Telefonate commerciali 'invasive'? Ecco come evitarle
Chiamano a ripetizione, più volte al giorno, anche sui cellulari e a volte per la stessa azienda, offrendo prodotti commerciali o abbonamenti. Sempre più italiani sono vittime di proposte commerciali ‘invasive’. Ma un modo per difendersi c’è, si chiama ‘Registro pubblico delle opposizioni’. “Fino al 2011 esisteva la regola del consenso espresso, si poteva telefonare solo a chi aveva dato l’autorizzazione a ricevere chiamate promozionali. Poi il sistema è cambiato”, spiega all’Adnkronos Giuseppe Busia, Segretario Generale Garante della Privacy. “Adesso – chiarisce Busia – bisogna iscriversi al Registro delle opposizioni, altrimenti i call center possono chiamare senza limiti. Ma il registro funziona solo per chi ha il numero sugli elenchi telefonici, tutti i cellulari sono esclusi. E’ evidente – sottolinea – che la normativa è lacunosa”.
Non solo. Su 115 milioni di linee telefoniche, tra fisse e mobili, solo 13 milioni sono negli elenchi e solo poco più di 1milione e mezzo è iscritto nel Registro delle opposizioni. “Questo dimostra la necessità di assicurare una maggiore protezione- osserva il segretario generale del Garante privacy- oltre che l’importanza di cambiare le regole”. Intanto “prevedendo la possibilità di iscrivere nel Registro tutte le numerazioni telefoniche, anche quelle che non sono sugli elenchi, quindi pure i cellulari. E, soprattutto, che l’iscrizione consenta la cancellazione di ogni eventuale consenso pregresso”.
“Molto spesso –chiarisce Busia- sono infatti gli stessi cittadini, che, magari per richiedere una carta-fedeltà, autorizzano senza troppa attenzione l’utilizzo dei propri dati e così ne perdono il controllo”.
A giudizio del segretario generale del Garante, si dovrebbe introdurre una “responsabilità solidale” fra i gestori dei call center e le imprese che commissionano le campagne di telemarketing. “In tal modo –spiega Busia- i cittadini potrebbero rivolgersi alternativamente all’uno o all’altro per tutelare i propri diritti, ed anche il Garante, in sede sanzionatoria, avrebbe maggiore facilità a individuare i responsabili delle telefonate di disturbo, senza che questi possano nascondersi –come a volte capita- dietro un call center, magari localizzato all’estero”.
Nella legge sulla concorrenza, attualmente in discussione in Parlamento, sono stati inseriti alcuni emendamenti per tentare di mettere ordine in questa materia. “Disposizioni chiare e facilmente applicabili –conclude Busia – gioverebbero non solo ai cittadini, ma anche agli operatori più seri, che così potrebbero rivolgere la loro attività a chi è realmente interessato alle loro offerte, senza alienarsi la fiducia di chi ha chiesto di non essere disturbato”.
Il Registro delle opposizioni è gestito dalla fondazione Ugo Bordoni, controllata dal ministero dello Sviluppo economico: gli operatori pagano per controllare se le utenze che intendono chiamare siano iscritte al registro. “Oggi più numeri si controllano, più si paga. Sarebbe invece preferibile – suggerisce Busia- che ciascun operatore, una volta pagata la quota di propria spettanza, la cui definizione spetta al ministero, potesse rivedere le proprie liste liberamente. Così, senza il timore di spendere di più, gli operatori sarebbero incentivati ad eliminare i numeri di chi non vuole essere contattato, evitando di disturbare ulteriormente tanti cittadini”.
Fonte Adnkronos