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ROMANO PRODI AL TEATRO COMUNALE DI RUVO PER LA PRESENTAZIONE DI “STRANA VITA, LA MIA”

Nella serata di lunedì 2 maggio, il Professor Romano Prodi è stato accolto sul palco del Teatro Comunale di Ruvo di Puglia per la presentazione di “Strana vita, la mia”, l’ultimo libro nato dalla sua penna, in collaborazione con Marco Ascione, pubblicato da Solferino nella collana Saggi.

Un appuntamento che abbiamo tanto desiderato ospitare. Un libro che consiglio a tutti di leggere è quello che il professor Prodi presenta oggi. È la storia di più di cinquant’anni per la nostra nazione, narrata in maniera accessibile a tutti. È una storia ricca di esperienza e di vita e che lascia un segno importante in ogni lettore.”

Così Nicola Catalano , della libreria Agorà di Ruvo di Puglia, ha introdotto l’evento che ha avuto come ospite una delle figure più iconiche per la storia della politica italiana: Romano Prodi, economista, docente universitario, Presidente della Commissione europea(1999-2004) e Presidente del Consiglio dei ministri della repubblica italiana per due volte (1996-1998 e 2006-2008), fondatore e leader de L’Ulivo, presidente del gruppo di lavoro ONU-Unione Africana sulle missioni di peacekiping in Africa.

Prodi è stato introdotto anche dalle parole dell’assessora alla cultura di Ruvo di Puglia, Monica Filograno, che con voce pregna di gratitudine ed emozione, ha detto:

Questo incontro dà oggi un valore aggiunto ai tanti percorsi culturali, di promozione della lettura e della cultura del nostro paese. Questo teatro cosi versatile si presta a tante attività, un teatro che abbiamo riaperto l’estate scorsa e che ha già una storia importante.

Ha poi ringraziato Oscar Iarussi, direttore responsabile de La Gazzetta del Mezzogiorno, moderatore dell’evento. Ringraziamenti estesi per il suo lavoro, con il quale ha infuso la gioia nei  cuori dei lettori, per l’aver visto tornare in edicola l’editoriale di questa testata, di questa eccellenza del sud.

Iarussi, introducendo “Strana vita, la mia” ha detto:

È un libro che si legge con estrema facilità, non è un libro di politologia e non è neanche un libro di memorialistica. È uno stralcio di una vita profondamente ricca, che affonda le sue radici nell’Emilia contadina che viene rivendicata sommessamente ma con orgoglio e che porta agli incarichi prestigiosi che il professore ha avuto. È un libro umanistico.”

Alla domanda posta da Iarussi relativa alla probabile condanna al dimenticatoio, alla marginalità del Mediterraneo  dovuta allo spostamento del baricentro rispetto alla vicenda ucraina di nuovo verso Oriente, Prodi ha detto:

Quando avanzai la proposta di creare il cosiddetto Anello di Paesi amici per avere dei rapporti con i paesi vicini o creare dinamicità nel mediterraneo, la reazione dei paesi del nord fu “denaro sprecato”. Poi tutto è cambiato con il problema dell’immigrazione, con maggiore sensibilità ai problemi del meridione.

Ora le risorse del PNRR esistono, ma la domanda è “Dove le mettiamo? Cosa ne facciamo?” che realizza la preoccupazione della scarsa capacità di spesa del meridione e occorre che ci sia un progetto preciso.

Bisogna che quattro città del sud arrivino ad un livello di elevazione, di capacità di ricerca che sia confrontabile con gli altri paesi europei. Ormai nel mondo che ha queste comunicazioni cosi facili o sei nel gruppo di testa o non ci sei. Bari questa prospettiva ce l’ha.”

Le pagine del libro del politico e professore dedicano uno spazio anche alla situazione russa e al timore di Putin in merito all’espansione della NATO verso Oriente, anticipando la scintilla che poco dopo ha scatenato il grave attacco all’Ucraina.

In merito, Iarussi ha affermato:

Per chiarezza, penso che nessuna minaccia giustifichi un’invasione alla quale è dedicato un dibattito irreale, a giudicare da alcuni talk show serali. Sembra di stare al bar.”

Romano Prodi, continuando questa riflessione, ha ricordato alcuni incontri avuti con Putin:

Ho avuto con Putin circa quindici incontri. Uno di questi è avvenuto a Bari, del quale parla anche D’Alema in un suo libro, durante un vertice italo-russo.

Conoscete bene la devozione che i russi hanno per S. Nicola.
Putin viene a Bari, andiamo a visitare la Basilica di S. Nicola e lui si prostra a terra, davanti alla tomba del santo, baciandola.

Un altro episodio si è svolto a Mosca, durante la guerra in Cecenia, e racconta la drammatica contraddittorietà di questa figura.

Mi avvicino a Putin  e gli dico che il fondatore di Emergency, Gino Strada, ha avanzato la proposta di costruire un piccolo ospedale a Groznyj.

Gli dico che secondo me gli sarebbe convenuto, perché avrebbe potuto controllarlo come avrebbe desiderato, avrebbe fatto un’opera di bene, e se ci fosse stato qualche problema di riunione, per restare fuori dall’ambiente bellico, avrebbe avuto questo luogo.
Lui riflette. Poi in un intervallo della riunione viene da me e mi chiede: “Romano, tu hai la cittadinanza russa? Perché non parlo di Cecenia con uno che non sia cittadino russo.”.

Impressionante. Quest’ultimo episodio mi spiega il suo obiettivo di ricostruire la Russia degli zar.
Non gli importava dell’Unione Sovietica, ma della grande Russia degli zar, in cui la religione ortodossa diventi il pilastro del potere.

Senza contare una cosa molto semplice: nel 1914, ultimo anno degli zar, la Russia aveva 176 milioni di abitanti ed era un decimo dell’umanità; oggi ne ha 146 milioni ed è un cinquantesimo dell’umanità.

Quindi questa terribile nostalgia imperiale si trova in un rapporto di forze imparagonabile a quella che era la pur non fortissima Russia degli zar.“

Poi, ha esposto il suo parere in merito  al rapporto che la Cina sta mostrando con la Russia:

“La Cina cresce di una Russia all’anno e questo dice tutto. La Cina, pur avendo aumentato il suo commercio con la Russia, è in una fase in cui ha paura della situazione che la Russia ha creato con la guerra ucraina, minacciando una crisi economica per la Cina stessa.”

Parlando ancora della Russia e del potere nazionalistico di Putin, Prodi ha detto:

La Russia ha un parlamento che non ha mai contato nulla.
Per spiegarlo, racconto un altro episodio.

Quando  ero alla fine della mia presidenza nel 2005, approvammo il cosiddetto Protocollo di Kyoto. Erano contrari i voti della Cina e degli Stati Uniti e mi occorrevano i voti degli altri paesi.

Vado a Mosca per convincere Putin e mi risponde che non può, perché c’è bisogno di consultare il Parlamento.
Mi è scappato da ridere. E lui mi ha detto “Allora firmo”.

È questo uno dei tanti problemi che ha scaturito questa guerra, il potere assoluto.”

A conclusione della conversazione tra il professor Prodi e il direttore de La Gazzetta del Mezzogiorno, quest’ultimo gli ha chiesto se lo stesso fascino che la politica ha esercitato su di lui abbia oggi un riscontro in figure del panorama politico che abbiano un dialogo con la generazione più giovane del nostro paese. La sua risposta:

Penso, parlando con la gente, che sia finito il tempo dei fenomeni, individuali o collettivi.
Leader che si sono voluti affermare senza un partito o partiti, come i 5 stelle, che volevano un cambiamento radicale senza un modello e senza passi da compiere. Questi fenomeni di emozione sono in grave difficoltà.

Ma bisogna riprende un dialogo tra governanti e governati, a tutti i livelli. Il dialogo deve essere lungo, profondo, vagliare i temi che riguardano la gente. È la condizione per salvare la democrazia.”

Infine, una domanda dal pubblico presente sugli spalti del Teatro Comunale:

Come si fa ad essere un leader che concili il bene della nazione e il consenso degli elettori?”- alla quale è seguito il pensiero di Prodi:

Se noi non coinvolgiamo in modo attivo la gente, vince la Ferragni.

 In questo senso, prima ho espresso un’ipotesi che si riesca a fare questo processo di coinvolgimento della cittadinanza attiva.

Una reazione che, se ben indirizzata può davvero portare il cambiamento, altrimenti il mondo diventa di chi domina i media e allora povero Mezzogiorno!

La democrazia è equilibrio di potere.”

Dunque, una chiacchierata piena di spunti quella con Prodi, avvenuta durante la presentazione del suo libro “Strana vita, la mia” nella tappa del nostro teatro inserito nel tour pugliese del politico.

Chiacchierata che ha toccato vari temi di attualità, passando dallla guerra, all’importanza di una democrazia attiva che rivitalizzi il nostro Paese e che lo spinga ad equipararsi alle grandi potenze mondiali.

Articolo di Ruvesi.it

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