Palazzo Avitaja

Rispettare le prescrizioni sulla raccolta domiciliare “porta a porta”: ecco cosa dice l’ordinanza sindacale n. 19 del 12 agosto 2016

E’ stata pubblicata sul sito istituzionale del Comune di Ruvo di Puglia, ieri pomeriggio, l’ordinanza sindacale n. 19 del 12 agosto 2016 relativa al servizio di raccolta domiciliare porta a porta dei rifiuti solidi urbani.

Si tratta di prescrizioni che tutti i cittadini dovrebbero conoscere, vista la campagna di informazione che è stata condotta prima e durante la consegna dei kit, ma che molti disattendono. Tra l’altro, per ogni tipologia di utenza e in base all’ubicazione, è fissato un calendario di conferimento dei rifiuti che è sostanzialmente invariato.

Basta leggerla e ci si rende conto che il documento è un ribadire per lo più  le prescrizioni  a cui tutti devono sottostare perché Ruvo di Puglia e le sue campagne siano pulite e in uno stato di decoro.

La pubblicazione di tale ordinanza, a circa un mese di distanza, potrebbe far pensare che si tratti di una risposta ai giusti rilievi sulla presenza di ratti in città, un modo per dimostrare che le azioni tese a garantire uno stato di igiene e pulizia sono intraprese dal Comune. Infatti è stabilito che chi non si attiene al rispetto delle norme, è soggetto a sanzioni amministrative che vanno dai cento ai cinquecento euro.

Nessuno intende mettere sotto accusa l’attuale Amministrazione per la situazione di degrado in cui Ruvo di Puglia rischia di cadere, ma una cosa è certa: perché le norme siano rispettate è necessaria una corrispondente azione di controllo, che deve essere capillare ed efficace. Solo in tal modo si possono arginare o limitare gli spiacevoli episodi che hanno visti i roditori e i ruvesi protagonisti loro malgrado. Perché, è inutile negarlo, se è vero che la campagna di derattizzazione non sempre si è rivelata adeguata,  è però di estrema e lapalissiana evidenza che è la sporcizia a favorire la diffusione di questi animali, tra l’altro prolifici per cui dire che “a Ruvo di Puglia sono pochi” non consola.

Si sostiene che ritornare ai cassonetti non risolverebbe il problema: e sia, ma visto che alcuni cittadini sono recidivi nel porre in essere comportamenti incivili, è necessaria un’incisiva ed effettiva azione di monitoraggio e controllo sul territorio da parte delle autorità competenti.

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