Attualità

“Ragazzi, studiate e imparate la nostra Costituzione!”, il monito di “Luce” Romoli, staffetta partigiana

La libertà è il filo rosso che lega la ricorrenza del 25 aprile, dedicata alla Liberazione dell’Italia dal nazifascismo, al convegno “Meridionalismo e Costituente”, svoltosi ieri, nella Sala Conferenze di Palazzo Caputi, nell’ambito della rassegna “Ruvo a Primavera”, patrocinata dal Comune di Ruvo di Puglia. Sala gremita di studenti, a cui sono rivolti i messaggi di libertà riproposti in questi giorni.

Al tavolo dei relatori si son seduti l’assessora alla Cultura Monica Filograno, il dirigente scolastico dell’Istituto “Colasanto” di Andria Roberto Tarantino, moderatore dell’incontro, il professor Vito Antonio Leuzzi, direttore dell’Istituto Pugliese della Storia dell’Antifascismo e dell’Italia Contemporanea “Tommaso Fiore” e lei, l’ospite d’onore, la staffetta partigiana “Luce” Luciana Romoli, romana classe 1930, dallo spirito ancora indomito e fiero.

L’assessora Filograno ha amato ricordare che questo incontro si svolge nel giorno in cui ricorrono gli ottant’anni dalla scomparsa di Antonio Gramsci, l’intellettuale che ha pagato con il carcere la propria fierezza intellettuale e l’amore per la Libertà, quella libertà per cui ha combattuto «la nostra staffetta partigiana, perché lo è ancora».

Il professor Roberto Tarantino ha sottolineato la grande forza emotiva della testimonianza di Luciana Romoli con queste parole «L’amore per la libertà è la ragione di vita di Luciana Romoli. Ha vissuto esperienze che hanno dato vita alla democrazia. Qualunque percorso finalizzato al recupero della memoria storica non può prescindere dai fatti ma neanche dalle emozioni. I ragazzi usciranno trasformati da questa testimonianza, come è accaduto nel mio istituto». Tarantino si è dichiarato sconcertato dalle polemiche che hanno accompagnato il 72° Anniversario della Liberazione, con i due cortei guidati da ANPI e dalla Brigata Ebraica. Divisioni ingiustificate e ingiustificabili.

Il professor Vito Antonio Leuzzi ricorda che «la guerra e il razzismo hanno fatto perdere all’Italia la sovranità. La Resistenza ha combattuto perché questa sovranità fosse recuperata».
«I meridionali hanno dato un notevole contributo alla Costituzione: pensiamo a Di Vittorio, a Moro – prosegue Leuzzi – E hanno versato sangue per proteggere anche le case, le fabbriche dei paesi in cui sono emigrati: penso anche ai ventuno ruvesi che hanno combattuto nella Resistenza in Piemonte. Ruvesi che hanno combattuto per città in cui non erano nati ma alle quali hanno dato tanto».
Per Leuzzi è importante anche fare i conti con il proprio passato e i propri errori, come avviene nelle vere democrazie: si prendano ad esempio i magistrati tedeschi giunti in Italia e in Puglia per indagare sugli eccidi compiuti dai militari tedeschi in violazione della Convenzione dell’Aja del 1907 e di trattati internazionali che disciplinano la condotta dei militari in guerra. Perché si tratta di crimini imprescrittibili, che devono trovare giustizia.

Poi la parola passa a lei, a Luciana Romoli, alla quale ben si attaglia la frase di un altro fiero partigiano, Sandro Pertini, «Coerenza è comportarsi come si è e non come si è deciso di essere».
E Luciana Romoli è stata coerente con gli ideali di giustizia e libertà sin dall’età di otto anni, quando guida una piccola sommossa nei confronti di una supplente giovane avanguardista, antisemita, che lega a una finestra, per le trecce, la sua compagna e amica del cuore Debora Zarfati, di religione ebraica. Una ribellione che costò a lei l’espulsione da tutte le scuole del Regno ma nel quale fu messa in luce la grande rete di solidarietà delle compagne, delle maestre e di tutti gli abitanti del quartiere in cui viveva Luciana Romoli. Ogni giorno, a Luciana e alla sorella venivano consegnati i compiti, che svolgevano con Debora, anche loro vicina di casa, la ragazzina che con la sua famiglia è inghiottita nel buio della Shoah.
Luciana, a tredici anni, diventa staffetta partigiana. «Non pensate che fosse un gioco. Noi staffette correvamo il rischio di essere catturate, torturate, stuprate. Eravamo il tramite tra il Comitato di Liberazione Nazionale e le Brigate Partigiane. Portavamo dispacci, pacchi, messaggi di cui non conoscevamo il contenuto. Nessuno doveva conoscere il nome di battesimo: se si veniva chiamati per nome, era indizio che ci si trovava al cospetto di una spia».

Luciana racconta, commossa, il sacrificio di tante donne partigiane, donne del popolo che reclamavano pane per i propri figli, donne coraggiose che, un giorno, protestano dal Papa mentre sono sotto il tiro dei mitra nazisti. Donne che odiavano la guerra, donne che hanno fatto la Resistenza nascondendo soldati sbandati, ebrei, oppositori al regime, con semplicità e passione. “Luce” Romoli ricorda Irma Bandiera, la partigiana a cui è stato dedicato un murale a Bologna in occasione del 72° Anniversario della Liberazione, e tante altre figure di donne e uomini coraggiosi.

Il convegno si conclude con la lettura di alcune parole di Romoli da parte di una ragazza, parole dedicate all’importanza di studiare la Costituzione, di impararne a memoria gli articoli, di conoscere prima i propri doveri e poi i propri diritti.

«Ragazzi – è il suo consiglio finale – studiate, studiate e studiate! Voi siete la classe dirigente di domani! Studiate per liberare l’Italia dalla crisi economica, politica e sociale! Studiate!».

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