SICCITA’ E COSTI TAGLIANO IN PUGLIA 1 BOTTIGLIA DI PASSATA SU 5
Addio quest’anno in Puglia a 1 bottiglia di passata di pomodoro su 5 con l’esplosione dei costi di produzione che hanno tagliato le semine, la siccità e le temperature roventi che hanno ridotto del 20% il raccolto del pomodoro da salsa destinato a polpe, passate, sughi e concentrato, con l’aggravante che la chiusura della galleria di Solofra in Campania inibisce l’accesso dei mezzi pesanti in Puglia per il ritiro del prodotto con l’aggravio di tempi e costi per i trasporti. E’ quanto emerge dallo studio della Coldiretti Puglia, presentato in occasione dell’avvio della raccolta del pomodoro in Puglia, partita da Foggia nell’azienda agricola Carlucci, occasione propizia per la sigla del protocollo d’intesa ‘Salva Salute’ tra Coldiretti Foggia, Asl Foggia e Regione Puglia, sulle visite mediche preassuntive anche attraverso indagini mirate alla prevenzione del rischio cardiovascolare per i lavoratori nei campi nel periodo più critico dell’anno a causa del caldo e della siccità che nel 2022 sta attanagliando i campi in una morsa sempre più grave. La storica firma è avvenuta alla presenza Salvatore Caccamo, Prefetto Vicario di Foggia, Ludovico Vaccaro, Procuratore Capo di Foggia, Gianmarco Laviola, Amministratore Delegato Princess e Romano Magrini, Capo Area Gestione Personale, Lavoro e Relazioni Sindacali della Coldiretti Nazionale.
Con il rincaro dei costi energetici che si è trasferito a valanga sui costi di produzione quest’anno produrre un ettaro di pomodoro lungo è costato agli agricoltori in media oltre 4.000 euro in più, mentre Il clima – sottolinea la Coldiretti Puglia – ha dunque decimato il raccolto del prodotto simbolo della dieta mediterranea che quest’anno viene realtà colpita in tutte le sue componenti. La Puglia detiene la quasi totalità della produzione del pomodoro della filiera del Sud Italia, riferisce Coldiretti Puglia sulla base dello studio commissionato all’Università di Foggia, con 15.527.500 quintali di pomodoro da industria su una superficie di 17.170 ettari prodotti. La provincia di Foggia è leader indiscussa del mercato e rappresenta il maggiore bacino di produzione nazionale – aggiunge Coldiretti Puglia – con una superficie media annua di 15.000 ettari e una produzione di pomodoro da industria che si aggira intorno ai 14.250.000 quintali (1,4 milioni di tonnellate).
“È necessario investire sul futuro competitivo delle imprese agricole, percorrendo insieme ai lavoratori l’unica strada possibile della crescita, tenendo conto dello scenario europeo. Occorre rafforzare la catena della legalità in agricoltura, minacciata e indebolita dalle distorsioni lungo la filiera, dalla distribuzione all’industria fino alle campagne, dove i prodotti agricoli sono pagati sottocosto pochi centesimi. La Capitanata è un bacino produttivo straordinario, una realtà che va salvaguardata e promossa, perché rappresentata da imprese agricole e agroalimentari pugliesi che operano con grande professionalità e in assoluta trasparenza. Non è rinviabile e derogabile l’operazione di trasparenza e di emersione, mettendo a punto un patto di emancipazione dell’intero settore agricolo in grado di distinguere chi oggi opera in condizioni di sfruttamento e di illegalità da chi produce in condizioni di legalità come dimostrano i 38mila immigrati assunti regolarmente in agricoltura”, dice Pietro Piccioni, delegato confederale di Coldiretti Foggia.
Sono 100mila gli operai agricoli impiegati nei campi pugliesi che danno vita al 22% delle giornate di lavoro in agricoltura sul totale nazionale – dice Coldiretti Puglia – un mercato del lavoro di grande valenza da tutelare.
“Questa iniziativa – spiega il commissario straordinario della Asl Foggia, Antonio Nigri – ha lo scopo di mettere insieme salute, sicurezza sul lavoro e legalità. Il protocollo d’intesa prevede la sorveglianza sanitaria dei lavoratori agricoli stagionali, anche attraverso indagini mirate alla prevenzione del rischio cardiovascolare. Con questa convenzione la ASL Foggia intende promuovere politiche di equità nell’erogazione delle prestazioni sanitarie raggiungendo quelle categorie più fragili di lavoratori. Pertanto, sarà attivato un ambulatorio dello SPESAL (Servizio di Prevenzione e Sicurezza degli Ambienti di Lavoro) della ASL, che prenderà in carico la fase di erogazione dei servizi di sorveglianza sanitaria e di promozione della salute. È previsto, inoltre, l’intervento dei mediatori culturali per aiutare i lavoratori ad esprimere le proprie condizioni di salute al momento della visita medica”. Le visite si svolgeranno presso le strutture hub della Coldiretti Foggia con prenotazione nei loro centri Cup, abilitati a leggere l’agenda di visita e favorire l’inserimento delle prenotazioni. Le attività vedono il coinvolgimento attivo degli infermieri di famiglia e della struttura complessa di cardiologia di Cerignola, gestita dal dott. Sollazzo, coordinati dalla centrale operativa territoriale della ASL di Foggia per le attività di Telecardiologia. Gli esami cardiologici, infatti, saranno refertati in remoto attraverso le tecnologie di sanità digitale. “La partenza in via sperimentale di quest’anno – conclude Nigri – prelude ad un’estensione ulteriore, una volta perfezionati i meccanismi di partnership pubblico-privato”.
In Capitanata si sono gettate quest’anno le basi per una contrattazione anticipata, la definizione di prezzi equi e un bonus per il pomodoro di qualità 100%, grazie alla politica lungimirante e di visione adottata dalla Princess a Foggia che ha siglato con Coldiretti l’accordo di filiera per unire gli sforzi a sostegno della filiera del pomodoro “Made in Italy”, valorizzandone l’elevata qualità e l’identità nazionale. La definizione del contratto annuale sul pomodoro, nell’ambito dell’”Accordo di Filiera” garantisce produzioni di qualità eccellenti, sostenibilità ambientale e sostenibilità sociale – spiega Coldiretti Puglia – con i coltivatori che si vedranno riconosciuto un prezzo di acquisto “equo”, basato sugli effettivi costi sostenuti per rispettare il disciplinare di produzione basato su una equa pianificazione degli investimenti.
La salsa Made in Italy – continua Coldiretti – è trainata dal successo della dieta Mediterranea nel mondo ma è minacciata dall’esplosione dei costi di produzione sulla scia delle speculazioni internazionali, dagli effetti del conflitto scatenato dai russi e delle tensioni internazionali sulle materie prime. Le aziende agricole stanno lottando su tutti i fronti contro aumenti che – sottolinea Coldiretti Puglia – vanno dal +170% dei concimi al +129% per il gasolio, il vetro costa oltre il 30% in più rispetto allo scorso anno, ma si registra un incremento del 15% per il tetrapack, del 35% per le etichette, del 45% per il cartone, del 60% per i barattoli di banda stagnata, fino ad arrivare al 70% per la plastica, secondo l’analisi Coldiretti. Rincarato anche il trasporto su gomma del 25% al quale si aggiunge – continua la Coldiretti – la preoccupante situazione dei costi di container e noli marittimi, con aumenti che vanno dal 400% al 1000%.
I rincari dell’energia – sottolinea la Coldiretti Puglia – hanno un impatto devastante sulla filiera, dal campo alla tavola. I consumi diretti per le aziende agricole – spiega Coldiretti regionale – includono i combustibili per trattori e i trasporti mentre fra i consumi indiretti ci sono quelli che derivano da fitosanitari, fertilizzanti e impiego di materiali come la plastica, vetro o tetrapack. Il comparto alimentare richiede invece – continua la Coldiretti Puglia – ingenti quantità di energia, soprattutto calore ed elettricità, per i processi di produzione, trasformazione, conservazione dei prodotti, funzionamento delle macchine e climatizzazione degli ambienti produttivi e di lavoro.
Una scenario drammatico in cui – spiega Coldiretti Puglia – si paga più la bottiglia che il pomodoro in essa contenuto: in una bottiglia di passata da 700 ml in vendita mediamente a 1,3 euro oltre la metà (53%) – evidenzia l’analisi di Coldiretti – è il margine della distribuzione commerciale con le promozioni, il 18% sono i costi di produzione industriali, il 10% è il costo della bottiglia, l’8% è il valore riconosciuto al pomodoro, il 6% ai trasporti, il 3% al tappo e all’etichetta e il 2% per la pubblicità.
Una situazione in linea in realtà con molti altri prodotti poiché in media per ogni euro speso dai consumatori in prodotti alimentari freschi e trasformati appena 15 centesimi vanno in media agli agricoltori ma se si considerano i soli prodotti trasformati la remunerazione nelle campagne scende addirittura ad appena 6 centesimi, secondo un’analisi Coldiretti su dati Ismea. Nel carrello della spesa fra le conserve di pomodoro si trovano al primo posto le passate – insiste Coldiretti Puglia – seguite da polpa, pelati e pomodorini e da ultimo i concentrati, per una media di 20 chili a famiglia.
Serve responsabilità da parte dell’intera filiera alimentare con accordi tra agricoltura, industria e distribuzione per garantire una più equa ripartizione del valore anche combattendo le pratiche sleali nel rispetto della legge che vieta di acquistare il cibo sotto i costi di produzione, conclude Coldiretti Puglia, sottolineando la necessità di risorse per sostenere il settore in un momento di emergenza, fra guerra e siccità, che deve spingere il Paese a difendere la propria sovranità alimentare.