Tutti i numeri della 3^ edizione del Festival internazionale di Danza Contemporanea di Ruvo di Puglia
Ventitré compagnie di danza provenienti da cinque diversi paesi del mondo come Italia, Germania, Albania, Israele, Cile. Oltre 90 artisti, donne e uomini, senior e giovani talenti, con e senza disabilità, che si sono esibiti per ben 12 serate distribuite in tre settimane di programmazione, coinvolgendo attivamente nelle attività laboratoriali e nelle performance in scena circa 200 persone del territorio, di ogni età e abilità, che hanno preso parte ai processi dedicati alle comunità condotti dagli artisti della compagnia Menhir e delle compagnie ospiti del festival.
Un pubblico sempre più fedele e caloroso, che ha raggiunto e superato i 100 spettatori per ciascuna delle serate. Un impatto sul territorio importante, grazie alla collaborazione con ben 18 strutture ricettive e 4 di tipo ristorativo, oltre alla speciale e ormai consolidata partnership con il ristorante didattico Piano Terra vincitore del bando regionale Luoghi Comuni, i cui giovani allievi hanno servito ogni giorno pranzi e cene a tutti gli artisti coinvolti e allo staff.
Sono i numeri della terza edizione del Festival internazionale di Danza Contemporanea LE DANZATRICI en plein air di Ruvo di Puglia, organizzato dalla Compagnia Menhir con la direzione artistica di Giulio De Leo. Un progetto sostenuto da Ministero della Cultura (FNSV 2022-24), Regione Puglia, Comune di Ruvo di Puglia, in collaborazione con Teatro Pubblico Pugliese e che quest’anno ha goduto dello straordinario sostegno della rete nazionale tedesca di promozione della danza contemporanea NPN – Nationales Performance Netz per le performance degli artisti ospiti del festival provenienti dalla Germania, nonché dell’Ambasciata della Repubblica Federale di Germania a Roma, per le attività collaterali sviluppate dalla compagnia DIN A 13 tanzcompany.
Una rassegna che costituisce già un appuntamento importante per il panorama della danza contemporanea internazionale e per la città di Ruvo e che, dal 23 giugno al 9 luglio, è stata abitata da artisti che hanno lavorato nelle palestre e negli auditorium delle nostre scuole, messe a disposizione per i tanti percorsi tutti gratuiti per i partecipanti e che poi hanno restituito scenicamente il lavoro fatto, muovendosi in spazi pubblici come il Museo del Libro, le vie e le piazze della città, il bellissimo atrio dell’ex Convento dei Domenicani, un luogo che si appresta a divenire prossima sede del Museo Archeologico di Ruvo di Puglia, messo a disposizione in maniera straordinaria dall’amministrazione comunale. Uno spazio che per questo motivo e per la sua eleganza architettonica, ben si è prestato ad ospitare un festival la cui mission principale è quella di aprire una riflessione sul tema dell’archeologia della danza: una vera e propria indagine antropologica sull’origine del gesto, sulle stratificazioni e sedimentazioni di memorie, sui retaggi culturali e le esperienze che modellano la dimensione personale o collettiva.
Ispirandosi al celebre affresco tombale “Le danzatrici di Ruvo di Puglia”, al patrimonio materiale e immateriale archeologico e alle comunità del territorio, la rassegna di danza contemporanea di Giulio De Leo è tornata in città come progetto artistico a tutto tondo, capace di coniugare spettacoli, performance, laboratori ed eventi collaterali, a partire dall’incontro e dal dialogo con le comunitàdel territorio.
Attraverso il contributo eccellente di grandi artisti e compagnie di danza nazionali e internazionali, LE DANZATRICI en plein air ha portato in scena, ancora una volta, la danza come espressione di umanità e fusione tra città, corpo, radici e cultura. Il tutto, secondo una chiave di lettura volta alla promozione dell’accessibilità nei confronti di persone e artisti con disabilità, grazie in particolare allo speciale contributo che è giunto dalla compagnia tedesca “mixed able” DIN A 13 tanzcompany. E, ancora, con un occhio attento alla valorizzazione dei talenti emergenti, a cui sono state dedicate le sezioni Scavi, fucina di produzione di artisti under35, Mitologie, che ha presentato nel festival produzioni già attive e Giacimenti, che ha accolto gli autori selezionati nei progetti di alta formazione partner di GIACIMENTI – rete italiana per l’emersione dei giovani talenti coordinata da Menhir/LE DANZATRICI en plein air in partnership con Conformazioni Festival di Palermo, HangartFest di Pesaro, Progetto Da.Re. Dance Research di Roma, Modem Pro/CZD/Scenario Pubblico di Catania, Alta Formazione/ Compagnia Arearea di Udine.
Questi gli ingredienti di un progetto che, dopo tre edizioni di successo, si ripromette oggi di ritornare a Ruvo di Puglia nell’estate del 2024.
“L’ottimo risultato di questa edizione de LE DANZATRICI en plein air è per tutti noi motivo di grande orgoglio – spiega Giulio De Leo, direttore artistico del festival –, ma rappresenta soprattutto una conferma della direzione che, ormai più di tre anni fa abbiamo intrapreso. Lungi dal voler rappresentare una semplice vetrina per l’espressione artistica collettiva della danza contemporanea, questo progetto cresce, di anno in anno, abbracciando le evoluzioni della città che lo ospita e della comunità che lo abita e che gli dona corpo: artisti, danzatori, coreografi professionisti, ma anche e soprattutto la cittadinanza tutta, che ancora una volta dimostra uno straordinario spirito di accoglienza, di scoperta, di partecipazione. In questo senso, siamo orgogliosi di performance ed esperienze collettive come “Nobody nobody nobody It’s ok not to be ok”, condotto da Daniele Ninarello, Compagnia Codeduomo e dalla sociologa Mariella Pappolla e “Footloose”, la passeggiata urbana di danza di Giovanni Trono e Anna Gesualdi di TeatrinGestAzione che ha visto una grandissima partecipazione della collettività: azioni urbane che fanno da cornice ai più grandi spettacoli proposti dalle compagnie, molti dei quali in anteprima e prima nazionale, e che testimoniano ancora una volta l’apertura e il dialogo del festival con la sua città e con l’intera comunità di Ruvo di Puglia”.
L’estate della nostra città non è fatta di eventi casuali – aggiunge la vicesindaca e assessora alla Cultura Monica Filograno – come non lo è tutta la nostra programmazione culturale, bensì di progetti che hanno una storia e una identità forte e che, come nel caso di questo festival, sono percorsi partecipati e accessibili a tutti. Un lavoro lungo, durato mesi per la sua preparazione e tre settimane per la sua realizzazione pubblica, frutto delle grandi capacità di un gruppo di lavoro tutto ruvese guidato da Giulio De Leo, al quale va il nostro più sentito ringraziamento. Con le numerose attività de Le Danzatrici abbiamo valorizzato beni culturali e messo a disposizione spazi per far incontrare talenti internazionali e persone comuni, venute appositamente non solo da altri paesi limitrofi ma perfino da fuori territorio nazionale. Due donne tedesche hanno inseguito fino a Ruvo la coreografa Patricia Carolin Mai che con il suo bellissimo lavoro collettivo Hamonim (insieme in ebraico) ha illuminato l’ultima serata di festival. Auguriamo al festival, alla Compagnia Menhir e a tutta la scena internazionale della danza che è intervenuta, di continuare in questo pregevole lavoro e in occasione della sua quarta edizione nel 2024, di farlo all’interno dello stesso spazio, che sarà diventato il Nuovo Museo Archeologico della città”.