QUESTIONE " CASA DI RIPOSO MARIA MADDALENA SPADA": PER I LAVORATORI DELLA RUVO SERVIZI SRL SPIRAGLI DI LUCE
Il Sindaco Vito Ottombrini, dalla sua pagina Facebook, dichiara con ottimismo che, grazie all’impegno e alla collaborazione di tutte le parti, la “questione Maria Maddalena Spada – Ruvo Servizi Srl” si sta avviando verso una soluzione positiva.
Ripercorriamo brevemente la vicenda.
A marzo 2013 furono avviati i lavori di ristrutturazione della ex casa di riposo comunale “Maria Maddalena Spada”, la cui riapertura è prevista a inizio 2016. Essa diverrà una struttura polifunzionale mista RSA ossia Residenza Sanitaria Assistita dove sono previsti trenta posti più casa di riposo (dieci posti).
Gli ospiti furono trasferiti nei locali dell’ ex Ospedale di Ruvo, di proprietà della ASL, e concessi in comodato temporaneo al Comune fino al completamento dei lavori di ristrutturazione.
Con una nota del 7 luglio 2015, l’ Ufficio Area Politiche della Salute della Regione Puglia intimò al Comune di Ruvo di Puglia, a causa di gravi problemi di agibilità dei locali dell’ex Ospedale, lo sgombero e la chiusura della Casa di Riposo Comunale. Se non avesse ottemperato nei tempi stabiliti, il Comune avrebbe dovuto risarcire la ASL per la perdita del finanziamento che le era stato concesso per intraprendere i lavori.
Preoccupazione immediata del Comune fu quella di trovare un’idonea collocazione dei dodici ospiti della Casa di riposo e di salvaguardare l’occupazione degli operatori addetti alle loro cure.
Infatti il 30 luglio 2015 il Sindaco convocò sindacati e lavoratori della Ruvo Servizi Srl (di cui il Comune di Ruvo di Puglia è unico azionista) per illustrare la questione e per trovare una soluzione soddisfacente per tutti.
Ma alcuni lavoratori della Ruvo Servizi Srl, rappresentati dall’ Avv. Salvatore Bonadies, chiesero alla Regione Puglia di prorogare la riconsegna dell’area dell’ex ospedale fino a quando non fossero terminati i lavori di ristrutturazione della Casa di Riposo, e cioè sino alla fine del 2015), pena il rischio di licenziamento dal momento che non avrebbero goduto della Cassa integrazione e di altri ammortizzatori sociali essendo la Ruvo Servizi Srl una società in-house. Senza contare il fatto che la società avrebbe avuto un bilancio in passivo e quindi avrebbe corso il rischio di chiudere, lasciando a casa quaranta dipendenti.
Ma il Comune attivò la procedura di licenziamento collettivo il 6 agosto 2015, sollevando le naturali proteste dei lavoratori.
Della questione si occupò anche il Consigliere Comunale Indipendente Vito Cantatore che inviò una lettera al Presidente della Regione Emiliano chiedendo la proroga della consegna dei locali fino al termine del 2015.
Delle esigenze dei lavoratori della Ruvo Servizi Srl egli si è fatto portavoce anche nel tormentato consiglio comunale del 14 settembre 2015, dove erano presenti anche alcuni lavoratori della società, e nel corso del quale si è stabilito che, sotto l’auspicio di una conclusione dei lavori in tempi brevi, sarà garantita una clausola di salvaguardia dei diritti acquisiti dai lavoratori.
Ora si intravedono spiragli di luce nella vicenda, sulla quale vi terremo aggiornati.
Veronique Fracchiolla
Stagista c/o ruvesi.it – Double P Communication
Non c’è nulla di cui preoccuparsi, il Santo che ha fatto assumere con “chiamata diretta” i dipendenti, salverà gli gli stessi dal licenziamento…
I dipendenti della ruvoservizi sono, mogli di, figli di, compagne di, ecc. Non posso subire un licenziamento. P.S. Il tempo mi darà ragione.