Religione

TRENT’ANNI DELLA PARROCCHIA IMMACOLATA. LA LETTERA DI DON GAETANO BIZZOCO

Il 16 dicembre 1989 fu consacrata la Parrocchia dell’Immacolata. Dall’operato di don Peppino Tambone, parroco mai dimenticato a Ruvo di Puglia, il testimone è passato nelle mani di don Gaetano Bizzoco che scrive una lettera alla sua comunità.

Cara Parrocchia Immacolata,
tanti auguri di Buon compleanno, oggi compi trentanni, una bella tappa. Quanti ricordi si celano dietro questi muri, per ciascuno di noi, che ti vive quotidianamente. È vero bisogna conoscerti, per ascoltarti, comprenderti e amarti. Ho deciso di scriverti questa lettera, stando davanti al tuo cuore, il tabernacolo, dove custodisci l’essenziale, Gesù! Ti faccio una confidenza, è bello abitarti! Ti spiego il perché, meglio lo spiega il libro dei Numeri: … Balaam alzò gli occhi e vide Israele accampato, … Allora lo spirito di Dio fu sopra di lui. Egli … disse: … Come sono belle le tue tende, Giacobbe, le tue dimore, Israele! Si sei dimora, casa Bella! Il Servo di Dio don Tonino Bello che apri ed entrò per consacrarti Tempio Santo dell’Amore di Dio, definendoti disse: fontana del rione, casa tra le case, raccomandava le trasparenze, ti definiva grembo che accoglie i suoi figli per motivarli e poi spingerli nel mondo come missionari! Non so se lo siamo! Ma so che da trent’anni siamo qui su questo suolo per pregare e condividere la bellezza dell’Amore di Dio. Da piccolo venivo per imparare a rispettarti, più grandicello ho imparato a servirti, ora sto imparando ad amarti, faccio mie e voi con me, cara comunità, le parole del Salmo 24: Fammi conoscere, Signore, le tue vie. Nel vangelo secondo Matteo abbiamo ascoltato: … Gesù entrò nel tempio e, mentre insegnava, gli si avvicinarono i capi dei sacerdoti e gli anziani del popolo e dissero: «Con quale autorità fai queste cose? E chi ti ha dato questa autorità?». Ecco il conflitto che Gesù ebbe con le autorità religiose dell’epoca, dopo che scacciò i venditori dal Tempio. Anche oggi alcuni continuano ad esercitare il potere nella società, come nella chiesa e nella famiglia, vogliono controllare tutto come se fossero i padroni di tutti gli aspetti della vita della gente. A volte si giunge a perseguitare coloro che pensano in modo diverso. Attenti non perdiamoci dietro le nostre fantasie, ma seguiamo l’itinerario che Dio dispone! Gesù rispose loro: «Anch’io vi farò una sola domanda. Se mi rispondete, anch’io vi dirò con quale autorità faccio questo. La domanda delle autorità religiose a Gesù! Chiedono solo con quale autorità fa quello che fa. Pensano di avere il diritto di controllare tutto. Non vogliono perdere il controllo delle cose. Bellissima è la domanda di Gesù alle autorità! Gesù non si nega a rispondere, ma mostra la sua indipendenza e libertà. … Il battesimo di Giovanni da dove veniva? Dal cielo o dagli uomini?». Essi discutevano fra loro dicendo: «Se diciamo: “Dal cielo”, ci risponderà: “Perché allora non gli avete creduto?”. Se diciamo: “Dagli uomini”, abbiamo paura della folla, perché tutti considerano Giovanni un profeta». Rispondendo a Gesù dissero: «Non lo sappiamo». Allora anch’egli disse loro: «Neanch’io vi dico con quale autorità faccio queste cose». La domanda di Gesù rivela la mancanza di onestà degli avversari. Per Gesù, il battesimo di Giovanni veniva dal cielo, veniva da Dio. Gli uomini del potere, al contrario, avevano tramato la morte di Giovanni (Mt14,3-12). E mostrarono, così, che non accettavano il messaggio di Giovanni e che consideravano il suo battesimo come una cosa degli uomini e non di Dio. Per questo, per non esporsi, rispondono: “Non sappiamo!”. Risposta opportunista, falsa e interessata! Facciamo attenzione alle nostre risposte! L’unico interesse è non perdere il potere sulla gente. La totale mancanza di onestà fa sì che non meritino la risposta di Gesù! Voglio pregarti Gesù, fammi conoscere, Signore, le tue vie, insegnami i tuoi sentieri. Guidami nella tua verità e istruiscimi, perché sei tu il Dio della mia salvezza, in te ho sempre sperato (Sal 24).

7 pensieri riguardo “TRENT’ANNI DELLA PARROCCHIA IMMACOLATA. LA LETTERA DI DON GAETANO BIZZOCO

  • Rino Stasi

    La “nuova struttura” compie trent’anni, NON LA PARROCCHIA.
    Nel vecchio prefabbricato, ci ho vissuto, tutte le sere, gli anni della adolescenza e della gioventù (metà anni ’70 – metà ’80), incontrando gli amici cari e condividendo tutto con loro (e la profonda amicizia vive, con sincerità, anche oggi): campeggi (Iazz Russ, Mattinata, Calenella, Pineta di Sibari), giochi, momenti di riflessione e di scontro, gruppo vincenziano, amori.
    Forse, egregio Sacerdote, anzichè tutta la inutile retorica contenuta nella Sua lettera, occorreva spendere un piccolo pensiero ed una parola di ringraziamento verso chi, quella realtà la ha gestita per 8-9 lustri e che, oggi, non c’è più.

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    • Marta Fiore

      Se Lei partecipava veramente alla Parrocchia, saprebbe che in più occasioni il parroco ha espresso pubblicamente parole di riconoscimento per il sacerdote defunto, nonostante il clima poco rispettoso trovato. Rispetto la sua opinione, i suoi ricordi, la sua storia ma non credo che il suo commento abbia semplice carattere informativo. Lei con le sue parole presuntuose e poco rispettose, soprattutto nell’ultima parte, non fa altro che avallare quanto dice il sacerdote, e non fa certo onore al sacerdote defunto. L’ 8 dicembre alle ore 12 abbiamo pregato come comunità, insieme al parroco e al Vescovo, con una Santa Messa in suffragio proprio per il defunto sacerdote. Se tanto punge “l’inutile retorica”, che poi a me non risulta esserlo, perchè ben accompagnata dalla Sacra Scrittura, vuol dire che qualcosa di verità c’è. Il suo intento è solo denigratorio. Colgo l’occasione per fare i complimenti al parroco. Sei forte e coraggioso. Grazie

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      • Rino Stasi

        …..come in tutte le cose italiane, i coriferi non mancano mai!!!!

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  • Rino Stasi

    E’ irriguardoso scrivere a tutti i lettori di una testata on-line (tra l’altro, parlando impropriamente di Parrocchia), senza citare (non ai fedeli dell’8 dicembre ore 12,00) chi quella realtà l’ha, veramente, messa in piedi.
    Per quanto riguarda le Sacre Scritture, vanno citate nei momenti e nei luoghi opportuni, non a corredo di un articolo giornalistico che celebra un evento (inutile e pura retorica).
    Se è il mio intento è denigratorio (e stia tranquilla non lo è), quello di chi scrive è esclusivamente autocelebrativo.

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  • Angela Lobascio

    Signor Rino Stasi anche io come lei ho vissuto in quella parrocchia la mia infanzia, la mia adolescenza e giovinezza e ho tanti ricordi legati al passato…li ho vissuto cose importanti e non rinnego il passato ma non ci resto attaccata.il passato è storia, il presente è nelle nostre mani il futuro in quelle di Dio. Viviamo bene il momento e non vediamo sempre il negativo ovunque.

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  • Marta Fiore

    A me non risulta che la lettera sia nata come articolo e tanto meno risulta essere “autocelebrativo”. Farebbe bene a informarsi meglio sulla vera storia della Parrocchia che ha origini ancora più remote, prima di parlare e scrivere in modo sempre più “irriguardevole” e irrispettoso. Per quanto riguarda la retorica a me risulta esserlo più il suo modo di scrivere e il suo modo di parlare del sacerdote defunto, che a me pare essere molto strumentalizzato per i suoi intenti denigratori, che la parola di Dio commentata. Visto il suo atteggiamento di persistente polemica e di diffamazione nei confronti del sacerdote, non le risponderò più.

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  • Paolo Pinto

    Solo a specificare che la volontà di pubblicare questa lettera è nata dalla redazione. Grazie

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