Attualità

Smart working: formazione e protezione per gestire meglio i rischi

Complice la pandemia di Covid-19, lo smart working è entrato sempre di più nelle nostre vite, rivoluzionando il nostro modo di lavorare e di gestire il tempo. Ma se le potenzialità e i benefici del lavoro da remoto sono ormai noti a tutti, non si può dire lo stesso per i rischi e per i pericoli, ancora sconosciuti o molto spesso sottovalutati.

I rischi per le aziende

Risparmio di tempo, meno stress, maggiore efficienza, migliore conciliazione lavoro-vita privata e risparmio economico sono solo alcuni dei benefici del lavoro da remoto, incrementato durante la pandemia e usato ancora oggi da molte aziende.

Aziende che devono però convivere con un problema non indifferente, che ha già colpito molte imprese e molti datori di lavoro. La possibilità di lavorare con i propri dispositivi in qualunque luogo e con qualsiasi connessione internet ha infatti aumentato i rischi informatici, costringendo i team di sicurezza a cercare nuove soluzioni per proteggere le reti aziendali. Secondo il 62% delle aziende, infatti, gran parte dei data breach avvenuti negli ultimi anni è da ricondurre proprio allo smart working e a coloro che lavorano da remoto, motivo per cui le imprese stanno investendo sempre di più in sicurezza informatica. Ma in che modo?

Gli interventi per prevenire i pericoli

Nuove soluzioni, nuovi investimenti e nuovi miglioramenti della policy per gestire chi lavora da remoto: queste le novità introdotte dalle imprese per gestire nel miglior modo possibile i rischi.

Rischi che prima di tutto devono essere affrontati dal punto di vista formativo. Le aziende dovrebbero infatti adottare un approccio che combini formazione e protezione, istruendo i propri dipendenti e allo stesso tempo attivando sistemi di difesa più completi, da estendere anche ai PC che i lavoratori usano a casa.

Soluzioni come gli antivirus, i sistemi di autenticazione a due fattori e le connessioni vpn sono quindi fondamentali per la sicurezza aziendale. Una Virtual Private Network, in particolare, garantisce che i dati ricevuti e inviati dal proprio PC viaggino sempre sicuri per la rete, mascherando l’indirizzo IP del computer.

Una vpn inoltre è in grado di scongiurare gran parte degli attacchi informatici, oltre a garantire maggiore privacy e una navigazione più “pulita”, bloccando alcuni tipi di hacking e pubblicità troppo invasive. Per avere un’idea dei costi e delle caratteristiche, può essere utile consultare una guida alle migliori vpn, che spiega anche come funziona nel dettaglio questo servizio.

Il report Openpolis sul lavoro da remoto

Secondo il report realizzato da Openpolis insieme ad altre cinque redazioni dello European data journalism network (Edjnet), prima della pandemia, la maggioranza delle persone in Italia non aveva mai sperimentato lo smart working. L’emergenza sanitaria ha però cambiato notevolmente le cose, tanto che durante la fase più acuta quasi 9 milioni di persone hanno lavorato da remoto.

Secondo i dati Istat, però, il 54,2% ha incontrato almeno una difficoltà: tra connessioni internet instabili, eccesso di ore di lavoro, problemi di concentrazione e disagi causati dalla sovrapposizione del lavoro alle attività personali e familiari, i problemi sono stati diversi, ma il più delle volte sono stati sottovalutati.

Prevedere se il lavoro da remoto manterrà la sua influenza nel nostro paese anche ora che la pandemia è finita è molto difficile. Nonostante ciò, però, appare evidente la necessità di continuare ad investire sulla formazione e sugli strumenti di protezione: solo così, infatti, sarà possibile portare a termine la rivoluzione del lavoro iniziata durante la pandemia.

 

 

 

 

 

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