Quando si combatteva per il pane e la politica: 109 anni fa la sommossa di Ruvo di Puglia
Oggi, 8 gennaio 2017, ricorre l’anniversario de “U revulte a Riuve du 1908”, della cruenta lotta di potere tra partito di maggioranza o «al potere», come riportano i giornali di allora, e il partito di minoranza, che sfociò in un epilogo di sangue, a Piazza Matteotti, l’otto gennaio di centonove anni fa.
L’espressione dialettale è mutuata dall’indicazione su “U Calèndaríe de la ‘ggíènde de Ríuve” del 2011, nato da un’ idea di Cleto Bucci, console regionale del Touring Club Italiano e, all’epoca, assessore alla Cultura, Turismo e Pubblica Istruzione del Comune di Ruvo di Puglia.
Fonte indiretta, insolita ma attendibile se si considera che il calendario fu costruito attingendo da documenti storici e archivi fotografici pubblici e privati.
La sommossa dell’otto gennaio 1908 trova una drammatica simmetria nei tumulti popolari dell’otto gennaio 1894, nell’ambito delle lotte contadine, quando una folla affamata di contadini ruvesi assale il Municipio, come si legge sul giornale barese “Spartaco” del 21 gennaio 1894, nell’articolo di Giovanni Ancona-Martucci che riporta il giudizio e l’analisi dei socialisti sui moti di Ruvo e Corato: «…i moti di Puglia non possono essere effetti di sobillazioni di alcuno, come malignamente si fa credere, ma sono manifestazioni spontanee di popolazioni agglomerate di lavoratori che tenuti sinora nella miseria, insorgono per comunicazione elettrica di fuoco che passa spontaneamente dalla Sicilia alle nostre terre…» (Appunti storici sul Movimento socialista in Terra di Bari 1893 – 1914 a cura di Guido Lorusso, presentazione di Gianvito Mastroleo).
Venerdì otto gennaio 1908, quindi, a Ruvo di Puglia si svolse un vero e proprio combattimento che interessò anche la stampa nazionale, conquistò anche la copertina de “La Tribuna Illustrata” di Roma del 10 gennaio 1908.
Ecco cosa riportò il giornale.
«Da qualche tempo, a Ruvo, le ire partigiane fra i cittadini si erano così deplorevolmente acuite che fra i componenti dei due partiti, miranti alla conquista dei pubblici poteri, si era acceso un vero e profondo odio. Dopo alcune dimostrazioni, la settimana scorsa, si ebbe da ultimo una più violenta esplosione degli animi già tanto eccitati.
Gli avversari dell’attuale amministrazione comunale iniziarono una nuova dimostrazione contro il Municipio, girando per le vie della città, tumultuando ed emettendo grida di “Morte all’amministrazione!” e di “Abbasso il sindaco”!
Allora i partigiani del partito al potere ne organizzarono un’altra e, formando una grossa colonna, mossero numerosi incontro ai primi
Quasi tutti da ambo le parti erano armati di rivoltelle, di armi bianche e di nodosi bastoni. Quando le due colonne si incontrarono, fu un momento terribile. Le scene che si svolsero furono di una ferocia selvaggia, di una violenza indescrivibile. Mentre dalle rivoltelle partivano proiettili in tutte le direzioni, venivano scambiati da ambo le parti colpi di coltello e di bastone all’impazzata; una vera battaglia corpo a corpo.
Nemmeno quando furono visti parecchi perdere sangue e barcollare gravemente feriti, le scene brutali cessarono.
A tutta corsa giunsero, intanto, la truppa, agenti e funzionari, che riuscirono a disperdere i combattenti, tre dei quali rimasero, però, sul terreno uccisi.
La nostra prima pagina a colori riproduce, appunto, questa scena selvaggia».
La foto in evidenza e nell’articolo è in bianco e nero perché tratta da “U Calèndaríe de la ‘ggíènde de Ríuve” ma esprime, con eloquenza, la drammatica vicenda.