TALOS FESTIVAL: LA MANIFESTAZIONE SI CONCLUDE CON UNA LUNGA GIORNATA DI INCONTRI, MOSTRE E CONCERTI
Domenica 11 ottobre l’incontro tra la tradizione della Fanfara di Tirana e i suoni elettronici dei Transglobal Underground concluderà l’edizione 2015 del “Talos Festival. La melodia, la ricerca, la follia”, ideato e diretto dal trombettista e compositore Pino Minafra, che in undici giorni di programmazione ha ospitato circa 400 musicisti e oltre 30 eventi e concerti con bande pugliesi, gruppi e artisti provenienti da tutta Europa e dal bacino del Mediterraneo.
La lunga giornata finale partirà alle 10 nella Pinacoteca d’arte contemporanea (Ex Convento dei Domenicani) con la presentazione di “MinAfrìc”, nuovo progetto discografico della MinAfrìc Orchestra e del quartetto Faraualla (Sud Music Records, distribuito da Egea e promosso con il sostegno di Puglia Sounds), e di altre due produzioni discografiche in casa Minafra. “Born Free” (Incipit Records / Egea) è frutto di tre importanti concerti del duo composto dal batterista sudafricano Louis Moholo e dal pianista Livio Minafra in Italia e in Germania; in “Rebel Flames” (Ogun) lo stesso Moholo incontra Canto General, progetto composto da Pino e Livio Minafra, Roberto Ottaviano (sax) e Roberto Bellatalla (basso). A seguire non si terrà il convegno dedicato alle bande (come annunciato in precedenza) ma la proiezione dei due documentari “Close to… Gente di Talos” e “Born Free” entrambi realizzati dal giovane regista Giuseppe Magrone. Nelle sale della Pinacoteca, che ospitano la mostra per i 50 anni del collegamento ferroviario Bari-Barletta a cura della Ferrotramviaria – Ferrovie del Nord Barese, sarà allestita anche un’esposizione di abiti e oggetti della tradizione albanese a cura della fondazione “Folk Tradition” di Tirana.
Dalle 15 nella Chiesa del Purgatorio la violinista Maya Homburger proporrà una lezione/masterclass dal titolo “Bach Meditation”. Alle 17 nelle Cantine Crifo concerto finale della masterclass a cura di Dario Cecchini, fondatore dei Funk Off, con i musicisti della Birband Band di Ruvo di Puglia e della Conturband di Turi e con degustazioni di prodotti tipici albanesi. Alle 18 nel Teatro Comunale il sassofonista Nicola Pisani, il batterista Vincenzo Mazzone e il fotografo Pino Ninfa proporranno, invece, “In Sudafrica: Round About Township. Storie urbane e di libertà”, una performance nella quale si fonderanno insieme immagini e musica. Il progetto è nato per raccontare i luoghi delle periferie urbane insieme ai luoghi storici dell’apartheid, delle due grandi città del Sudafrica (Città del Capo e Johannesburg) e di Soweto, un tempo sobborgo, ma oggi una città a parte. La ricerca di Ninfa vuole evidenziare il profondo senso di dignità e solidarietà nato nella difficoltà, senza spettacolarizzare le condizioni di disagio. Saranno presentate anche le fotografie provenienti da un workshop fotografico tenuto da Pino Ninfa a Città del Capo con i ragazzi che vivono nella township di Philippi. Il Teatro ospita anche le mostre fotografiche “Braccianti: suoni e immagini della memoria” – immagini e testimonianze tratte da La Memoria che Resta di Giovanni Rinaldi e Paola Sobrero; e “Sbarchi” di Pasquale Susca.
Dalle 20 questa edizione del Talos si chiuderà al Palazzetto di Via Colombo (ingresso 6 euro) nel segno dei Balcani con Hosni Niko Zela e Albanian Iso Polyphonic Choir con il pianista e polistrumentista Robert Bisha. Hysni (Niko) Zela – lead vocalist della Fanfara Tirana – è il più importante rappresentante della Iso-Polifonia albanese nonché l’unico in grado di interpretare, da 40 anni a questa parte, pressoché la totalità dei vari stili caratteristici del sud Albania, dove il drone (iso) può essere cantato in modo continuo o ritmico mentre le melodie si intrecciano ai suoni primordiali e lugubri delle altre voci ricamando una ragnatela incantata dalla bellezza mutevole e dissonante. Dalle 21.30 gran finale con la Fanfara di Tirana e Transglobal Underground. Due mondi antitetici miracolosamente armonizzati, hanno condiviso e riletto l’antico rito albanese del Kabà, mescolandolo col reggae, con l’elettronica, con i suoni di altre etnie. La Fanfara Tirana è sicuramente una delle più belle brass band della realtà balcanica. Dopo aver girato in lungo e largo l’Europa con i suoi ottoni e suonato nei più grandi festival con il progetto Kabatronics hanno osato di più e hanno consegnato l’intero album in mano ai manipolatori londinesi, Transglobal Underground, veri geni della musica “no borbers”, mitica band transglobale musicalmente e nei componenti che la formano.