Tossicodipendenza, dal contrasto alla prevenzione: nasce l’Intesa operativa tra ASL Bari e Prefettura
La sanzione quando serve, la prevenzione sempre. Per contrastare il fenomeno della tossicodipendenza è fondamentale la precoce presa in carico dei soggetti segnalati per l’uso di sostanze stupefacenti e, proprio con questa finalità, è stato siglato oggi a Palazzo del Governo il Protocollo operativo tra Prefettura e ASL Bari, rappresentate rispettivamente dal Prefetto Antonia Bellomo e dal Direttore Generale Antonio Sanguedolce.
Detta intesa operativa nell’ambito del procedimento nei confronti delle persone segnalate ai sensi del Testo Unico 309/90 delle leggi in materia di disciplina degli stupefacenti e sostanze psicotrope, prevenzione, cura e riabilitazione dei relativi stati di tossicodipendenza, avrà durata triennale e costituisce lo strumento operativo per mettere in rete i diversi servizi impegnati istituzionalmente nel settore della tossicodipendenza. Obiettivo finale, coerentemente con esperienze già sperimentate in altre realtà, la creazione di percorsi comuni e semplificati per integrare le competenze e le funzioni del Nucleo Operativo Tossicodipendenze (NOT) della Prefettura con le professionalità specializzate che operano nei SerD del Dipartimento Dipendenze Patologiche della ASL Bari, non solo sul versante del contrasto e del recupero ma anche su quello della prevenzione.
Una rete integrata in grado di aprire una riflessione ampia sul fenomeno e, insieme, di offrire una risposta rapida ed efficace in un contesto difficile che, come segnalano studi e ricerche a livello nazionale e regionale, evidenzia aspetti che destano preoccupazione sia per il consumo di sostanze stupefacenti già a partire dalla giovane età, sia perchè ne conseguono spesso vere e proprie forme di dipendenza. «Detta intesa – spiega il DG Sanguedolce – sarà particolarmente efficace nel “tagliare” i tempi burocratici fra la denuncia, la notifica, la prima e la seconda convocazione, il passaggio dalla Prefettura al Servizio Dipendenze Patologiche: tempi che possono essere così lunghi da vanificare molto spesso l’efficacia degli interventi. Per questo il percorso comune che oggi stiamo avviando sarà tanto più utile quanto più sarà capace di snellire ogni singolo aspetto del sistema, traducendosi in una concreta opportunità di recupero per i soggetti coinvolti».
«L’attuazione concreta di detto documento, che sancisce modalità operative già in uso, consente – precisa il Prefetto Bellomo – un coinvolgimento più efficace delle diverse amministrazioni coinvolte e delle famiglie interessate dalla problematica, favorendo il dialogo e l’attenzione alle problematiche giovanili. L’Intesa si inserisce in un ambito di prevenzione e contrasto all’utilizzo di sostanze stupefacenti, valorizzando le opportunità riservate al mondo giovanile, peraltro in un periodo in cui le libertà private vivono un momento di restrizione. Questa proficua collaborazione consentirà, altresì, di proseguire la sinergia istituzionale tra la Prefettura-UTG e la ASL di Bari, in vista dell’adozione di ulteriori progetti di promozione della salute sul territorio attraverso indagini conoscitive mirate a cogliere gli elementi di fragilità che inducono i giovani segnalati a far uso di sostanze».
I numeri del fenomeno, del resto, sono significativi. I segnalati ex art.75 (“Condotte integranti illeciti amministrativi”) ed ex art.121 (“Segnalazioni al servizio pubblico per le tossicodipendenze”), le due fattispecie previste dalla Legge per attivare la presa in carico e il percorso di cura e riabilitazione, sono in prevalenza giovani adulti (18-25 anni) e adulti (26-49 anni) che hanno dichiarato di fare uso personale delle sostanze a loro sequestrate. Negli ultimi 5 anni, il Dipartimento Dipendenze Patologiche – diretto dal dr. Antonello Taranto – ha ricevuto mediamente 516 segnalazioni di persone denunciate per art.75 o segnalate per art.121. Inoltre, nel 2020, sono state trattate 129 famiglie disfunzionali per motivi droga-correlati in presenza di figli minorenni, per i quali si sono resi necessari interventi sia di tipo giudiziario sia a carattere sanitario.
L’intesa tra Prefettura e ASL va dunque ad inserirsi in uno scenario complesso, con un’attenzione particolare rivolta alla fascia d’età sino ai 25 anni. Giovani consumatori di sostanze psicotrope da “recuperare”, creando connessioni positive ed efficaci – come si legge nell’Intesa operativa “tra il sistema sanzionatorio e quello di prevenzione e cura” in modo da “superare la logica punitiva a favore di un processo di crescita e di motivazione al cambiamento verso uno stile di vita sano”.
In concreto, l’Intesa permetterà di applicare procedure capaci di agire su più fronti: semplificare il procedimento amministrativo; favorire la presa in carico precoce dei giovani consumatori di sostanze stupefacenti da parte dei servizi specialistici; accrescere, attraverso attività informative che coinvolgano il mondo della Scuola e dei Servizi territoriali dei Comuni, la percezione del rischio correlato all’uso di sostanze; garantire il tempestivo svolgimento dei colloqui, in luoghi d’ascolto dedicati, nonché la contestuale presa in carico delle persone segnalate per non pregiudicare le finalità riabilitative e di recupero dei soggetti con una dipendenza patologica.
Infine, snellire le procedure burocratiche, quali comunicazioni formali dalla Prefettura ai SerD e da questi agli utenti mediante un’unica convocazione a colloquio presso un ufficio ove siano contemporaneamente disponibili i professionisti del NOT e del SerD. Sul campo opererà una vera e propria équipe multidisciplinare, costituita da assistenti sociali della ASL e della Prefettura, che avrà il compito di redigere rapporti semestrali sull’andamento dell’iniziativa, di valutare i singoli casi e di avviare il programma terapeutico e socio-riabilitativo personalizzato rispetto alle esigenze dei soggetti interessati, coinvolgendo anche le famiglie nel caso di minori.