Cultura

Talos Festival: il viaggio nella musica e nella vita secondo i fotografi Pansini, Paparella e Puce

«La musica è viaggio, ricerca, voglia di conoscere quello che è misterioso. In realtà, essa stessa è mistero, non la si conosce mai perfettamente ed è meglio così».

Con queste parole, il Maestro Pino Minafra ha presentato sia la performance “Metamorfosi”, eseguita dalla danzatrice Mimma Di Vittorio in collaborazione con Giulio De Leo della Compagnia Menhir, su musiche di Giuliano Di Cesare, sia le tre mostre fotografiche che saranno visitabili al pubblico, da lunedì a domenica 10 settembre, presso la Pinacoteca Comunale di Arte Contemporanea “Domenico Cantatore”, in via Madonna delle Grazie 2.

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La fotografia è sempre stata una delle espressioni artistiche che hanno reso onore al Talos Festival: per il suo primo quarto di secolo, le mostre sono tre.

“Blackest Eyes” di Maria Pansini, “Metamorfosi – Il sortilegio, il delirio, la rinascita” di Enzo Paparella; “For Mandela” e “Demetra” di Raffaele Puce.

Appena varcata la soglia della Pinacoteca, si è accolti da installazioni musicali, il cui fulcro è rappresentato dalla tromba, strumento caro e al fondatore del Festival della “Melodia, la ricerca e la follia” e al giovane musicista Antonino Summo, scomparso tragicamente nel disastro ferroviario del 12 luglio 2016.

Punti luce del percorso fotografico sono le luminarie musicali di “Luci e Suoni D’Artista”, che hanno adornato le vie del centro storico di Ruvo di Puglia lo scorso Natale: segno che la musica, con la sua luce vivificante, sarà sempre parte del patrimonio ruvese.

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Si parte dalle fotografie di Maria Pansini, fotografa di scena per “Tama Kelen – Il viaggio che insegna” (2015, 12′), cortometraggio diretto dal regista ruvese Michele Pinto: l’opera sarà proiettata in Pinacoteca, mercoledì 6 settembre, alle 18.00. La fotografa terlizzese non ha voluto solo rendere testimonianza del lavoro artistico che quindici rifugiati e richiedenti asilo, maliani di etnia Bambarà, ospiti presso il Centro “Santa Croce” di Andria e inseriti nel progetto SPRAR, hanno realizzato sotto la direzione di Pinto e la supervisione dello sceneggiatore Raffaele Tedeschi.

Maria Pansini è riuscita a cogliere la luce che brilla in quegli occhi del più profondo nero, quegli occhi che racchiudono il dolore e, al contempo, la speranza di una vita migliore. Ed è con il dolore e la speranza che affrontano viaggi gravidi di incertezza e pericolo. Questi sono gli stessi sentimenti, in fondo, che trapelano dai canti degli schiavi neri d’America, quei canti da cui ha avuto origine il jazz.

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Il viaggio, poi, diventa la “Metamorfosi – Il sortilegio, il delirio, la rinascita” di Enzo Paparella. Protagonisti sono Mimma Di Vittorio e gli strumenti musicali con cui la danzatrice, sinuosamente, si fonde. Le foto in bianco e nero, alcune delle quali recano i segni del pittore Nicola Genco, da anni creatore dei coloratissimi e felliniani manifesti del Talos, sono sensuali e raffinate. La luce e l’ombra sottolineano la perfetta fusione tra carne, legno, metallo e…musica che rapisce, incanta, mette in contatto col divino e favorisce una rinascita, una nuova vita. I ritratti di Paparella sono raccolti nel libro “Metamorfosi” (Edizioni Musicali Salatino, 2016).

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Il viaggio nel mondo attraverso la musica, viaggio di arricchimento con scoperte, incontri con persone e diverse culture, è celebrato nelle fotografie della mostra “For Mandela” di Raffaele Puce. Le foto ritraggono la MinAfric Orchestra al Ravenna Festival 2016 “For Mandela”. Pino e Livio Minafra sono protagonisti di queste foto con i Tippets, Louis Moholo e gli altri componenti dell’Orchestra fondata dal trombettista ruvese.

DSCF0904Di Raffaele Puce è il ciclo di fotografie “Demetra” in cui protagonista è, ancora una volta, Mimma Di Vittorio, driade, divinità, Demetra e Persefone, che si fonde con la Natura pugliese, incarnata nei possenti e contorti tronchi di ulivo. Demetra compì un viaggio alla ricerca della figlia perduta, Persefone, e scoprì che era stata rapita dal dio degli Inferi. E la discesa e risalita dagli Inferi di Persefone, coincidente la prima con l’avvento dell’autunno e dell’inverno e la seconda con l’arrivo della primavera e dell’estate, simboleggia il ciclo perfetto di vita, morte, trasformazione. Le foto sono raccolte nel volume “Demetra” per i tipi di Pegasus (2017).

Le mostre sono visitabili tutti i giorni, sino al 10 settembre, dalle 10.00 alle 13.00 e dalle 18.00 alle 20.00. Ingresso gratuito.

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