RIPRESE LE OPERAZIONI DI SCAVO IN VIA OSTIERI
Sono riprese questa mattina le operazioni di scavo nel locale sito in Via Ostieri dove, lo scorso martedì, è avvenuto il ritrovamento di alcune ossa appartenenti, presumibilmente, a tre donne. Si attendono i risultati sugli studi di medicina-legale effettuati a Bari in questo ore.
Un mistero ruota attorno al ritrovamento delle suddette ossa. In città non si parla d’altro e in tanti sussurrano le ipotesi più suggestive. La realtà dei fatti è che il locale di via Ostieri è stato posto sotto sequestro. Nella giornata odierna sono riprese le operazioni di scavo. Le ossa recuperate sono state portate a Bari, dove la medicina legale farà il suo corso per fare luce sull’età.
“Non sono ossa relative ad un decesso molto recente”, ha dichiarato il prof. Francesco Introna di medicina legale. “Solo studi – prosegue – più approfonditi potranno stabilire a quante persone appartengono e di che epoca sono. Il fatto che siano state trovate sott’acqua impongono studi più approfonditi perché i tessuti biologici si dilatano in quelle condizioni”.
La scoperta è stata effettuata dal proprietario mentre era intento a ripristinare l’ambiente del sottano. Nel tentativo di aspirare l’acqua da uno dei due pozzi presenti nel locale si è insospettito per la lentezza con la quale essa risaliva e ha deciso di far scendere nel pozzo anche il suo coadiuvante.
I ritrovamenti sono stati condotti a Bari. Difficile al momento capire a che epoca appartengano gli scheletri ritrovati. Il locale è fuori dal perimetro del “Monastero di S. Matteo sotto la regola di san Benedetto” riservato solo al ramo femminile, ubicato un tempo tra via Ostieri e Via Le Monache a Ruvo e che non esiste più perché abbattuto in parte nel 1941 e in parte nel 1962.
In molti ipotizzano che gli scheletri possano appartenere a suore decedute in tale monastero, anche se, una strada di mezzo separa lo stesso dal sottano. Un’altra ipotesi suggestiva vede la possibilità che qualcuno abbia seppellito le donne magari malate di peste o colera. Per non subire l’onta di essere bollati in città per tale malattia, qualcuno potrebbe aver sepolto i malati.
“Qualche immagine di quel vecchio Monastero e alcune notizie più dettagliate in merito si possono leggere in “Delle antiche chiese di Ruvo” Pegasus edizioni 2015. La “bifora” ricollocata sulle Mura Aragonesi di via Fornello è quanto rimane oggi di quel vecchio Convento”, racconta Cleto Bucci, storico cultore ruvese.
In quella zona diventerà Ostello l’immobile costruito alcuni decenni addietro sul sito parziale del vecchio Convento e della chiesa di San Matteo, locali adibiti attualmente Uffici della Ragioneria Comunale e un tempo Biblioteca Comunale ed ECA.