STRAGE DI VIA D’AMELIO, ALLE 19.30 RITROVO AL VIALE DEI GIUSTI
A poche settimane di distanza dalla strage di Capaci, in via D’Amelio, Palermo, un’ autobomba segnava la tragica fine dell’altro magistrato, Paolo Borsellino che, con Giovanni Falcone, tra le più alte personalità, a livello internazionale, nella lotta alla criminalità mafiosa, con questi, aveva dato una svolta al modo di considerare e di combattere in Italia la mafia.
Era una calda domenica del 19 luglio 1992 e, verso le ore 16.59, una devastante esplosione dinamitarda, opera di Cosa nostra, uccideva Borsellino e gli uomini della sua scorta (Emanuela Loi, prima donna della Polizia di Stato a cadere vittima in servizio, Agostino Catalano, Vincenzo Li Muli, Walter E. Cosina, Claudio Traina).
Lo aveva annunciato, il magistrato, subito dopo l’assassinio del suo collega e amico fraterno Falcone, quando aveva dichiarato di vivere nella “condizione di un sopravvissuto”, di sentirsi un “morto che cammina”.
È per dare segno, non per ricordare o commemorare, quella figura, quegli uomini e quelle vittime, quel momento e quell’anno terribile che, a trent’anni di distanza dalla strage, nel Viale dei Giusti di Serra Petrullo, ci ritroveremo, martedì 19, dalle 19.30, per percorrere insieme il Viale e scoprire, come cittadini, nel paesaggio murgiano della Serra, un’altra panchina, vicino al noce di Borsellino e accanto al biancospino di Rita Atria (la ragazzina, “settima vittima” della strage di via D’Amelio e dell’uccisione di Borsellino). Di fronte a quell’altra, colore giallo-arancio che, con albero di carrubo, è stata dedicata a Falcone e agli uomini di Capaci. Il suo colore sarà blu turchese come il mare di Sicilia, come promessa e sfida che, anche laddove la giustizia può essere, ancora una volta, disattesa, su quell’unico, impervio sentiero può camminare la verità.
Fondazione “Angelo Cesareo” – Ruvo di Puglia
Associazione per la Legalità – Terlizzi