Saluto del Vescovo Cornacchia agli Emigrati
Ecco il messaggio del vescovo Domenico Cornacchia a coloro che visiteranno la nostra diocesi in queste giornate estive.
“Benvenuti a tutti nella nostra cara terra di Puglia, fratelli e sorelle carissimi!
Il mio saluto di pace e di letizia vi giunga accompagnato dal mio affetto per ognuno, nella gioia profonda di incrociare i vostri sguardi, stringervi le mani ed ascoltarvi con le orecchie del cuore in segno di fraternità e di comunione profonda. Sentitemi vostro compagno di viaggio, pellegrino che attraversa la storia del mondo tenendo fisso lo sguardo alla stella polare del valore intramontabile dell’accoglienza, seguendo la rotta tracciata dal Vangelo che ci indica nell’amore l’ancora di salvezza.
Nel passato, ma ancora oggi, molti sono emigrati in tante parti del mondo per cercare pane e dignità e sono stati capaci insieme alle competenze tecniche e scientifiche di trasmettere valori umani e cristiani appresi in famiglia. Pertanto gli emigrati hanno arricchito i luoghi dove sono giunti attraverso la cultura, il sapere, la sensibilità e la fede che come un tesoro hanno portato via insieme ai ricordi dei propri cari.
Pertanto la vostra presenza in occasione delle feste patronali delle nostre città, dall’Ottavario del Corpus Domini a Ruvo, alle feste della Madonna di Sovereto a Terlizzi e di Corsignano a Giovinazzo, e infine della Madonna dei Martiri in Molfetta agli inizi di settembre, è l’occasione per condividere la gioia di appartenere ad una territorio benedetto dalla presenza di uomini e donne capaci di rendere il mondo migliore come ha fatto il Servo di Dio don Tonino Bello. Quanto bene voleva ai nostri condiocesani sparsi nel mondo. Il suo cuore di pastore lo ha spinto anche ad andare alla fine del mondo per incontrali. Don Tonino ha reso famosa nel mondo Molfetta e l’intera Diocesi. Il suo messaggio è emigrato, travalicando i confini dell’Italia diventando un ricchezza per la Chiesa e per ogni persona di buona volontà.
In occasione del 25.mo anniversario del suo dies natalis, lo scorso 20 aprile, è stato un figlio di emigrati piemontesi ad onoraci della sua presenza: il Santo Padre Francesco. Il Papa è venuto tra noi, a Molfetta, per la prima volta nella storia del cristianesimo, per ribadire che «siamo chiamati ad amare ogni volto, a ricucire ogni strappo; ad essere, sempre e dovunque, costruttori di pace» (Papa Francesco, Omelia, 20 aprile 2018). È stata un’esperienza meravigliosa in cui anche coloro che erano lontani si sono sentiti vicini e avvolti dalla comune appartenenza al nostro popolo.
Vi auguro di trascorrere giorni sereni all’insegna dell’amicizia e della convivialità ed invoco su tutti la paterna benedizione di Dio e l’amorevole sguardo della Vergine Maria”.