Politica

RIFONDAZIONE SCRIVE AL SINDACO: «VIETARE GLI SPAZI PUBBLICI A CHI SI ISPIRA AL FASCISMO»

«Il 18 settembre 1938, ottant’anni fa, Mussolini a Trieste annunciava le leggi razziali, promulgate di lì a poco da parte del regime fascista. Oggi ci rivolgiamo a Lei, rappresentante di un’istituzione democratica e repubblicana, non tanto da militanti di partito, quanto da cittadini che come tanti altri hanno ancora a cuore la difesa della nostra Costituzione nata dalla Resistenza».

È l’incipit della lettera che la sezione ruvese di Rifondazione Comunista scrive al sindaco Pasquale Chieco e al Consiglio Comunale.

«Pensiamo che da anni essa sia in costante pericolo. Non vederlo e non capirlo significa vivere coi paraocchi. Lo si percepisce da un allarmante senso comune, impregnato, oseremmo dire, da un certo senso del disgusto: il disgusto verso la libertà, il desiderio di appartarsi, la sfiducia nel prossimo, l’individualismo, l’egoismo, il lasciare la politica al salvatore di turno. Il clima nel Paese è pesante, alimentato ad arte dai nostri governanti che nel fomentare le destre e i loro argomenti trovano un facile espediente per deviare la rabbia e il malessere sociale lontano da quelli che dovrebbero essere i veri bersagli, su altri totalmente sbagliati. Come non accorgersi dell’odio che circola tanto per le strade quanto sui social quando si parla di migranti, della violenza di certe parole non meno grave di quella fisica, dell’intolleranza sempre più diffusa verso idee e culture diverse, verso persone che scappano da guerre o povertà perchè “rubano il lavoro”, “vogliono farci diventare tutti islamici”, “delinquono” e che in fondo “sono tutti terroristi”. In virtù di tutto questo, oggi organizzazioni neofasciste, o più in generale che fondano la loro propaganda su pregiudizi e luoghi comuni verso il più debole e il diverso, si sentono legittimate a rialzare la testa, come dimostra la recente aggressione a degli inermi manifestanti da parte di militanti di Casapound a Bari la scorsa settimana.

E allora ci chiediamo: siamo gli unici ad aver paura al solo pensiero che i morti della Resistenza si siano sacrificati invano? Al solo pensiero che i loro ideali infondo non erano altro che stolte illusioni? Possibile che nella nostra Ruvo tutti coloro che ancora credono nel rispetto degli altri a prescindere dall’etnia, dalla cultura e dalla religione, nella tutela delle libertà fondamentali, nella giustizia sociale, nella democrazia, nel contrasto al razzismo, alla sopraffazione, all’oppressione, si siano ridotti a silenziosa minoranza?

Vorremmo sbagliarci ma forse fin’ora c’è stata troppa condiscendenza, sia da una parte della società che da parte di certi organi e rappresentanti dello Stato. L’indulgenza, il lasciar correre, il minimizzare sempre porta pericolosamente all’espansione del fenomeno, che dovrebbe invece essere bloccato. Pensiamo che occorra chiedere alle istituzioni e alla società civile di tenere alta la guardia, non dimenticando che atteggiamenti, iniziative e idee che mostrano pericolose analogie con il fascismo sono vietate della nostra Costituzione.

Per questo, sig. Sindaco, pensiamo che occorra vietare gli spazi pubblici ai movimenti che sotto qualsiasi forma si ispirano al fascismo, inserendo questa disposizione nei regolamenti per l’uso degli spazi ed aree pubbliche, che la Giunta dovrà presentare al Consiglio comunale. Provvedimento che è stato già adottato in un centinaio di comuni italiani e recentemente, a inizio settembre, nella vicina Bitonto.

Crediamo che Lei, insieme alla sua Giunta, non avrà problemi nel recepire positivamente quest’iniziativa, che ci auguriamo continui a diffondersi in altri comuni pugliesi.

Perché dopo la Resistenza eroica, terminata ormai più di settant’anni fa, ciascuno di noi oggi può portare con la propria Resistenza individuale e collettiva un contributo alla salvezza dell’umanità. In caso contrario, sarà stato complice di una ricaduta che questa volta potrebbe essere mortale».

 

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