STORIE DI SPORTIVI RUVESI: GIUSEPPE RUTIGLIANI, MISTER 100 IN BIANCOROSSO
Il nostro viaggio alla ricerca delle storie degli sportivi ruvesi prosegue con il racconto di Giuseppe Rutigliani, allenatore delle Aquile Molfetta, squadra impegnata nel campionato di serie B di calcio a5.
E’ stato soprannominato “Mister 100 in campo” in vista della sfida di domenica scorsa, chiusa con una vittoria ai danni di Sammichele, in cui il ruvese ha festeggiato le cento presenze in biancorosso.
“Questo traguardo – ci racconta – rappresenta un’enorme soddisfazione, solo se pensi che in quelle cento panchine hai lasciato qualcosa di tuo sia a livello tecnico, che a livello umano, a tutti i calcettisti e addetti ai lavori che hanno fatto parte del tuo percorso. Significa, inoltre, che ci si è trovati bene in quell’ambiente”.
“La mia passione per il calcio a5 – continua – nasce nel 1997, quando dopo l’esperienza calcistica con le maglie di Terlizzi e Ruvo, insieme a quattro amici (Domenico Fracchiolla alias “Zavarov”, Rocco Tedone e un certo Max Bellarte), abbiamo avuto l’idea di fare qualcosa di nuovo a Ruvo inserendo una nuova disciplina sportiva che ci piaceva e ci accomunava, coinvolgendo il mitico Luciano Savi, il quale aveva esperienza nel settore. Abbiamo dato vita all’indimenticabile “Ruvo Calcio a5”. Come allenatore, invece, la passione per la panchina è stata una semplice conseguenza”.
Il percorso da sportivo del ruvese comincia dagli esordienti del “Bar Milan” di Mimmo Santoro, per poi proseguire con gli allievi regionali della “Ruvese” del Presidente Ciliberti. Cammino scandito anche dalle esperienze nel Terlizzi Calcio, Ruvo Calcio, Ruvo Calcio a5, in cui è stata conquistata la serie B, la Coppa di Puglia e la Coppa Italia nazionale e Bisceglie calcio a5. Realtà in cui Giuseppe Rutigliani ha festeggiato la vittoria del campionato di serie C, per poi trascorrere due anni in serie B: “Solo dopo è cominciato il percorso da allenatore. La prima panchina ufficiale me l’ha regalata Mr Max Bellarte, a cui sarò per sempre grato e riconoscente. Ha creduto in me, prima come persona e poi, come tecnico, quando ero del tutto inesperto. Mi sono seduto sulla panchina del Modugno, per seguire l’under 21 con cui abbiamo raggiunto una semifinale scudetto ed una semifinale Coppa Italia U21″.
“Ho trascorso – prosegue – poi un anno in C2 a Bari con la “New Stars Bari “, uno in C2 a Ruvo, uno in C1 con il San Rocco del presidente Di Puppo e poi sono arrivato a Molfetta, dove abbiamo vinto un campionato di C1, una Coppa Puglia e una Coppa Italia nazionale. Abbiamo raggiunto l’obiettivo play-off per due anni consecutivi in serie B e, l’anno scorso, anche le final eight di Coppa Italia, poi bloccate a causa della pandemia da Coronavirus. Quest’anno, invece, siamo a metà percorso e solo strada facendo vedremo dove arriveremo”.
Poi entra nel dettaglio del futsal: “Si tratta di uno sport che negli anni è cambiato parecchio. C’è molta più fisicità, si cura tanto sia la parte aerobica che quella tecnico-tattica. Gli sportivi che più rispecchiano il mio modo di vedere e fare sport sono Peppe Guardiola e chiaramente Max Bellarte, non per il rapporto di amicizia, ma per la cultura dello sport che ha e per come si approccia allo stesso in generale. Infatti, non per altro, ora si trova nel posto giusto. Sono certo che farà crescere l’intero movimento del futsal. E’ un uomo di campo, sempre concentrato sul pezzo e concentrato sui particolari del gruppo squadra, fuori dal campo”.
Un percorso segnato da vittorie, trofei, gioie, soddisfazioni e anche sconfitte. Conclude infine il ruvese: “La mia vittoria più bella è quella che deve ancora arrivare. La sconfitta che difficilmente dimenticherò, invece, è quella dell’anno in B a Ruvo che non sono riuscito a portare a termine”.