Cultura

Salva la tua lingua locale, premiata l’opera “Téne u rizze la lìune” del ruvese Pietro Stragapede tra le 600 in concorso

Giovedì 14 dicembre si svolgerà la cerimonia di premiazione della V edizione di “Salva la tua lingua locale”, il Premio Letterario dedicato alle opere in dialetto o lingua locale organizzato dall’Unione Nazionale Pro Loco d’Italia per salvaguardare quell’immenso patrimonio culturale immateriale italiano rappresentato dai dialetti.

L’evento, come di consueto, si svolgerà a Roma presso la Sala della Protomoteca del Campidoglio a partire dalle ore 10:00.

L’iniziativa è collegata alla Giornata Nazionale del Dialetto che si svolge ogni anno il 17 gennaio.

Il Concorso è promosso e divulgato in tutta la penisola dall’Unpli (Unione Nazionale Pro Loco d’Italia) e Legautonomie Lazio, in collaborazione con il Centro di documentazione per la poesia dialettale “Vincenzo Scarpellino”, il Centro Internazionale Eugenio Montale, l’ONG Ècole Instrument de Paix Italia.

Per la quinta edizione del Premio si sono registrati oltre 300 partecipanti complessivi, con un aumento del 35% rispetto allo scorso anno; le cui opere risultano divise per le seguenti sezioni previste dal regolamento: poesia edita ed inedita, prosa edita ed inedita, musica.

Le opere degli autori pugliesi sono ben 40, per questo la Puglia risulta la regione più rappresentata in concorso, seguita dalla Sicilia (38), dal Lazio (33) e dalla Lombardia (28).

Il premio “Salva la tua lingua locale” offre ancora una volta uno spaccato di storia e tradizioni di ciascun angolo d’Italia.

Per gli organizzatori il significativo incremento di adesioni al Premio testimonia la vitalità dei dialetti e delle lingue locali: non un nostalgico retaggio del passato, coltivato da pochi appassionati, ma lingue vive, che ancora oggi costituiscono un importante veicolo delle espressioni culturali più autentiche delle comunità locali.

Il Presidente Lauciello dichiara che “il premio rappresenta il fiore all’occhiello delle molteplici attività avviate dalle Pro Loco per la salvaguardia del patrimonio culturale, materiale e immateriale; sottolineando che – i dialetti e le lingue locali sono il cuore pulsante identitario dei singoli territori. La consistente crescita dei partecipanti è un segnale che indica il successo dell’iniziativa mossa nell’alveo della valorizzazione dei saperi locali”.

La Giuria del Premio Nazionale “Salva la tua lingua locale”, composta da studiosi, esperti linguisti e poeti di riconosciuta levatura ha decretato i vincitori e i finalisti della quinta edizione.

Fra le opere premiate c’è quella del ruvese Pietro Stragapede, maestro per quarant’anni presso la scuola primaria “Giovanni Bovio” di Ruvo di Puglia, ora in pensione. La sua attività di formatore continua in qualità di referente presso la stessa scuola per il dialetto, ha composto numerose drammatizzazioni in vernacolo per bambini e per adulti nonché raccolte di poesie.

L’opera da lui stessa curata dal titolo “Tene u rìzze la lìune” (Ha un alone bianco la luna), CSL Pegasus Edizioni 2016, una pregevole raccolta di poesie in vernacolo ruvese, è risultata finalista nella sezione A “Poesia edita”.

Alla cerimonia di premiazione insieme al vincitore prederanno parte il Presidente Regionale Unpli Puglia, Rocco Lauciello; la locale Amministrazione Comunale rappresentata dall’Assessora alla Cultura, Monica Filograno e la volontaria del S.C.N., Teresa Fiore.

Parlare di dialetti e lingue locali all’inizio del terzo millennio, ed in fase di piena globalizzazione, con l’avvento di internet e dalla moltitudine di linguaggi è veramente una grande sfida che l’Unpli ha raccolto a piene mani con elevato impegno e grande motivazione.

Il dialetto è incontro con le persone anziane depositarie delle nostre tradizioni, ricordo, memoria ed in quanto tale un segno indelebile, una trait d’union, con le nostre radici saldamente ancorate al territorio ed alle tante declinazioni locali.

“Le lingue locali ed i dialetti rappresentano un patrimonio culturale che accomuna tutti: salvarli significa tutelare l’identità culturale del nostro Paese, in fondo sono il ‘Dna’ che ci lega al nostro territorio”.

Antonello Olivieri

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