Un cittadino ruvese: “L’indecenza della poltrona è il vero problema della politica locale”
Riceviamo e pubblichiamo lettera di un cittadino ruvese, con l’obiettivo di stimolare una discussione profonda sulla situazione attuale della nostra città.
“Caro Direttore,
ho saputo che a breve a Ruvo chiuderanno altre sette attività commerciali, come se non bastassero le vetrine abbassate già esistenti e la desertificazione commerciale che sta connotando questa comunità.
Sicuramente la crisi economica, gli acquisti tramite internet e i centri commerciali hanno contribuito a questa situazione, ma la politica locale non è esente da colpe.
Il nostro comune è tristemente famoso per le lungaggini necessarie per l’apertura di una qualsiasi attività commerciale, tra dubbi del SUAP, contrasti con l’Ufficio Igiene dell’Asl, incompetenze varie.
Le “strisce blu” certo non hanno favorito le attività economiche e sono state l’ennesimo balzello da porre sulle spalle dei cittadini per poter finanziare luci di artisti e meno artisti.
Tristemente famoso è l’ufficio tecnico, ora relegato a mero strumento sanzionatorio, e caratterizzante l’unico comune in cui l’attività edilizia è vista come una colpa e non già come un trampolino di lancio per nuove attività economiche e nuovi investimenti.
Il contenzioso è cresciuto a dismisura, così come gli incarichi legali conferiti a professionisti esterni, segno di una insofferenza della comunità verso un’amministrazione che anzichè porgere la mano per risolvere problemi è sempre pronta a ergersi quale giustiziere.
Il personale assunto nei ruoli dirigenziali ha contribuito a risolvere ben pochi problemi e, anzi, sorge sempre più forte il dubbio se Ruvo sia divenuta una colonia “emiliana”.
Anche i componenti della giunta, fantasmi mai conosciuti dalla Comunità e che probabilmente hanno difficoltà a raggiungere gli uffici comunali, non sono stati quell’anello di raccordo tra il cittadino e l’Amministrazione.
Sentiamo sempre parlare di crisi, crisi della maggioranza, crisi della giunta, crisi del Sindaco, ma non vediamo mai alcuna presa d’atto dei problemi che affliggono questa comunità e men che meno di eventuali soluzioni.
Un bellissimo film anni 70 si intitolava il comune senso del pudore e rappresentava quello che per l’Italia appena uscita dal boom economico era il comune senso del pudore.
Oggi verrebbe da chiedersi quale sia il senso del pudore di questa politica, quale sia il limite massimo oltre il quale non andare, quale sia il livello più basso che richieda eventualmente una presa d’atto della assoluta incapacità di amministrare un grande comune: sarà necessario far chiudere tutte le attività economiche? Sarà necessario portare il comune sull’orlo del default? Sarà necessario arrivare all’impossibilità di pagare le parcelle degli avvocati esterni?
Ecco, l’indecenza della poltrona è il vero problema della politica locale, l’assoluta lontananza dal cittadino e dai suoi bisogni, dai problemi reali e dalle misure necessarie a riattivare la normale vita sociale/commerciale, con l’assoluta convinzione di chi ci amministra di aver lavorato bene”.
Non si può fare altro che condividere, in pieno, il Suo pensiero.
Per nulla condivisibile, invece, la mancanza di una firma in calce.
Ormai quotidianamente leggiamo del disastro ruvese. Orbene quale la causa? A mo di esempio ricorderò: l’incapacità delle forze politiche di rappresentare i cittadini, l’essere attaccati alle poltrone per interessi di bottega e di lobby, l’assoluta non conoscenza dei problemi della città e dei cittadini, il ritenere i cittadini sudditi, la presenza di un sindaco non capace di amministrare ma con la puzza sotto al naso verso i cittadini, la nomina di assessori esterni ritenendo i ruvesi o stupidi o delinquenti. A nulla sono valse le dimissioni della consigliera Turturo. Se avete ascoltato durante l’ultimo consiglio comunale le dichiarazioni della consigliera Picciarelli sul caso Turturo vi siete resi conto che la colpa veniva addebitata alla Turturo pur essendo le stesse facenti parte della medesima Appdem. Si continua a chiedere il rimpasto di giunta e non le dimissioni per conclamata incapacità del sindaco. Sembrava che la partita si fosse chiusa con la nomina di un assessore per appdem ed uno per ogni lista di maggioranza ma tutto si è fermato. Il caso delle strisce blu poi è emblematico di come trattare i disabili. Anche Luca Mazzone ha fatto sentire la sua voce che è rimasta clamante in deserto. Il sindaco che partecipa con i gilet gialli e poi non è capace di dire a che punto è l’istruttoria della pratiche gelata 2018. Insomma una città che muore, anzi già morta sotto il silenzio generale. E noi cittadini cosa facciamo. Stiamo zitti. E per il Natale? Il comune impegna 35.000 euro mentre altri 55.000 euro arriveranno da regione, dai cittadini e da quella pseudo “confraternita” il duc vivo a ruvo. Ma si può giuridicamente approvare un atto che impegna fondi parte certi e parte no? Ma siamo nella repubblica delle banane? Ed il sindaco è pure avvocato. Le attività che a fine anno chiuderanno sono più di quante indicate nella lettera. E mi fermo qui con la speranza che l’avvicinarsi del natale porti a questa amministrazione un briciolo di dignità che li convinca a dimettersi ed a sparire per sempre da ruvo. Altro non possiamo aspettarci ed augurarci.