TARIffe ESAGERATE: FRUTTIVENDOLI, FIORAI E PESCIVENDOLI I PIU' BERSAGLIATI, SEGUITI A RUOTA DAI RISTORATORI
“Spazzatura” è il termine più gettonato degli ultimi giorni vissuti dai ruvesi. L’arrivo del regalo di Natale chiamato “TARI” sommato all’inizio della raccolta differenziata “porta a porta” sta mandando in tilt un’intera città.
Se da una parte l’aumento della tassa sui rifiuti è aumentata a dismisura, in molti non si spiegano motivi e cause. L’amministrazione comunale ha applicato ancora una volta l’indice dell’ecotassa tra i più alti della Regione e a ciò occorre sommare le spese di aumento di gestione dell’indifferenziato trasportato nell’impianto di Statte, provincia di Taranto, dopo la chiusura della discarica di Trani.
I cittadini ruvesi, inoltre, sono stati costretti a sobbarcarsi gli oneri economici derivanti dalla differenziata “porta a porta” . Ma qui è meglio stendere un velo pietoso, come pietosa è stata la comunicazione dell’ente fin qui.
Deficitaria, carente, imprecisa, incompleta, a tal punto da mandare in tilt un’intera città.
Il nostro messaggio è sempre stato chiaro: differenziare è un dovere nostro, ma che ci mettano nelle condizioni idonee per farlo, ma fin qui tutto ciò non sta accadendo. Vince il “non si sa nulla”: adesso per capire in quale quartiere ha preso questa nuova modalità di raccolta occorre vedere se c’è ancora o no il cassonetto. Alla faccia degli adesivi da applicare e di noi ruvesi che li pagheremo profumatamente.
I ristoratori sono in rivolta, così come diversi cittadini che, oltre al danno, hanno subito la beffa di aver ricevuto bollette salate mal calcolate. E si prevedono fiumi di ricorsi.
La guida diramata dall’ufficio tributi di Ruvo di Puglia spiega come è stato calcolato quanto ciascun contribuente debba versare al Comune entro il 30 dicembre.
1 componente € 1,29 € 48,63
2 componenti € 1,50 € 87,54
3 componenti € 1,63 € 111,85
4 componenti € 1,74 € 126,44
5 componenti € 1,79 € 141,03
6 o più componenti € 1,69 € 165,35
E allora si passa da un valore di 2,39 €/m2 delle banche al 16,98 €/m2 di ristoranti, trattorie, osterie, pizzerie, pub; la tariffa più alta dovranno pagarla coloro che hanno negozi di ortofrutta, pescherie, fiori e piante, pizza al taglio, il cui valore unitario si attesta al 22.08 €/m2. Non sorridono coloro che hanno banchi di genere alimentare il cui valore unitario si attesta sul 16,74 €/m2, mentre per i bar e le pasticcerie il valore è di 12.78 €/m2.
Il problema è a monte: in base alla delibera di approvazione delle tariffe 2015, vi è un costo del servizio da coprire di € 4.403.152,48 mentre nel 2014 il costo da coprire era di € 3.059.937,10. Allora le domande da porre sono: 1) perché il costo è lievitato di € 1.343.215,38? 2) I dati riportati in delibera sono corretti? 3) Come vengono verificate le varie voci? 4) Non si poteva monitorare la situazione e cercare di far lievitare i costi il meno possibile anziché mettere il cittadino di fronte al fatto compiuto, ovvero “paga il salasso e stai zitto”?
Pertanto attenzione a non profondere facili illusioni (ricorsi? ma fondati su cosa?)perché tecnicamente la delibera è stata adottata nel rispetto della legge, a parere del sottoscritto.