“RUVO DEMOCRATICA”: “IL DANNO AL QUADRATO”
Riceviamo e pubblichiamo nota di “Ruvo Democratica”.
Il danno al quadrato.
Nell’anno 2012, gli amministratori del Consiglio Comunale e della Giunta delle due amministrazioni precedenti a questa, nonché tecnici e proprietari dei suoli furono raggiunti da avviso di garanzia per concorso in abuso edilizio, abuso d’ufficio, falso in atto pubblico e altro, in relazione ai piani di lottizzazione dei comparti C, D, E, F e ai relativi permessi a costruire (comparti delle villette sull’Estramurale Pertini).
Secondo le denunce prodotte da illustri personaggi e le successive indagini condotte dal famoso PM di Trani, oggi miseramente caduto in disgrazia e reo confesso di numerosi reati contro la Pubblica Amministrazione, i provvedimenti adottati dalle due Amministrazioni erano ritenuti non rispettosi delle norme del PRG sul calcolo dei volumi e sulla panoramicità del versante e adottati in difformità alle regolari procedure amministrative.
Nel 2018 è passata in giudicato la sentenza che assolve con formula piena “perché il fatto non sussiste”, tutti gli amministratori (35 tra consiglieri e giunta).
Il pilastro su cui si fonda la sentenza è l’accertamento che l’attività svolta dal Consiglio Comunale sia stata corretta, che si era agito nel rispetto della legalità per rispondere ai legittimi interessi dei cittadini e per promuovere lo sviluppo della città.
Attività Consiliare supportata e confortata dalla presa d’atto della Regione Puglia e dall’approvazione, all’unanimità, della relazione pro-veritate del redattore del PRG che affermava la conformità degli atti alle norme del PRG..
Si possono pertanto cominciare a valutare i danni: alla città per lo spreco di tempo e risorse con il blocco di tutta l’attività edilizia e ciò che ne ha conseguito al settore produttivo e all’economia del paese; alle persone imputate per aver infagato la loro immagine e la loro reputazione.
Va detto che nonostante non vi sia stato alcun sequestro (strana anomalia da parte del PM) e i lavori in itinere siano proseguiti senza intoppo e mai interrotti, tutto il settore è ancora bloccato (fin tanto che il procedimento parallelo a carico dei tecnici e dei proprietari non viene chiuso) in barba al principio giuridico per il quale il procedimento amministrativo non si intreccia con quello penale e non può essere sospeso in attesa dei tempi della Magistratura.
Principio riaffermato anche dal TAR Puglia in una sentenza che ha visto il Comune di Ruvo soccombente al riguardo.
E invece, purtroppo, si continua ad ignorare consapevolmente quanto riconosciuto anche dalla Magistratura Penale e si persiste nel lasciare il settore edilizio nella paralisi totale al fine di garantire al paese una mal intesa tranquillità.
A ciò contribuisce (naturalmente) anche la mancata approvazione del PUG fuori tempo massimo, strumento utile a dare certezza agli interventi e a sbloccare gli altri comparti, rinviato alle calende greche.
Tutto questo spreco di tempo e di risorse risulta incomprensibile e induce a domandarsi quale sia il vero motivo di questa volontà per un verso distruttrice e per l’altro paralizzante e quali siano i veri obiettivi perseguiti al di là del ripetitivo e retorico mantra del “risparmio del consumo di suolo”.
Ma questa è un’altra storia…
Intanto, siccome le disgrazie arrivano sempre accompagnate, oltre al problema delle accuse che hanno fatto male al buon nome del paese e disonorato gli amministratori – oggi assolti con formula piena – procurando immobilismo di tutto il comparto dell’edilizia, ci troviamo ad affrontare un’altra conseguenza dannosa.
La latitanza dell’Amministrazione e l’assenza di risposte fa crescere il malumore tra i tanti avvocati incaricati di difendere i 35 amministratori assolti, i quali aspettano da più di un anno risposte sui modi e tempi per la liquidazione dei loro onorari a carico del Comune.
Convocare gli avvocati e tentare di uniformare le legittime pretese è nell’interesse dell’amministrazione per limitare i danni.
Continuare a far finta di nulla nascondendo, come per tanti problemi cittadini, la testa sotto la sabbia porta inevitabilmente a far aumentare in modo esponenziale il danno economico a carico delle casse comunali ad alimentare il disagio di chi ha diritto, in tempi ragionevoli, al giusto compenso .
Che cosa si aspetta per intervenire?