovavo a recitare ogni giorno quando mi chiedevano: <<e tu ora che stai facendo?>> . Quanto ho odiato quella domanda. Evitavo la gente pur di non fingere. Nulla, però, avviene per caso. Quegli errori, quelle scelte affrettate,mi hanno aiutata tanto, rendendomi la persona che sono oggi. Tra i banchi universitari mi chiedevo cosa stessi facendo, perché fossi incollata su quella sedia se volevo soltanto ballare. Non avevo bisogno di fogli e penne, solo di musica . M’iscrissi all’Accademia Unika di Sabrina Speranza a Bari, seguendo altre lezioni a Ruvo con la mia crew e ad Altamura con un’altra crew ancora per portare in gara l’Italia ai mondiali del WOD16 a Los Angeles. Avevo bisogno di tanti soldi per un viaggio del genere e così decisi di lavorare come dipendente di un supermercato a Bari. Per un anno le mie giornate iniziavano alle 5.30 del mattino terminando all’una di notte. L’anno che ha preceduto il coronamento del mio più grande sogno è stato un anno a dir poco sacrificante ma lo rivivrei altre mille volte. Con determinazione sono riuscita a pagare tutte le spese e non dipendere più dai miei genitori. Finalmente è il momento di partire per rivoluzionare la mia vita. I miei occhi potevano restare aperti da quel momento. Inizia così la mia nuova avventura presso l’ Alvin Ailey American Dance Theater, la mia seconda casa ormai. Ogni giorno, entrando, ringrazio i miei genitori -e me stessa- per il privilegio di poter respirare l’enorme quantità di arte che impregna quel singolo luogo. Ora che sono qui ringrazio il cielo per aver vissuto pienamente il mio passato: delusioni, pianti, notti insonni, rimorsi e piccole gioie. Posso dire di avercela fatta: vivere in un altro continente , lontano da tutto e tutti , iniziare una nuova vita, trovare una nuova me. Qui a NY, proprio dove ho sempre desiderato. È un cambiamento drastico questo, i primi giorni volevo scappare. Mi mancava la mia casa, rivolevo l’odore del caffè a svegliarmi ogni mattina accompagnato dalle urla di mio padre: <<Giorgia alzati è pronto , oggi perdi il treno>>. Ho costruito nuove abitudini, nuovi affetti e nuove paure. Sono tanto contenta di questa mia nuova vita. Gli insegnamenti che una città simile può darti sono tanti, infiniti direi .
Ciò che principalmente ho cambiato è il mio stile di vita. Da un paesino di provincia ad una grande metropoli, il salto può sembrare vertiginoso. Per me ,invece, non è stato affatto impegnativo: era come se la mia mente stesse già vivendo da tempo in questa città, mentre il mio corpo era ancora in Italia.
La Grande Mela insegna tanto. Insegna a diventare autosufficienti, a farsi coraggio da soli, che le assurdità non esistono solo nei film, che non esistono pregiudizi . Insegna ad essere open minded. Magari fermarti a parlare con uno sconosciuto non è sempre sbagliato, puoi sempre imparare qualcosa di nuovo. Insegna a non catalogare la gente per il colore della pelle o per la loro religione, a guardare le persone negli occhi. Tutto ciò che mi fa sentire nel posto giusto: il mio corpo e la mia mente hanno finalmente ossigeno qui. NY mi da tutto ciò che ho sempre desiderato: la scuola che ho sempre sognato, il tipo di gente che ho sempre desiderato accanto a me,capace di spronarmi, ispirarmi e sfidarmi. Ogni giorno bisogna dimostrare quanto vali, a te e agli altri. La danza è tutto questo: viaggiare ,esplorare, scoprire nuovi posti e nuove persone.E’ un vortice di passioni da cui è difficile uscire, un sacrificio che appaga gli animi. Non c’è arte più bella, a mio parere. È un sacrificio costante: si quando si parte e non si sa quando ci si ferma. Tutto ciò si tramuta, poi, in uno stile di vita: sacrificare tanto pur di raggiungere i propri obiettivi. determinazione, tenacia e passione. Fa star bene ma al tempo stesso ti fa del male .Una vera e propria droga.Vivrò per diversi anni qui, poi chi può sapere cosa mi riservi il futuro. Voglio solo ballare, non importa dove, non importa in che teatro del mondo. L’importante è emozionare il mio pubblico . Il mio sogno più grande è viaggiare per il mondo, ballando. Credo di essere nel posto più giusto come punto di partenza per questa mia nuova vita . Buona fortuna a me!”

Giorgia Riccardi

 

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