Cultura

"Ruvo, intorno alle mura": grande interesse per il convegno del Centro Studi "Cultura et Memoria"

Il convegno “Ruvo, intorno alle mura” organizzato dal Centro Studi “Cultura et Memoria” Onlus di Ruvo di Puglia ha destato molto interesse per una materia trattata quanto poco conosciuta, a giudicare da come era incredibilmente gremita la Sala Conferenze di Palazzo Caputi.

Si è parlato, infatti, delle muraglie, delle Porte rubastine agli inizi del XIX° secolo e delle chiese e altri luoghi di culto rurali, “extra moenia”, fuori le mura.

Uno studio che è stato trasfuso nel secondo volume dei Quaderni del Centro Studi “Cultura et Memoria” la cui prefazione è stata scritta da Vito Ricci, cultore di storia e autore di saggi, che ha introdotto il convegno esaltando l’approccio scientifico e rigoroso alla materia e lo stile divulgativo che permette una facile fruizione e comprensione della stessa.

L’evento è stato patrocinato dal Comune di Ruvo di Puglia, dal MiBACT, dall’Università degli Studi di Bari Aldo Moro, dalla Società di Storia Patria per la Puglia, dal Club per l’UNESCO di Bisceglie, Federazione Italiana dei club e centri per l’UNESCO e dal CERS – Consorzio Europeo Rievocazioni Storiche.

dscf0148Moderato da Vincenza Tedone, presidentessa del Centro Studi, il convegno, si è aperto con i saluti del sindaco Pasquale Chieco al quale il Centro ha donato la Chiave d’oro, simbolo di conoscenza e di scoperte, realizzata da Serena e Pietro Ursi. Una targa è stata consegnata a Dario Zifarelli, nelle mani della moglie, quale segno di riconoscenza per aver vestito i panni del Conte Ettore Carafa nello scorsa edizione di “Ruvo, Carafa e la Leggenda”.

dscf0177Perché tutti coloro che contribuiscono a ricostruire un tassello della storia di Ruvo di Puglia meritano di essere gratificati. Tra questi i tre relatori del convegno, autori della ricerca, ai quali il Centro ha donato borse di studio quale sprone a proseguire nella ricerca, studio e tutela del patrimonio storico di Ruvo di Puglia: l’architetto Lidia Tecla Sivo, la dottoressa Teresa Fiore e il dottor Francesco Lauciello. Il lavoro degli autori e l’operato del Centro Cultura, tra l’altro, ha la benedizione di due studiose eminenti, la professoressa Dora Donofrio Del Vecchio e Liana Bertoldi Lenoci.

Sivo ha accompagnato tutti in una passeggiata “extra moenia” nei primi anni dell’Ottocento, toccando tutte le quattro Porte della Città – Porta Castello, Porta Sant’Angelo, Porta Schiavi, Porta Noja – con le loro storie, le origini dei nomi toccando le muraglie di cui rimangono le vestigia, le torri, e passando per i punti che hanno lasciato in eredità dei modi di dire come “re Vigne a la chiazze” in riferimento ai giardini pensili, agli orti botanici che sorgevano lungo la Scarpetta, nei pressi di Porta Castello.

dscf0173Fiore ha dedicato i suoi studi alle chiese rurali e ai luoghi di culto più vicine alle muraglie, tra Medioevo ed Età moderna, non più esistenti: si rimane colpiti dalla copiosità di santi onorati dagli antichi ruvesi. Santa Maria Maddalena, San Gregorio, Santa Barbara, San Lorenzo, la cui statua adorna la Cattedrale, San Carlo, San Giovanni: ecco alcuni di questi nomi. Santa Maria dell’Isola ha una storia affascinante e di essa è stata data rappresentazione 3D, con un ologramma, grazie alla dottoressa Grazia Di Rella.

Lo studio della Fiore fa il punto sui rapporti tra vescovato e clero di campagna, spesso accusato di non celebrare la Messa secondo il rituale canonico, forse perché scelti “avventatamente” dai nobilotti che si facevano erigere dimore con cappelle private.

Lauciello ha approfondito i suoi studi sulla chiesa di Santa Maria dell’Isola, che sorgeva tra via Vanini e Corso Cavour, simile alla chiesa della Madonna delle Grazie. Intorno ad essa si sono sviluppati conflitti di potere che hanno condotto alla dispersione di un affresco mariano.
La chiesetta di Santa Lucia sorgeva nei pressi della C.A.S.A. “Don Tonino Bello”: piccola, centro spirituale dei contadini che vi accendevano i falò. Fu abbattuta nel 1989 per il suo stato di fatiscenza: seguì una lettera di protesta di Cleto Bucci, console regionale del Touring Club Italiano, che ha fornito molto materiale fotografico per questo lavoro.

Un’opera importante che fissa nella memoria piccoli lacerti di storia ruvese, quella storia che è valorizzata dalle tante iniziative culturali che stanno animando Ruvo di Puglia, come sottolineato dall’Assessora alla Cultura Monica Filograno.

E l’operato del Centro Studi “Cultura et Memoria”, come di altre realtà ruvesi, mira a conservare e rafforzare, quindi, tali fragili memorie, parte dell’identità ruvese.

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