TOPONOMASTICA, LA PROPOSTA: “INTITOLARE LO STADIO AL PRESIDENTE”
La questione è datata. A Ruvo di Puglia si discute da decenni sui nomi da attribuire agli impianti sportivi. Il palasport di viale C. Colombo è impropriamente chiamata “PalaColombo”, ma al momento non ha nessun nome proprio. Stesso discorso per l’impianto di via A. Volta, “PalaVolta” per tutti. Lo Stadio Comunale è, invece, attribuito a Fausto Coppi, ma tracce di ruvesi non se ne vedono.
“Il dibattito è aperto da tempo – racconta Michele Pellicani, da sempre sostenitore di questa causa – e ha la finalità di far sì che gli esempi positivi della nostra città possano giovare di un luogo che li rappresenti e li ricordi. Contestualizzare e personalizzare gli impianti sportivi significa voler bene a questa città”.
Le nomination avanzate in questi anni sono di tutto rispetto, Gianluca Basile, Biagio Todisco, Enzo Cavallaro. A furor di popolo se ne aggiunge un altro, quello del Presidente Mimmo Ciliberti scomparso in settimana.
La legge n. 1188/1927 che regola la materia prevede che l’intitolazione di nuove strade e piazze pubbliche, la variazione del nome di quelle già esistenti, nonchè l’approvazione di targhe e monumenti commemorativi a persone decedute da oltre dieci anni, può avvenire soltanto previa autorizzazione del Prefetto.
Per le intitolazioni, invece, a persone decedute da meno di dieci anni che si siano distinte per particolari benemerenze, è consentita, a norma dell’articolo 4 della predetta legge, la deroga da parte del Ministero dell’Interno al divieto posto dagli artt. 2 e 3 della medesima legge.
In molti vorrebbero che il Palasport di viale C. Colombo diventi con merito il PalaBasile, in onore delle sue imprese sportive.
“Intitolare lo stadio comunale a Domenico Ciliberti – ci scrive un lettore – è d’obbligo. Lui assieme a Mimmo Santoro hanno avuto la capacità di crescere intere generazioni di ruvesi e di formarle. Non si parla dell’aspetto sportivo, ma di quello umano. Perciò che si avanzi con forza questa proposta a sottolineare l’importanza dello sport in ambito sociale. Faremmo di più, scriveremmo “U Presidè” in modo da non avere equivoci sulla persona e per legarla alle radici”.
Seguiremo la vicenda, perchè la questione toponomastica non può più essere lasciata al caso.