Agricoltura

SIGLATO PROTOCOLLO INTESA TRA CASILLO, ASP ZACCAGNINO, COLDIRETTI E REGIONE PUGLIA PER FILIERA ‘GRANO DURO 100% ITALIANO’

Siglato il protocollo d’intesa tra il Gruppo Casillo, l’ASP Zaccagnino, Coldiretti e Regione Puglia per una filiera del “grano duro 100% italiano”. Per 3 anni su 600 ettari dell’Azienda Pubblica Zaccagnino di San Nicandro Garganico sarà coltivato ‘grano duro 100% italiano’ che sarà acquistato ‘sotto la trebbia’ da Molini Casillo Spa al prezzo minimo garantito di 0,26 euro al kg con un contenuto proteico tra 13,5 e 15% e al prezzo minimo garantito di 0,31 euro al kg per un contenuto superiore a 15%. In ogni caso qualora la media aritmetica dei prezzi minimi e massimi delle mercuriali della C.C.I.A.A. di Foggia per prodotto di tipo “fino” fosse più alta dei prezzi minimi garantiti definiti, il prezzo da liquidare per il prodotto con contenuto proteico tra 13,50% e 15,00%, sarà quello medio fatto registrare dal listino della CCIAA di Foggia con una maggiorazione pari ad € 0,01 al Kg; analogamente per il prodotto con contenuto proteico superiore a 15%, il prezzo da liquidare sarà quello medio fatto registrare dal listino della CCIAA di Foggia con una maggiorazione pari ad € 0,02 al Kg.

L’accordo siglato dal Presidente dell’ASP Zaccagnino, Patrizia Lusi e da Pasquale Casillo dell’omonimo Gruppo è il progetto pilota che riguarderà e coinvolgerà, sotto la pinta del Presidente della Regione Puglia, Michele Emiliano e dell’Assessore all’Agricoltura regionale, Leo Di Gioia, tutte le altre Aziende Pubbliche della Puglia, secondo uno schema regionale di promozione e valorizzazione del grano della Puglia, arricchendo l’operazione da finalità sociali.

La Puglia che è il principale produttore italiano di grano duro, con 343.300 ettari coltivati e 9.430.000  quintali prodotto ed è paradossalmente – denuncia Coldiretti Puglia – anche quello che ne importa di più, tanto da rappresentare un quarto del totale del valore degli arrivi di prodotti agroalimentari nella regione.

“L’origine del grano è divenuta elemento obbligatorio sulle etichette di pane e pasta e con l’accordo di filiera tra Coldiretti e Casillo si sta mettendo un freno alla storica dipendenza del sistema industriale dal grano estero. Un numero sempre crescente di pastai ha deciso di non importare da Paesi a rischio glifosato, mentre  gli agricoltori, davanti ad una giusta remunerazione del proprio lavoro, stanno dimostrando di essere pronti ad aumentare la produzione di grano in Italia” ha dichiarato il Presidente di Coldiretti Puglia, Gianni Cantele.

Gli ha fatto eco Giuseppe De Filippo, Presidente di Coldiretti Foggia, spiegando che “gli agricoltori, se tecnicamente sostenuti, garantiscono un livello qualitativo elevato, a dimostrazione che fare grano di qualità in Puglia è una certezza. A pesare sul mercato negli ultimi anni sono state le importazioni in chiave speculativa che si concentrano nel periodo a ridosso della raccolta e influenzano i prezzi. Riteniamo indispensabile “il 100% dei controlli sul grano importato – ha incalzato – l’attivazione immediata della CUN nazionale cerealicola con base logistica a Foggia, il granaio d’Italia, e sostegni pubblici solo alle imprese che lavorano grano italiano”.  Coldiretti chiede al nuovo Parlamento che si esprima contro la ratifica del trattato CETA, bloccando così le importazioni a dazio 0 dal Canada dove grano e leguminose vengono trattate con glifosato in fase di preraccolta, secondo modalità vietate in Italia.

L’ ‘ASP dr. Vincenzo Zaccagnino’ è proprietaria di terreni estesi complessivamente su 2.206 ettari, ubicati in sei comuni della provincia di Foggia (San Nicandro Garganico, Lesina, Poggio Imperiale, Apricena, San Severo e Foggia), dai quali trae la quasi totalità delle sue rendite che vengono utilizzate al perseguimento degli scopi Statutari e una produzione di grano che si attesta tra i 16 ed i 20 mila quintali per annata agraria.

Il protocollo d’intesa firmato da Casillo, ASP Zaccagnino, Coldiretti e Regione Puglia rientra nella piena operatività del più grande accordo di filiera sul grano mai realizzato al mondo per quantitativi e superfici coinvolte, siglato da Coldiretti, Consorzi agrari d’Italia, Fdai (Firmato dagli agricoltori italiani) e Gruppo Casillo che prevede la fornitura 300 milioni di chili di grano duro biologico destinato alla pasta e 300 milioni di chili di grano tenero all’anno per la panificazione. L’intesa ha una durata di tre anni con la possibilità di una proroga per altri due, per un totale di 5 anni.

Un accordo che rafforza la leadership dell’Italia in Europa nel numero di imprese che coltivano biologico con 72.154 operatori e 1.796.363 ettari, con un aumento del 20% su base annua. La crescita della domanda – sottolinea la Coldiretti – ha spinto l’aumento delle produzioni. Tra le colture con maggiore incremento ci sono proprio i cereali (+32,6%) mentre a livello territoriale – continua la Coldiretti – la maggiore estensione delle superfici bio è registrata proprio al Sud Italia, con la Puglia al top della classifica con 255.831 ettari coltivati. Si tratta di una garanzia anche per sei italiani su dieci (60%) che nel 2017 hanno acquistato almeno qualche volta prodotti biologici a conferma di una decisa svolta salutista nei consumi alimentari, secondo l’indagine Coldiretti/Ixe’.

L’intesa Coldiretti/Casillo è anche una risposta alla domanda dei consumatori che chiedono in misura crescente la garanzia di italianità della pasta acquistata come dimostra la rapida proliferazione di marchi e linee che garantiscono l’origine nazionale al 100% del grano impiegato, da Ghigi a De Sortis, da Jolly Sgambaro a Granoro, da Armando a Felicetti, da Alce Nero a Rummo, da FdAI – Firmato dagli agricoltori italiani fino a “Voiello” che fa capo al Gruppo Barilla,e a Divella che in questi anni ha avviato un percorso di filiera in Puglia con grano 100% italiano frutto della ricerca SIS, società leader nel settore sementiero.

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