“Timbe – condra – timbe”: nel M° Mastropirro la simbiosi tra musica e poesia sul tempo che passa
La simbiosi tra poesia e musica è incarnata nello splendido pezzo “Symbiosis”, eseguito da Vincenzo Mastropirro, Nicola Pisani e Domenico Bruno quale epitome alla presentazione di “Timbe – condra – timbe” (puntoeacapo Edizioni), raccolta di liriche dialettali composte dallo stesso Mastropirro e dedicate al Tempo.
Il reading, inserito nella rassegna “Evoluzioni”, presentato da Alessandra Brucoli, è stato promosso dall’Associazione “Amici della Musica “e dalla Pro Loco di Ruvo di Puglia ed è stata l’occasione per presentare ai ruvesi Vincenzo Mastropirro non solo come valente flautista e compositore conosciuto a livello internazionale ma anche quale poeta dialettale, poeta “delle piccole cose e dei sentimenti universali”, dove gli oggetti diventano metafora esistenziale.
Nella Sala Conferenze della Pinacoteca Comunale di Arte Contemporanea, ieri, erano presenti appassionati di musica, estimatori di Mastropirro e cultori della poesia che lo conoscevano anche come poeta, he ha vinto numerosi premi letterari, il Mastropirro che Manuel Cohen, docente universitario di Bruxelles eappassionato di letteratura neodialettale, accosta a Emilio Rentocchini, Fabio Franzin ed Edoardo Zuccato, grandi poeti di una lingua che va studiata, custodita.
E questo si augura anche il Presidente della Pro Loco, Rocco Lauciello, che ricorda di aver incontrato “per la prima volta” il Mastropirro poeta a Roma, tre anni fa, in occasione del convegno “Salva la lingua locale” a cui partecipava il flautista ruvese. Lui sapeva della partecipazione di un altro poeta, Pietro Stragapede, conosceva i compianti Nicola Stragapede e Nicola Campanale, ma quale fu il piacevole stupore quando incontrò e ascoltò il musicista ruvese che aveva composto una lirica sul consumismo sfrenato, sulla società dell’usa e getta, “La ruosca e u arrepizze”.
Mastropirro è poeta dalla “doppia circolazione sanguigna”, come ha detto il dott. Nicola Pice che ha conversato con l’autore, perché musica e poesia circolano nelle sue vene. D’altronde “sostituiamo alla parola “timbe”, la parola “punto” e abbiamo “punto – contro- punto”, il contrappunto, utilizzato nella “fuga” che è inseguimento…in questo caso del tempo?”
Mastropirro usa il dialetto viscerale, il “dialetto parlato da mia madre” di pasoliniana memoria, il dialetto aspramente musicale ruvese.
Una lingua che esalta la sua natura di “sentimentale cronico”, sempre secondo Pice, di uomo empatico, che entra in sintonia con gli uomini ma al contempo si astrae per osservare meglio la natura umana, le sue passioni.
“La saite – La melagrana”, emblema del cuore umano; “U uardaspalle – Lo scialle”, simbolo di vezzosi rituali arcaici che stanno scomparendo; “U ‘bbène – L’amore” e tanti altri componimenti sono stati letti dal musicista coinvolgendo il pubblico.
La mia preferita è “La ruocchie de paravéise – L’angolo di Paradiso”, dove accanto a una casetta diroccata due persone si baciano appassionatamente, creando un angolo di Paradiso. E’ amore che può diventare inferno.
Presenti l’Assessora alla Cultura, Monica Filograno, che ha accolto la proposta di Mastropirro, fatta nel corso di un’intervista, di dedicare un evento alla poetessa ruvese Biagia Marniti, mentre il sindaco Pasquale Chieco ha ringraziato l’Associazione “Amici della Musica” nella persona del prof. Carlo Boccaccio per aver aderito, insieme ad altre realtà associative, alla rassegna “Evoluzioni”, contribuendo a creare un cartellone culturale interessante nonostante le esigue risorse finanziarie.