Cultura

“Salvatore Salvemini. Alle radici della pittura” al Museo diocesano di Molfetta

“Salvatore Salvemini. Alle radici della pittura” è il titolo della nuova mostra temporanea organizzata dal Museo diocesano di Molfetta. Salvatore Salvemini (1925-2006) è stato insegnante di storia dell’arte di molte generazioni di studenti molfettesi, ma ancora di più è stato uno degli artisti che ha innovato la rappresentazione della natura e l’analisi dell’uomo, scostandosi dal semplice figurativismo dei primi decenni del Novecento nella pittura locale.

In occasione del centenario dalla nascita del pittore, la Fondazione Museo Diocesano, in accordo con la famiglia Salvemini, i cui eredi hanno fortemente voluto celebrare l’artista, e con il patrocinio e sostegno della Diocesi di Molfetta-Ruvo-Giovinazzo-Terlizzi e il patrocinio dell’Amministrazione Comunale della Città di Molfetta, saranno esposte più di 30 opere pittoriche che coprono un arco temporale che va dagli anni Quaranta ai primi anni 2000.

Le opere, selezionate dai due curatori Gaetano Centrone e Ignazio Gadaleta, raccontano lo sviluppo figurativo di Salvemini, la cui carriera è iniziata sul finire degli anni Quaranta e i primi del Cinquanta, entrando a fa parte di quel gruppo di artisti molfettesi, tra cui Antonio Nuovo, Pietro e Cosmo Carabellese e poi Franco Poli che si proponevano di superare il figurativismo e si rapportano alla cultura del realismo con sguardo attento, in polemica con pittori come Leonardo Minervini, che era considerato da tutti il professore ed il maestro. Se all’inizio i protagonisti dei suoi dipinti sono stati pescatori, contadini, madri proletarie sedute davanti all’uscio di casa, paesaggi della campagna meridionale su tele e incisioni, nel tempo sviluppa un parallelismo analitico al cui centro c’è il paesaggio visivo con l’uomo e il suo tempo, la sua condizione di origine contadina e il suo disagio quotidiano. Man mano Salvemini si propone di eliminare dall’arte pittorica il provincialismo dei luoghi comuni, in cui non si parla più di trulli ed ulivi, ma la pittura diventa materia di ricerca civile, in primo piano la lotta operaia e le battaglie ecologiche. Anche questo impegno, che considera politico, però viene disilluso e Salvemini attraversa una profonda crisi artistica che lo farà approdare alla Natura in modo nuovo e intimista con la serie delle Radici: il nero diventa quasi l’unico colore che utilizza sulle tele di grandi dimensioni, le radici avvinghiate e spinose esprimono una più profonda penetrazione del significato della vita e della storia.

L’esposizione, dal 22 novembre 2024 al 26 gennaio 2025, avrà luogo nei nuovi ambienti del Museo diocesano di Molfetta, recentemente acquisiti alla struttura museale diocesana e già oggetto di pregevoli iniziative nei mesi scorsi, ed è promossa dalla ati “Arte in Arte” di cui la FeArT società cooperativa è capogruppo e coordinatrice dei servizi.

La serata inaugurale, venerdì 22 novembre 2024 alle ore 18.30, vedrà la partecipazione di don Michele Amorosini, Direttore del Museo Diocesano, di Aldo Patruno, Direttore Dipartimento Turismo, Economia della Cultura e Valorizzazione del Territorio della Regione Puglia, del Sindaco dott. Tommaso Minervini, dei curatori della mostra Prof. Gaetano Centrone e Prof. Ignazio Gadaleta.

L’ingresso è gratuito negli orari di apertura istituzionali del Museo.

Info e prenotazioni per gruppi al 348 411 3699 o scrivendo a info@museodiocesanomolfetta.it

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