Politica

UN LETTORE: “MA-DURO? BREVI RIFLESSIONI SULLA POLITICA VENEZUELANA”

Riceviamo e pubblichiamo nota di un nostro lettore che fa un’analisi politica sulla realtà “venezuelana”.

Il fallimento di Maduro nella politica venezuelana è sotto gli occhi di tutti: il paese in questi anni si è impoverito, i venezuelani sono in fuga da una nazione governata da un dittatore liberticida, le promesse fatte in tempi recenti sono state immediatamente dimenticate, il paese è fermo da tutti i punti di vista.

Nonostante tale situazione sia sotto gli occhi di tutti e sia pagata direttamente dalla popolazione, Maduro gode tuttora di un ampio consenso, seppur non rappresentativo della maggioranza dei venezuelani.

I suoi sostenitori si dividono tra chi, politicizzato, non ammette e non vuole un cambiamento per motivi ideologici e chi invece ha interessi economici con il governo.

In questi anni, infatti, Maduro ha distribuito prebende e cercato di rappresentare una situazione idilliaca, ben lontana dalla realtà.

I chavisti sono divisi tra chi non ammette cambiamento, anche a costo di negare l’evidenza, e chi ha interessi economici talmente pregnanti da non poter consentire un cambiamento.

In questo frangente i generali che stanno abbandonando il dittatore vengono tacciati dallo stesso e dai suoli fedelissimi di alto tradimento.

La questione che si pone all’attenzione della popolazione è se il generale che abbandona il dittatore, rilevando che lo stesso sta portando il paese sull’orlo del precipizio, sia un traditore ovvero sia dilaniato da un dubbio morale: perseverare nel sostegno ideologizzato del capo o prendere atto di un fallimento in atto e che si aggrava con il passare del tempo.

Non si può dimenticare, infatti, che Maduro non è stato scelto per meriti politici, ma è stato imposto unilateralmente da Chavez.

I prossimi venti giorni saranno fondamentali per Maduro e i suoli fedelissimi che utilizzeranno i loro referenti politici e gli organi di stampa per creare pressioni sui generali.

Altresì è evidente che il dado è tratto.

Si può raccontare un paese che non esiste per qualche anno, si possono organizzare spettacolini per rabbonire gli animi (mai far mancare i circenses), ma prima o poi la maggioranza della popolazione chiederà conto di tutto ciò che non si è fatto, di tutto ciò che è stato bloccato, di quello che sarebbe potuto essere e non è.

Il quesito che in queste ore il dittatore si pone è “Ma-duro?” e se sì fino a quando?

Lascia un commento

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *

Utilizziamo i cookie per offrirti la migliore esperienza online. Accettando l'accettazione dei cookie in conformità con la nostra politica sui cookie.

Privacy Settings saved!
Impostazioni

Quando visiti un sito Web, esso può archiviare o recuperare informazioni sul tuo browser, principalmente sotto forma di cookies. Controlla qui i tuoi servizi di cookie personali.

Questi cookie sono necessari per il funzionamento del sito Web e non possono essere disattivati nei nostri sistemi.

In order to use this website we use the following technically required cookies
  • wordpress_test_cookie
  • wordpress_logged_in_
  • wordpress_sec

Rifiuta tutti i Servizi
Accetta tutti i Servizi