#ruvodipuglia: il vino e la sua tradizione
Il vino: il simbolo per eccellenza della convivialità. Riuscireste a immaginare un pranzo senza un calice di mosto dell’uva?
“Quel giorno che siamo andati a vendemmiare, a raccogliere l’uva, a schiacciarla con i piedi così come facevano i nostri nonni e bisnonni, sia Ludovico sia Chiara hanno provato questa ebrezza, soprattutto la monella che, ad un certo punto, voleva farsi il bagno interamente nella bagnarola, recuperare gli acini rimasti e metterli nella pressa e far uscire il mosto, il succo d’uva, che è buonissimo, freschissimo ed energizzante”.
E’ la descrizione del blogger Giovanni Abbaticchio, iscritto su Instagram sotto il nome di “The Walking DAD Story”, di una splendida giornata autunnale in famiglia alla scoperta della tradizione del vino, legato a Ruvo di Puglia.
Il vino è storia, cultura, parte della nostra vita e tradizione. E’ la bevanda che, da sempre, ha ispirato la poesia e l’ arte, sotto la protezione del dio Dioniso, al tempo dei Greci, poi denominato Bacco dai romani, figlio di Zeus e della mortale Semele.
Dio del vino e dell’estasi, descritto in un Inno Omerico come “Il giovanotto con la bella capigliatura azzurra ondeggiante e un mantello scuro sopra le forti spalle”. Rappresentato da Caravaggio nudo, seduto su di una specie di triclinio, coperto da un lenzuolo in forma di tunica che scopre parte del torso. Sul capo una corona di foglie di vite o di edera, con in mano il tirso e una coppa di vino appena versato.
Restando in Italia, protagonista di alcune tradizioni curiose: il primo agosto, in Veneto, si beve un bicchiere di vino bianco a digiuno appena svegli, a protezione dal morso dei serpenti e dalle malattie.
Scendendo a sud dell’Italia, in Salento, vi è l’usanza di bere vino con il finocchio, per dissetarsi nelle calde giornate estive.
Il vino, amico dell’eros, dell’amicizia e della compagnia. Protagonista dei riti più importanti della storia, dal simposio alla Santa Messa, sino alle bacheche social dei giorni nostri.
