“SALA BASKET” DEL MUSEO DELLO SPORT: DA GENTILE A PATELLA, PASSANDO PER CADEO
23Se a qualcuno venisse in mente di realizzare un Museo dello Sport a Ruvo di Puglia, per l’allestimento della sala “basket” si potrebbe prendere spunto dalla gara del Palapoli disputata contro Pozzuoli dove di fatto mancava solo Gigi Mameli, il sardo capace del primo storico salto di categoria dalla C1 alla B3. La società ruvese radunata in vari punti per osservare compiaciuta il miracolo cestistico realizzato nel 2019 con Nicola Fracchiolla a guidare una compagnia che ha nel piacere di stare insieme il suo punto di forza. Poi su una panchina vibrante e ricca di umiltà vi era Mariano Gentile, l’uomo di Pozzuoli, capace di far scoccare la scintilla in una città delusa dopo la prima stagione in serie B con Valdi Medeot in panchina. I ricordi, le vibrazioni, le emozioni in uno sguardo, in una battuta, in un batticuore. Sull’altra Dimitri Patella, l’uomo del destino ruvese, con tanto di promozione conquistata e porte del Paradiso Cestistico spalancate. Accanto a lui Luca Mangiatordi, Sabino Schittulli e Roberto Gargano, attori protagonisti de “la grande Bellezza ruvese”, oltre a Giuseppe Luisi. Nel mezzo, equidistante tra loro, coach Giulio Cadeo, sugli spalti a osservare la crescita rinnovata di questo ambiente. Con lui, fu anno emozionalmente unico e la grande possibilità di scalfire altrui certezze. La corsa, la grinta, la folle lucidità impersonate da Simone Bonfiglio. Fu uomo volante, lo è tutt’ora con tanto di passaggio dietro la schiena per il tenace “Diabolik” Bertocco assist no look per Vanni Laquintana. Anche lui, con tanto di numero otto sul petto, tra le statue vibranti della sala. L’uomo della Promozione, il capocannoniere attuale della B e la certezza che limando qualche dettaglio possa aver trovato la sua dimensione. Una sala basket da trasferire al più presto nel palasport di Ruvo di Puglia: non se ne può più di giocare sempre in trasferta, di costringere tutti a sacrifici complicati. Sarebbe una stanza nella quale accanto al pallone andrebbe raffigurato un cuore biancoazzurro: per la passione di chi non ha mai lasciato sola la squadra, per l’amore che la città ripone in questa squadra, per i battiti accelerati derivanti dall’emozione che nasce spontanea dal parquet. Prendete il minuto 0’0’’: tutti fermi a metà campo per la palla a due, mentre il più grande della compagnia, Nacho Ochoa, si allontana un istante per andare a salutare Ippedico sugli spalti. Tocca a lui sacrificarsi e andare in tribuna: da capitano a capitano, solo gli uomini veri sanno la fatica che si fa ad accettare di dover fare un passo indietro per il bene collettivo. Insegnamento che poi si trasforma in 20’ sotto ritmo e passati a non difendere e un ribaltamento di scena che porta Ruvo a festeggiare un 2019 spumeggiante chiuso in B, a 0 di media inglese e con l’inerzia della salvezza dalla propria parte.