Toccante lettera di due pendolari ruvesi al capotreno Albino De Nicolo, vittima del disastro del 12 luglio
Sui treni della Bari Nord viaggia la vita, con il suo carico di aspettative, illusioni, speranze, progetti, delusioni.
Studenti che si recano a Bari o a scuola nelle città toccate dalla tratta Bari – Barletta, vivaci, preoccupati per un esame, rilassati al ritmo della musica negli auricolari o mentre sono assorti in una partita a carte o nella lettura di un libro; lavoratori che prendono il treno nelle prime ore del mattino e discutono delle notizie del giorno appena lette su un quotidiano; viaggiatori occasionali…
Testimoni della vita sui treni sono loro, i capitreno, conosciuti come “controllori”, dai caratteri diversi ma sempre impeccabili e gentili nello svolgimento del proprio lavoro. Un sorriso, una battutina, un rimbrotto a qualche ragazzino irruente…ecco, i capitreno non si limitano solo a richiedere l’abbonamento o ad obliterare un biglietto ma, spesso, instaurano rapporti di amicizia con i viaggiatori, soprattutto quelli abituali, di cui raccolgono confidenze, pensieri e ai quali, talvolta, dispensano consigli.
E’ quello che emerge da una toccante lettera, un “…omaggio affettuoso che possa accarezzare e rendere lieve il dolore della famiglia De Nicolo”, come scrivono i suoi autori, due giovani viaggiatori pendolari ruvesi, R.P. e L.P., che hanno chiesto l’anonimato, i quali hanno voluto celebrare, con essa, la loro amicizia con Albino De Nicolo, capotreno di Terlizzi deceduto, a 57 anni, nel disastro ferroviario del 12 luglio.
Ci scrive R.P. “Io risiedo a Ruvo di Puglia, sono una dottoranda dell’Università di Bari e prendo il treno quotidianamente da questa città, anche più volte nello stesso giorno, per raggiungere Bari. Così, nei tanti viaggi, io e il mio collega L. P. abbiamo conosciuto un capotreno meraviglioso”. Albino, appunto.
“Albino era un padre di famiglia – prosegue R.P. – un dipendente che conosceva molto bene quei treni e coloro che viaggiavano. Si spostava sempre nei corridoi dei vagoni per svolgere il suo lavoro da capotreno, dove salutava tutti i viaggiatori sempre sorridendo; si spostava, poi, nella cabina macchinisti dove scherzava con tutti i suoi colleghi più stretti”.
Prosegue con una sobria e intensa difesa dei servizi offerti dalla Ferrotramviaria, ultimamente ingiustamente ed eccessivamente denigrati: “Vogliamo far sapere a tutti coloro che non hanno mai viaggiato sulla Bari Nord quanto sia utile, per noi studenti pendolari, tale servizio; quanto siano pulite e ordinate le vetture e, per ultimo, quanto gentili sono i dipendenti, padri di famiglia, che ogni giorno svolgono il loro lavoro sui treni. Perché un capotreno può far affezionare semplici studenti come noi”. E Albino ci era riuscito, grazie alla sua gentilezza e innata simpatia.
“Il mio cuore ha sentito il bisogno di mettere su due righe per ricordarlo. Nonostante adesso arrivi l’estate, noi giovani di Ruvo di Puglia non dimenticheremo quanto accaduto”.
Ed ecco il pensiero affettuoso che R.P. e L.P. hanno voluto dedicare ad Albino.
ALBINO DE NICOLO, IL CAPOTRENO DEI GIOVANI
La vita universitaria ti impone regole ferree, così devi alzarti, fare colazione velocemente, vestirti e scappare in stazione per prendere quel treno che ti porta ogni giorno a Bari. Così, quando inizia il viaggio, uno studente pendolare di solito ascolta musica, legge un libro o inizia a rivedersi gli appunti in vista di un esame. Ma quello che non manca mai sono gli auricolari per ascoltare musica e allora ‘’sì, viaggiare, evitando le buche più dure senza per questo cadere nelle tue paure…Dolcemente viaggiare…con un ritmo di vita fluente… certamente non volare ma viaggiare‘’. Mentre tu vieni rapita dalla musica di Battisti, arriva il controllore, prontamente, mostri il tuo biglietto e lui ti sorride perché ormai ti vede ogni giorno.
Albino conosceva i suoi viaggiatori, quelli più affezionati che salivano sempre su quei treni per studio, per lavoro, per amore e, con occhi sporgenti, occhi da ferroviere, al mattino ti guardava profondamente, mentre svolgeva il suo lavoro, quasi a dirti “Su sveglia!”. Io e il mio amico lo chiamavamo il “Bruce Wills della Bari Nord” perché era pelato. Era solito scherzare con i giovani, aveva un sorriso buono.
In coloro che non lo conoscevano poteva suscitare un sentimento di paura; per noi, invece, era come Mangiafuoco, indulgente e comprensivo quanto burbero e suscettibile: anziché starnutire, lui era sempre pronto a sorridere.
Albino era umile, generoso, riusciva ad immedesimarsi nelle storie dei suoi viaggiatori e così, quando tornavi da Bari la sera con l’ultimo treno, scherzava con quei giovani che aspettavano l’ultimo minuto per salutarsi, prima che le porte si chiudessero, per poi rendersi conto, magari quando era già troppo tardi, di aver perso il biglietto in un abbraccio. Albino cercava di capire anche i viaggiatori svantaggiati che, di sera, nonostante il loro handicap, affrontavano il viaggio.
Albino era legato anche ai temi ambientali. Un giorno, tornando da Bari – era tempo del referendum sulle trivelle – si dimostrò interessato ai nostri studi sull’ambiente.
Eravamo di ritorno da un convegno: è stato l’ultimo viaggio in tua compagnia, Albino! Non hai perso occasione per scherzare con noi; eri così, sempre allegro, avevi sempre la battuta pronta per ogni occasione, per far sorridere quei ragazzi che per te erano secondi figli.
Albino sapeva di vederci ancora per un altro anno. Per lui eravamo bravi ragazzi che, con tanti sacrifici, portavano avanti i loro studi e ogni volta, come un padre, ci salutava con quei grandi occhi vispi e noi, sorridendo, dicevamo “Albino, a domani!”.
Ricorderemo il tuo sguardo, il tuo sorriso, che ci accompagnava in ogni viaggio da Ruvo di Puglia a Bari, ricorderemo quel cappello da ferroviere che utilizzavi per sembrare un uomo austero, ricorderemo la tua allegria con i giovani e la tua generosità verso quei ragazzi difficili che ti prendevano in giro durante il tuo lavoro ma tu restavi sempre un uomo composto e tanto gentile.
Ciao Albino De Nicolo, il capotreno dei giovani!
I tuoi allegri dottori.
R.P.
L.P.
L’omaggio è stato affisso dagli amici di R.P. sia nella stazione di Ruvo di Puglia, accanto alla poesia in ricordo di Antonio Summo, sia nella stazione di Terlizzi dove Albino viveva.
Pensieri, parole, testimonianze intense di amicizie, affetti, stima, progetti, parole nei treni. Testimonianze della vita sui treni della Bari Nord.