Cultura

PUGLIA TERRA DI “BANDE”: DAL TALOS FESTIVAL LA FIRMA DI UN PROTOCOLLO DI INTESA LA TUTELA DELLA BANDA

La Puglia è una terra di “bande” e dal Talos Festival di Ruvo di Puglia è partita ufficialmente la prima idea di una rete di festival per rilanciare il patrimonio di questa grande tradizione musicale. Tipica del Sud Italia, la Banda ha prodotto un suono originale e unico al mondo apprezzato da grandi musicisti e compositori come Pietro Mascagni, Riccardo Muti, il Premio Oscar Nicola Piovani, David Byrne, fondatore dello storico gruppo Talkin’ Heads. E dalla banda è partito il lungo viaggio del Talos nel lontano 1993. Per questo domenica 8 settembre, nella giornata conclusiva del festival organizzato dall’Amministrazione Comunale con il sostegno della Regione Puglia e di una fitta rete di partner pubblici e privati, con la direzione artistica di Pino e Livio Minafra e il progetto coreografico di Giulio De Leo della Compagnia Menhir, è stato consegnato ufficialmente ad Aldo Patruno, Direttore del Dipartimento turismo, economia della cultura e Valorizzazione del territorio della Regione Puglia, dall’Assessora alla Cultura del Comune di Ruvo Monica Filograno, un protocollo d’intesa firmato da amministrazioni locali, conservatori musicali e festival che  sono attenti al fenomeno, alla sua conservazione ma soprattutto alla sua innovazione. Quello della banda è un patrimonio di assoluta unicità che oggi va custodito e protetto gelosamente e soprattutto promosso e rilanciato. Di qui parte il documento, redatto in questi mesi e sottoscritto dai sindaci Davide Carlucci (Acquaviva delle Fonti), Pasquale Loiacono (Conversano), Pasquale Chieco (Ruvo di Puglia), Giuseppe Taurino (Trepuzzi), dai direttori dei conservatori di musica Giuseppe Spedicati (Tito Schipa di Lecce) e Gianpaolo Schiavo, che dal 1 novembre sarà sostituito da Corrado Roselli (Niccolò Piccinni di Bari) e dai direttori artistici Daniele Trevisi (Cuore di Banda), Gioacchino Palma (Bande a Sud) e Pino Minafra (Talos Festival).
 
«La banda, che oggi appare ancora in una posizione di minorità rispetto al rilievo che viene riconosciuto alle grandi formazioni, dimenticata dall’establishment e dall’intellighenzia musicale nazionale, è stata fin dall’800 ed è ancora la maggiore artefice della diffusione della cultura musicale nel nostro Paese in una larga fascia di popolazione, trasversale per estrazione culturale, sociale, economica e per appartenenza generazionale», si legge nel documento. «Patrimonio endemico del Sud, da oltre due secoli, la banda, come una sorta di teatro itinerante, è capace di portare la grande musica nei paesi e nelle piazze, anche in quelli isolati geograficamente e depressi culturalmente, promuovendo così la conoscenza del nostro grande patrimonio lirico (si pensi alle Arie d’Opera interpretate con gli strumenti a fiato in luogo delle voci), delle grandi sinfonie come dello sconfinato repertorio di marce nate in questi due secoli ad opera di compositori e musicisti del Sud».
 
Tra i punti del documento, oltre alla costituzione di una rete dei festival dedicati alla Banda, si propone il riconoscimento della Banda come patrimonio immateriale; un sostegno stabile per l’acquisto di strumenti, partiture musicali, divise e altre attrezzature; la candidatura della Banda al riconoscimento di Patrimonio dell’Umanità dell’Unesco come già avvenuto per il Tango Argentino, la musica polifonica tradizionale albanese, il Samba de Roda in Brasile e molte altre forme artistiche, coreutiche e musicali; la stesura e adozione di una legge regionale che possa regolamentare la vita quotidiana della Banda e dei tantissimi musicisti che lavorano in queste formazioni; l’Istituzione di un Museo della Banda che consenta la catalogazione dei documenti (divise, manifesti, foto, video), lo studio e la divulgazione dei repertori (spartiti musicali); l’Istituzione di un albo regionale delle bande da giro cui accedere se in possesso di precisi requisiti. Punti chiave da sottoporre dunque all’ente regionale pugliese, che in questi anni si è mosso con grande attenzione nei confronti dei festival e delle istituzioni musicali. Alla fine dell’incontro, Aldo Patruno si è impegnato a sottoporre il documento all’attenzione del Presidente Michele Emiliano, dell’Assessora Loredana Capone e di tutta la Giunta Regionale  per trovare la soluzione migliore per affrontare dal punto di vista legislativo ed economico l’argomento.

La giornata conclusiva del Talos è stata la sintesi di tutto il festival, della sua dimensione di laboratorio e degli incroci che mette in atto. Dalla performance mattutina Adagio, con giovanissimi, adulti e over 65 e le musiche di Giuliano Di Cesare, esempio della potenza della danza e della sua capacità di aggregare e liberare energie, all’incontro sulla banda. Nel pomeriggio poi si è raggiunto il nomento più alto del percorso triennale di danza con la performance del coreografo Virgilio Sieni che ha coinvolto donne e uomini di ogni età in un viaggio liberatorio nel proprio corpo e nello spazio. Dopo l’esibizione finale degli studenti della masterclass di musica d’insieme a cura di Günther “Baby” Sommer e Nicola Pisani, la chiusura è stata affidata al progetto Girodibanda del trombettista salentino Cesare Dell’Anna con mangiafuoco, trampolieri e artisti di strada e l’alternanza delle voci di Antonio CastrignanòIrene LungoClaudio “Cavallo” Giagnotti, Rachele AndrioliPino IngrossoTalla e Maria Mazzotta. Un vero viaggio nella musica alla ricerca di sonorità nuove e nel culto di quelle antiche, voci e strumenti di un sud riletto e rivitalizzato e mai stanco di essere il vero protagonista.

Sin da sabato 31 agosto il Talos Festival ha proposto nove giorni di concerti, produzioni originali, performance, atelier di creazione, spettacoli, mostre, incontri e master class. Tra gli ospiti il batterista e percussionista tedesco Günther “Baby” Sommer, l’esperienza multietnica dell’Orchestra di Piazza Vittorio, il duo composto dal contrabbassista francese Renaud Garcia-Fons e dal pianista rumeno-andaluso Dorantes, il violoncellista Jaques Morelenbaum con il suo progetto Cello Samba Trio. Grande successo anche per La notte della Banda di sabato 7 settembre.  Il progetto Pino Minafra & La Banda, ospite dal 1993 dei più importanti festival europei di jazz, musica classica e contemporanea, ha proposto prima un repertorio “classico” diretto da Michele Di Puppo e poi si confronterà con i numerosi ospiti coinvolti per questo concerto inedito e originale. Alla direzione si sono alternati, infatti, Livio MinafraGiovanni PellicciaBruno Tommaso (con un omaggio a Nino Rota), Vincenzo Anselmi con la presenza dei solisti Gianluigi Trovesi (sax), Eugenia Cherkazova e Leonardo di Gioia (fisarmonica) e lo stesso Pino Minafra prima “interprete” con il suo megafono e poi alla guida della banda per l’immancabile “Fantozzi” di chiusura. La Notte della Banda è stato un lungo percorso trasversale fra tradizione e innovazione che dimostra l’attualità e la freschezza di questo suono caldo, vivo e generoso, ancora tutto da esplorare oltre che proteggere. Come ogni anno, nella prima parte del festival (dal 31 agosto al 4 settembre) si sono esibiti, tra concerti pomeridiani nella Pinacoteca e serali sul sagrato della Cattedrale, esperienze che si sono formate all’interno di istituzioni culturali, associazioni, conservatori, scuole e molto altro.

Dal 2017 il festival è diventato multidisciplinare accogliendo al suo interno un’importante sezione di danza contemporanea e di comunità. L’interprete/coreografa Giulia Mureddu della Compagnia Virgilio Sieni Danza ha condotto Intermittenze, un atelier coreografico che si è concluso con una performance con improvvisazione musicale di Gunther “Baby” Sommer e Fabrizio Puglisi. La sezione danza ha ospitato Jasmina Prolič Tamara Obrovac di Trafik Theatre Company per il progetto Artivision+, finanziato nel Programma Interreg Cbc Italia-Croazia 2014/202, in collaborazione con Compagnia Menhir Danza e sistemaGaribaldi. Tra le proposte di Menhir anche “Genesi”, indagine prima della nuova coreografia Giulio De Leo con i danzatori Erika Guastamacchia e Antonio Savoia e le musiche del percussionista Pino Basile e del sassofonista Giuseppe D’Oronzo, musicisti protagonisti anche di Atterraterr. Dopo un lungo percorso di formazione caratterizzato dai laboratori di creazione coreografica sono andate in scena l’intenso e commovente Migrazioni, una coreografia firmata dallo stesso De Leo, con gli utenti e gli operatori della comunità dell’Albero dei desideri e con Livio Minafra (pianoforte) ed Eugenia Cherkazova (fisarmonica), “Adagio en plein air” con giovanissimi, adulti e over 65 e le musiche di Giuliano Di Cesare e “Giocoso en plein air” con bambini dai 6 agli 11 anni e le percussioni di Tommaso Scarimbolo.

Durante il festival la galleria della Pinacoteca d’Arte contemporanea ha ospitato anche “Sintropìa“, una esposizione fotografico – pittorica collettiva a cura di Cinzia Cantatore, Giuliano Di Cesare e Associazione culturale Fotografica Màdo, nella quale ciascuno degli artisti ha contaminato e si è lasciato contaminare dal flusso della creatività.

 
Seguito dalla stampa locale e nazionale, anche grazie al press tour “Dalla pietra al mito“, promosso dal Distretto Produttivo Puglia Creativa per #VisitPugliaCreativa, nel più articolato progetto ATLAS, il Talos Festival è stato apprezzato e condiviso sui canali social ufficiali, non solo dall’Italia ma anche dall’estero. Dalla conferenza stampa di presentazione del 31 luglio, in oltre un mese, sulla pagina Facebook sono state registrate circa 500mila visualizzazioni 17500 interazioni, mentre nei nove giorni del festival sono stati pubblicati 110 post che hanno generato 283mila visualizzazioni e 12mila interazioni. Molto seguito anche il profilo Instagram dove, durante il festival, sono stati pubblicati 452 contenuti (tra post e stories) che hanno generato oltre 100mila visualizzazioni. Numerosi inoltre i contenuti generati dagli utenti stessi durante le serate.
 
Talos Festival è stata la prima tra le manifestazioni culturali ruvesi plastic-free. Il punto ristoro organizzato in Piazzetta Le Monache dall’associazione Eat Confcommercio Ascom Ruvo Di Puglia all’interno dell’area concerti ha utilizzato solo stoviglie realizzate con materiale biodegradabile e compostabile grazie al finanziamenti della Regione Puglia per le #Ecofeste ottenuti dal Comune.

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