Commercio

SANGALLI: “LA MINI RIPRESA È GIÀ FINITA, IL GOVERNO INTERVENGA SUBITO O LA CRISI SARÀ IRREVERSIBILE”

Carlo Sangalli, nuove restrizioni del governo potrebbero colpire ancora i pubblici esercizi. Da presidente della Confcommercio, cosa ne pensa?

“L’osservanza di questi provvedimenti è doverosa e necessaria: la salute è un bene primario. La risposta però non può essere solo quella delle maggiori chiusure, ancora più restrittive. Così si decreterebbe la condanna a morte per migliaia di imprese. E sarebbe una scelta disastrosa perché disperazione e rabbia crescono oltre il livello di guardia”.

Le prime proteste ci sono già

Gli imprenditori di questo settore sono persone responsabili: hanno già fatto tanti sacrifici e rispettato tutte le regole e i protocolli sanitari. Ma non sono più in grado di reggere una situazione di questo genere. Per questo vanno trovate subito soluzioni e misure per gestire la situazione. Al governo chiediamo la disponibilità a un incontro urgente“.

Qual è la situazione del settore?

Dall’inizio del lockdown ad oggi sono stati già persi 24 miliardi di euro di fatturato. E con le attuali nuove limitazioni potrebbero perdersi 470 milioni al mese, con il rischio chiusura per 50 mila imprese. A essere maggiormente colpita è tutta la filiera del turismo: la quasi totale assenza di turisti stranieri, tra luglio e settembre, si è tradotta in una perdita di circa 14 miliardi di spesa“.

A questo punto la ripresa estiva rischia di spegnersi?

Nel trimestre luglio-settembre tutti i principali indicatori, dalla produzione industriale all’occupazione fino alla fiducia di famiglie e imprese, hanno registrato un recupero che si traduce in qualche timido, molto timido, segnale di ripresa. E infatti le ultime stime del nostro Ufficio studivedono una crescita del Pil ad ottobre dello 0,9%. In ogni caso le nostre previsioni per l’anno in corso restano fortemente negative con un Pil in calo del 9,3%. Ma è evidente che se la situazione dovesse peggiorare rischiamo di avere una contrazione ben superiore al 10%”.

La prima misura che ritiene necessaria?

“Servono indennizzi proporzionati alle perdite subite per mettere le imprese penalizzate dalla seconda crisi Covid nelle condizioni di superare il crollo di fatturato”.

C’è un problema di dialogo tra le istituzioni?

Programmazione e coordinamento, punti critici di lungo corso della capacità del nostro Paese di fare sistema, stanno registrando tutto lo stress dell’impatto dell’epidemia. Ma bisogna reagire: perché abbiamo bisogno prima di tutto di un maggior presidio del territorio con più controlli, laddove non vengono rispettati i protocolli di sicurezza. E poi più bus, più tamponi e più tracciamenti“.

Il  balzo dei contagi sta mettendo in secondo piano il Recovery Plan?

“Non possiamo permettercelo: abbiamo bisogno di indicazioni chiare, di un piano strategico, raccordato con l’Ue, che risponda subito con fatti concreti all’emergenza immediata e che programmi interventi nel medio e lungo termine. E occorre un coinvolgimento reale delle parti sociali, non solo a livello di ascolto ma anche nelle scelte operative, pur nel rispetto delle diverse responsabilità”.

Quali sono le vostre principali richieste?

In vista del cosiddetto decreto “novembre” e del disegno di legge di bilancio, servono i ristori a fondo perduto ed il credito d’imposta per le locazioni commerciali e gli affitti d’azienda. Servono le moratorie fiscali e creditizie e le risorse per le garanzie finalizzate ad agevolare l’accesso al credito. E serve anche la continuità degli ammortizzatori sociali insieme alla consapevolezza della necessità della loro riforma e di nuove politiche attive per il lavoro. Parallelamente, bisogna mettere in campo le riforme e gli investimenti indispensabili per costruire un ritorno alla crescita stabile e robusto“.

(Tratto dal Corriere della Sera del 25 ottobre @confcommercio.it)

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