Tesori del Museo Jatta al J.Paul Getty Museum di Los Angeles
«È stata un esperienza molto interessante essere a Los Angeles, ambasciatrice del Polo Museale della Puglia, presso il Getty Museum (al Getty Center) per presentare alcuni reperti archeologici del prestigioso Museo Jatta di Ruvo di Puglia che saranno esposti, a partire dal 31 ottobre p.v. fino al 18 marzo 2019, a “Underworld: Imagining the Afterlife – Inferi: immaginando l’Aldilà”».
Così Elena Silvana Saponaro, direttrice del Museo Archeologico Nazionale Jatta di Ruvo di Puglia, che dà anticipazioni su un importante evento in cui parte degli antichi tesori “ruvesi” saranno ammirati.
«Confrontarsi con colleghi, tecniche e metodologie diverse dalle nostre ha significato apprezzare l’utilità del dialogo. Constatare la gioia dei colleghi del Museo nell’approcciarsi al reperto, allo studio della rappresentazione iconografica è stata una grande emozione» prosegue Saponaro che è anche direttrice del Museo Archeologico di Altamura.
“Underworld: Imagining the afterlife” parte da un interrogativo che l’uomo si pone da sempre: cosa accadrà dopo la morte? Dolore? Felicità? Il nulla? Nella sinossi dell’esposizione, si spiega cosa siano gli Inferi, luogo di assenza dei piaceri, dove a perpetui tormenti sui grandi colpevoli corrispondono estremi piaceri e beatitudini per i virtuosi e gli eroi, assimilati agli dei. Per assicurarsi una vita ultraterrena di beatitudine, gli uomini hanno elaborato e seguito ritualità: l’iniziazione ai Misteri Eleusini, per esempio, garantiva buona fortuna nella vita terrena e ultraterrene come la devozione a Dioniso e a Orfeo, fondatore dei culti dionisiaci, offriva percorsi tesi a garantirsi la beatitudine eterna.
I pezzi in mostra provengono da siti del Sud Italia, in particolare da alcuni siti pugliesi e dal territorio dell’antica colonia di Taranto. Sono reperti conservati in diversi musei del mondo, tra cui il Museo Jatta, appunto, il Museo Archeologico Nazionale di Napoli: alcuni tesori in esposizione provengono dalla galleria di Villa Getty, a Malibu, altra sede del Museo fondato nel 1953 dal magnate del petrolio Jean Paul Getty, grande amico dello storico dell’arte Federico Zeri.
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Essi raffigurano scene di vita conviviale, libagioni, offerte, scene mitologiche: l’Aldilà nell’immaginario collettivo – pieno di speranza – del IV e V secolo a. C.
Vanno dissipati assolutamente i timori per la migrazione dei reperti in una mostra di notevole importanza, rassicura Saponaro. «La cura con cui si effettuano le operazioni di trasporto è ineccepibile e il risultato finale è troppo ambizioso». Un risultato che coincide con l’obiettivo altrettanto ambizioso: mostrare al mondo le antiche e preziose testimonianze del nostro passato. Infatti, milioni di persone visitano uno dei più importanti musei al mondo, nato dall’amore per l’arte di un magnate e mecenate.
Il Jean Paul Getty Museum di Los Angeles accoglie dipinti, disegni, sculture, manoscritti miniati e oggetti d’arte decorativa europei anteriori al XX secolo tra cui disegni di Leonardo, Raffaello, Albrecht Dürer, Francisco Goya e Paul Cézanne; tele di Van Gogh, Rembrandt ed Edvard Munch. Una sezione è dedicata alle e fotografie europee e americane del XIX e del XX secolo, tra cui quelle di Imogen Cunningham, Paul Strand ed Edward Weston. Nella sede di Malibu, fatta costruire da Getty sul modello della Villa dei Papiri di Calpurnio Pisone a Ercolano, si trovano reperti risalenti all’epoca greca, etrusca e romana.
«Migliaia di persone vedranno e conosceranno opere che probabilmente non avrebbero mai visto e che potrebbero stimolare la curiosità di vederne altre venendo in Italia. – conclude Saponaro – Tutto ciò ovviamente a prescindere dall’importanza dello studio e della ricerca scientifica che precede e accompagna la preparazione di una mostra. Quindi, vale sempre la pena porre in essere tutte le azioni per valorizzare i nostri meravigliosi beni culturali».
(Foto © Elena Silvana Saponaro)