#RuvodiPuglia: la leggenda dello “Jazzo del Demonio”
Ci sono angoli del territorio pugliese in cui si fondono storia, tradizione e leggenda.
E’ il caso del “Bosco di Scoparella” e dello “Jazzo del Demonio”, situato a circa 12 km da Ruvo di Puglia.
Per “Jazzo” si intende un particolare recinto per pecore, di uso comune nel territorio della Murgia e del Gargano, costruito lungo i tratturi e destinato al ricovero temporaneo delle pecore durante il lungo viaggio della transumanza.
All’interno del Bosco di Scoparella si trova lo “Jazzo del Demonio” che con la sua centenaria quercia e con la sua leggenda, da cui prende il nome, attira attorno a sè l’interesse di scolaresche e turisti.
Angelo Palermo, sul suo profilo instagram, ha postato uno scatto con l’hashtag #ruvodipuglia e con la didascalia “Luna piena allo jazzo del demonio”. Una fotografia incredibilmente affascinante che rimanda alla notte del 1870.
Si narra che, in una notte dell’inverno del 1870, due pastori con il loro gregge si trovarono a costruire, a causa di una violenta pioggia, una costruzione sita nell’area della leggenda. Mentre i due si scaldavano attorno al fuoco, i cani corsi e i mastini iniziarono ad abbaiare per circa mezz’ora, ma, all’improvviso un silenzio inquietante si riversò su tutto il territorio.
Qualcuno bussò alla porta, interrompendo il silenzio. I due pastori, impauriti, si fecero coraggio udendo le parole di un malandante rauco che aveva perso il cammino e lo ospitarono. Lo fecero accomodare attorno al fuoco, ma, improvvisamente i due si accorsero che l’uomo aveva degli zoccoli pelosi.
I due pastori capirono immediatamente di chi si trattasse e andarono a rifugiarsi sotto un crocifisso di ferro, mentre, il demonio denudatosi degli stracci, li guardò e sparì lasciando dietro di sé l’odore tipico dello zolfo.
Dopo aver trascorso una notte tra timori e paura, la mattina seguente, i due pastori si recarono dal gregge e dai cani che, stranamente, erano sopravvissuti a quell’incontro. Di lì nacque la leggenda che i cani dei pastori, oltre a essere feroci, fossero addirittura in grado di affrontare perfino il demonio.
Nacque così la leggenda che avvolge lo “Jazzo del Demonio”.
Mi spiace che la leggenda così come riportata qui sia abbastanza diversa da quella ORIGINALE raccontatami negli anni settanta del secolo scorso dal sig. Campanale Vincenzo. Comprendo che nel corso degli anni sia stata modificata ma da ruvese mi piacerebbe veder pubblicata quella “storica” che era molto conosciuta dai contadini e dai pastori ruvesi, ricca di particolari e certamente molto più antica del 1870, risalente certamente ai primi anni del 1700. Se la volete leggere potete trovarla sul libro FRAMMENTI DI MURGIA scritto dalle Guide Ufficiali del Parco Nazionale dell’Alta Murgia, il racconto in cui è narrata la leggenda è il quarto dei venti riportati nel libro.